Non profit
Calcio: Consumatori, no a sconti, le società paghino i danni dei teppisti
Movimento Consumatori e Movimento Difesa del Cittadino contrari a ogni ipotesi di agevolazioni fiscali
?Assoluta contrarietà ad ogni intervento con soldi pubblici a favore di società calcistiche private che nonostante le grandi potenzialità date dal settore in cui operano, non sono in grado di far quadrare i conti?. Questa è la ferma posizione di Lorenzo Mozzi, presidente del Movimento Consumatori, e di Antonio Longo presidente del Movimento Difesa del Cittadino in merito all?ipotesi di rateizzare i debiti tributari delle squadre di calcio.
Secondo Miozzi e Longo ?rimane di difficile comprensione alla pubblica opinione il perché, dopo anni di assoluta inerzia di fronte all?impoverimento di milioni di cittadini italiani, il Governo si sia dato come priorità l?ennesima sanatoria che agevolerebbe un settore che invece di perseguire il risanamento dei bilancio, preferisce chiedere allo Stato che con i soldi dei cittadini si faccia fronte indirettamente agli stipendi stratosferici di pochi giocatori?.
?Tale intervento?, secondo le due associazioni dei consumatori?, si scontra sia con le regole del mercato in quanto con logica privatistica si sono comportate ad oggi le società e allo stesso modo di tantissime altre imprese italiane devono essere considerate; si scontra con il senso della morale poiché se in un ambito non di mercato devono essere ricondotte retribuzioni esorbitanti, allora esse appaiono del tutto ingiustificate e non giustificabile sarebbe l?intervento con denaro della comunità.
Infine, Miozzi e Longo chiedono che alle società calcistiche vengano attribuiti anche i costi che lo Stato, attraverso le tasse versate dagli altri contribuenti, deve sostenere per il presidio numeroso negli stadi che continuamente ospitano non solo partite di calcio ma gravissimi atti di violenza e vandalismo che pesano sulla comunità sia come impiego di forze dell?ordine, sia per danni al patrimonio pubblico, sia per i costi delle strutture sanitarie impegnate ogni domenica nel soccorso di centinaia di feriti.
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.