Ricerche
Calderini: «Il concetto di sostenibilità è obsoleto»
Il direttore di Tiresia, centro di competenze del Politecnico di Milano, commenta l’Outlook 2023 dedicato agli investimenti ad alto valore sociale e ambientale che in Italia hanno sfiorato nel 2022 i dieci miliardi di euro. Oltre i numeri, secondo il professore, contano anche le parole: meglio parlare di finanza a impatto
Come sta evolvendo in Italia la finanza ad impatto? Che peso ha quello specifico tipo di investimenti che hanno l’obiettivo di sostenere imprese e iniziative ad alto valore sociale o ambientale? VITA lo ha chiesto a Mario Calderini, professore ordinario della School of management del Politecnico di Milano e direttore di Tiresia. Proprio il centro studi Tiresia, con Social impact agenda per l’Italia – Sia, in collaborazione con Impact Europe e Gsg ha appena pubblicato l’Outlook 2023 dedicato a questo settore.
Lo studio ha coinvolto 39 operatori del mercato finanziario, ovvero il 72% della popolazione che dichiara di adottare strategie di investimento riconducibili alla finanzia ad impatto in Italia. Nello specifico, 31 operatori sono asset manager che investono direttamente in organizzazioni imprenditoriali con finalità sociali o in organizzazioni del terzo settore.
I principali settori di interesse per gli operatori della finanza ad impatto risultano essere salute (68%), educazione (61%), tecnologia (61%), agricoltura (61%) and environment (61%). Gli obiettivi di sviluppo sostenible (SDGs) a cui gli investimenti e finanziamento contribuiscono maggiormente sono salute e benessere (77%), lavoro dignitoso e crescita economica (80%), riduzione delle disuguaglianze (77%), città e comunità sostenibili (77%) e consumo responsabile (77%).
Professor Calderini, qual è il focus dell’Outlook 2023?
Esiste un tipo di finanza che prevede intenzionalmente di allocare risorse verso imprese e progetti ad alto valore sociale o ambientale. Lo sforzo di Tiresia e di questo studio in particolare è proprio di analizzare quanto, come e all’interno di quali contesti gli istituti finanziari mobilitano risorse che abbiamo impatti positivi per le persone più svantaggiate, le comunità locali, e i problemi ambientali.
Qual è il legame tra la finanza ad impatto e gli obiettivi dell’Agenda 2030?
Abbiamo da ormai dieci anni ampia visibilità sui 17 obiettivi sociali e ambientali che l’Onu ha posto come ambiti di interesse mondiale per garantire lo sviluppo sostenibile nei confronti di governi, istituti finanziari, imprese, ed individui. Gli stessi obiettivi, in questi dieci anni, non sono stati ancora raggiunti, e non hanno portato a quelle conseguenze positive che ci saremmo aspettati. Oltretutto, le problematiche sociali ed ambientali non si sono alleviate. Per questo motivo, gli obiettivi sono diventati urgenti, richiedendo ad attori, come gli istituti finanziari tradizionali, lo sforzo di adottare cambiamenti nel modo in cui allocano le risorse.
Qual è il ruolo della finanza in questo contesto?
È necessario quindi studiare e mappare rigorosamente gli attori del mondo della finanza che stanno abbracciando questa direzione, generando impatti positivi sulla società e l’ambiente. Tuttavia, è importante fare una precisazione.
Quale?
Quando si parla di impatto nel mondo della finanza, si intende superare l’ormai diffuso concetto di finanza sostenibile o finanza Esg (Environment, Social e Governance).
La finanza ad impatto non prevede di allocare risorse secondo criteri etici e responsabili, evitando ad esempio contesti industriali controversi e dannosi, ma di valutare se e come quelle risorse vadano intenzionalmente a generare dei cambiamenti misurabili positivi verso l’ambiente e la società.
Qual è dunque il driver della finanza di impatto?
È la risoluzione di problemi sociali attraverso l’azione di finanziamento, e non semplicemente rispettare convenzioni socialmente riconosciute come responsabili verso l’ambiente, le persone, e le comunità. La finanza ad impatto supera il concetto di sostenibilità, divenuto ormai obsoleto e diffuso, proponendosi come mezzo per dirottare risorse verso la risoluzione di problemi sociali.
Che cosa ci dice in proposito l’Outlook che avete appena pubblicato?
Mostra proprio la situazione della finanza ad impatto nel contesto italiano, evidenziando che nell’anno 2022 il valore è cresciuto del 33% rispetto all’anno precedente, raggiungendo un totale di capitale gestito da istituzioni finanziarie destinato alla generazione di impatto pari a 9.279 miliardi di euro. Il 75% del patrimonio gestito è gestito da organismi bancari, il 21% da gestori di fondi di investimento ad impatto e il 4% da investitori istituzionali.
In apertura, foto di Anita Denunzio su Unsplash
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