Sostenibilità

Caldaie. Un inverno nero? In Italia il caldo scappa di casa

Abbiamo il triste record di spreco di combustibile. Lo dice una ricerca europea. il Motivo? Il rinnovo degli impianti procede a rilento e le ecocaldaie non decollano

di Ida Cappiello

In Italia il consumo di combustibile per metro quadro riscaldato è più del doppio che in Germania o in Svezia: «Un triste record confermato da un recente studio comparativo dell?Unione Europea», spiega Lorenzo Partesotti, esperto di fonti rinnovabili in Legambiente. «Naturalemente è un dato rapportato alle stesse condizioni climatiche, s?intende».
Ma quali possibilità ci sono per evitare questo spreco, che grava oltretutto sui bilanci famigliari? La tecnologia del riscaldamento offre una vasta gamma di soluzioni a basso impatto ambientale . Ma gli impianti innovativi richiedono quasi sempre interventi di ristrutturazione per funzionare al meglio delle loro potenzialità.

Abbattere i fumi
Una direttiva europea, in vigore già dalla fine degli anni ?90, classifica le caldaie a gas in cinque classi a seconda delle emissioni di ossido di azoto, della quali solo l?ultima classe è considerata ecologica, con emissioni inferiori a 70 mg per kilowattora. «Tutte o quasi le caldaie di nuova generazione rientrano nell?ultima categoria, naturalmente, anche in vista di prossimi vincoli di legge a livello nazionale», dice Giacomo Bolzoni, responsabile dell?ufficio normativo di Immergas, azienda specializzata in questo settore. «L?abbattimento dei fumi è dovuto a un bruciatore innovativo, che riesce a ridurre gli sprechi della combustione miscelando al meglio il gas con l?aria. La vera avanguardia tecnologica, però, è rappresentata dalle caldaie a condensazione (vedi illustreazione qui sopra), che uniscono alle basse emissioni inquinanti un altissimo livello di rendimento energetico».
Le ecocaldaie, che vedono la germania all?avanguardia, costano attualmente circa il 50% in più delle altre, e il tempo di recupero del maggior investimento è molto variabile: «Dipende, ovviamente, dal fabbisogno annuo di combustibile», spiega Paolo Fanciullo, responsabile marketing di prodotto di Ariston, un marchio leader nel riscaldamento in Italia; «quanto più è alto, tanto prima il costo dell?impianto si ripaga. In una casa grande, situata in una zona fredda, il recupero è molto rapido: questo spiega perché nel paesi del Nord Europa, dove fa molto freddo e la maggioranza delle famiglie abita in villette, la diffusione dei nuovi tipi di caldaia sia di gran lunga superiore rispetto all?Italia».
In molte aree del nostro paese, invece, il riscaldamento è necessario per periodi abbastanza brevi. «Per favorire il rinnovo degli impianti sarebbero auspicabili forme di incentivazione», dice Natalia Franchi di Anie, l?associazione confindustriale dei produttori. «Se ne parla da tempo, ma finora il governo non ha preso nessuna iniziativa concreta».
Un altro ostacolo alla diffusione delle caldaie a condensazione sono gli installatori (cioé gli idraulici), poco propensi a installare i prodotti innovativi perché sono un po? più complessi, e certamente non sono disposti a grandi sforzi in nome dell?ecologia. «L?impegno delle aziende grandi come la nostra», conclude Fanciullo, «è soprattutto nella direzione di rendere più competitivo il prezzo di queste caldaie per allargare il mercato, che attualmente non supera il 3% del totale. Per gli installatori, che sono i reali decisori d?acquisto, abbiamo attivato appositi corsi di formazione, per alzare il livello di competenza e di sensibilità ambientale».

Compatibilità tecniche
La caldaia a condensazione funziona al meglio delle sue potenzialità se abbinata a un impianto di riscaldamento radiante a bassa temperatura, installato nel pavimento, nei battiscopa o nelle pareti dell?abitazione. Con i termosifoni, invece, l?efficienza si riduce e il risparmio può scendere fino al 10%. «In questo caso, l?acqua raggiunge una temperatura superiore ai 50 gradi, per poter scaldare la casa attraverso un corpo relativamente piccolo, il termosifone appunto», spiega Daniele Fraternali, ingegnere direttore di Servizi Territorio, cooperativa milanese attiva nei sistemi energetici ecocompatibili. «A questa temperatura non può avvenire la condensazione, per ragioni tecniche piuttosto complesse. Una soluzione accettabile può essere quella di far funzionare i termosifoni giorno e notte, ma a bassa temperatura».
E per chi abita in un condominio con il riscaldamento centralizzato? Il risparmio è certamente più consistente perché applicato a grandi consumi, ma sorgono altri problemi di compatibilità edilizia (a parte le solite difficoltà a convincere i proprietari ).
«I condotti fumari devono essere quasi sempre riprogettati se si sostituisce, in una centrale termica, una caldaia tradizionale con una a condensazione», dice Stefano Folli, direttore marketing di Riello. «Il massimo vantaggio economico in un impianto centralizzato, comunque, si ha utilizzando una caldaia a condensazione che funzioni continuamente, ed una caldaia tradizionale per i picchi di domanda».

Il problema dei costi
«Certo, il discorso vale solo per chi può permettersi una casa nuova oppure una ristrutturazione radicale», puntualizza Fraternali. «Però è importante capire che il termosifone non è un mobile come si è abituati a pensare, tanto che spesso viene ricoperto con strutture estetiche che ne peggiorano molto la resa. Il futuro del riscaldamento sono i sistemi integrati nelle strutture edilizie (pavimenti, soffitti, pareti). In ogni caso, sia il risparmio energetico che il benessere domestico possono essere davvero ottimizzati solo riconsiderando tutti gli elementi, dall?isolamento termico ai serramenti, dalla ventilazione ai materiali di rivestimento delle pareti e, per le case nuove, anche la esposizione dell?edificio».
Come rivela il recente scandalo Tucker – l?azienda romagnola accusata di truffa ecologica proprio sull?abbattimento fumi di riscaldamento e sul recupero di energia – l?attesa per prodotti sostenibili è elevata. Queste però non sono risposte… º del tubo.

per approfondimenti su soluzioni a basso impatto ambientale:
www.hypothermos.com

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.