Roma

“Calciosociale” in contropiede: «Le intimidazioni? Rispondiamo allargando il progetto»

Grazie a nuovi finanziamenti cresce il progetto di scuola calcio di Massimo Vallati a Corviale. Che risponde dopo che nei giorni scorsi la sua auto è stata data alle fiamme: «La bellezza, la luce, le telecamere, la gente che partecipa. È chiaro, è una cosa che dà fastidio. Ma non ci fermiamo»

di Alessio Nisi

calcio sociale

Un gesto vile intimidatorio, la sua automobile bruciata. Ma anche una risposta importante: a poco meno di vent’anni dalla nascita il suo progetto di calcio sociale crescerà ancora: da campo di periferia diventerà un piccolo stadio. In pochi giorni Massimo Vallati, presidente dell’Asd Calcio sociale, è passato dalla paura alla speranza. Lo abbiamo raggiunto in serata, dopo un passaggio in Questura. È stremato, ha il telefono scarico. Ma non molla.

«Se tutto va per il verso giusto», fa Vallati, «i primi di gennaio faremo l’inaugurazione, con il campo completo, le tribune, gli spogliatoi». Il progetto è nato nel 2005. «Ma il campo lo abbiamo inaugurato nel 2022 alla presenza del presidente Mattarella», ricorda con orgoglio Vallati». La possibilità di costruire uno stadio sociale? Vallati ancora non ci crede. «Al Corviale poi ha un sapore particolare. Lo stadio che costruiremo sarà inclusivo e senza barriere: incarna anche la volontà di un rapporto diverso tra giocatori e tifosi».

Il finanziamento, spiega sempre Vallati, moltiplicherà le possibilità di intervento relativamente alla scuola calcio, «che a oggi conta circa 200 ragazzi. Cerchiamo, e lo faremo sempre di più, di portare nella scuola calcio valori e insegnamenti che non vengono veicolati altrove». E le resistenze? «Non è che tutto fili liscio. Ci sono genitori entusiasti, altri no». Per Vallati, quei valori «sono però una ricchezza infinita inclusa nel prezzo». Una ricchezza che si compone di «educatori, psicologi, formatori, animatori culturali, laboratori su legalità, ambiente, accoglienza». L’obiettivo? «Cercare di sviluppare un pensiero critico nei ragazzi».

«Una grande carezza al cuore la sua presenza» aveva detto Vallati in occasione dell’inaugurazione al Capo dello Stato, «un viaggio cominciato 17 anni fa, per noi il calcio non è solo sport diffuso è lo strumento di più grande mediazione del paese, vogliamo lottare per portare dignità nel mondo del calcio, lottare contro violenza, corruzione, contro l’agonismo esasperato, l’antisemitismo e il razzismo, il calcio può diventare la più grande palestra di vita. Si può giocare a calcio e imparare la costituzione, la pratica antimafia, creare spazi di democrazia e legalità in contesti difficile e degradati. Qui i ragazzi hanno costruito il cambiamento e se loro hanno fiducia si costruisce un noi. Per Corviale oggi si vede quel vento di cambiamento, è un Polmone di umanità per tutta la città».

«Giocare a calcio significa costruire comunità, luogo di formazione, elaborazione, pensiero e così i ragazzi sono stati in grado di cambiare il loro territorio. Qui insegniamo il tifo etico. Non è utopia», aveva aggiunto. Oggi quei valori pesano ancora di più, per questo abbiamo recuperato le parole di Vallati.

Un nuovo modello di scuola calcio

Dunque la bella notizia. Nella sede di “Calciosociale” a Corviale, insieme al ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi, al presidente del Coni Giovanni Malagò, al presidente della Fondazione Roma Franco Parasassi e di Massimo Vallati, l’annuncio: Fondazione Roma mette sul tavolo 340mila euro per il completamento degli spogliatoi e delle tribune del campo a 11 e altri 100mila euro per le spese di manutenzione dell’impianto nel corso di un intero anno.

«Con l’inaugurazione del campo a 11», ha detto Massimo Vallati, «abbiamo dato vita a un nuovo modello di scuola calcio basato sui valori di cui Calciosociale è promotore». Aggiungendo: «Stiamo dimostrando che si può giocare a pallone e allo stesso tempo impegnarsi per cambiare un territorio. Il Campo dei miracoli è il paradigma di questo modello, da bene pubblico in mano alla criminalità a luogo di eccellenza. Il sostegno di Fondazione Roma ci permetterà di continuare a rafforzare la nostra missione e di completare quelle infrastrutture fondamentali per dare ancora più servizi alla comunità».

Trasformiamo i campi di calcio in palestre di vita, dando alle ragazze e ai ragazzi e non solo una preparazione tecnica, ma anche strumenti e valori che li possano rendere adulti

Massimo Vallati – presidente dell’Asd Calcio sociale

L’intimidazione

Quando gli chiediamo dell’intimidazione, Vallati risponde così: «La bellezza, la luce, le telecamere, la gente che partecipa. È chiaro, è una cosa che dà fastidio. Ma non ci fermiamo».

Un po’ di storia

Il progetto Calciosociale è nato nel 2005 come società sportiva dilettantistica senza scopo di lucro. Un’esperienza che interviene in contesti giovanili ad alto rischio di devianza, proponendo un’attività educativa e pedagogica che coinvolge a 360 gradi il ragazzo e la sua famiglia.

“Miracoli Football Club” è la scuola calcio maschile e femminile fondata a Roma sui valori di Calciosociale ed ha come obiettivo quello di promuovere, accanto alla dimensione agonistica dello sport, una dimensione etica ed educativa.

Nel 2009, grazie all’impegno di volontari, istituzioni, aziende e cittadini, nasce il Campo dei Miracoli — Valentina Venanzi, un centro sportivo aperto a tutti nel quartiere di Corviale, periferia sud ovest della città di Roma. E dalla Capitale si vola in Europa, con un progetto unico nel suo genere.

Nel 2012 Calciosociale è stata chiamata a Bruxelles nella sede del Parlamento Europeo a raccontare la sua esperienza come esempio di realtà associativa che realizza un progetto d’integrazione all’avanguardia da esportare in tutte le capitali europee. Ad oggi le attività del Calciosociale in Italia sono presenti a Roma, in Toscana a Montevarchi e ad Empoli, a Napoli, nel quartiere di Scampia, in Sardegna a Quartu Sant’Elena e in Abruzzo nella cittadina di Carsoli. Mentre in Europa sono nove le esperienza attivate. 

In apertura e nel testo foto di Asd Calcio sociale

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.