Formazione

Calca la scena, diventerai migliore

Formare il personale con match di improvvisazione teatrale. Un metodo che si va facendo strada nel profit e nelle imprese sociali.

di Luca Fiore

L?impresa sociale ha bisogno di formazione? Se vecchi corsi ex cathedra non bastano o qualche volta sono poco efficaci e coinvolgenti, c?è una nuova alternativa: il teatro. Cosa c?entra il teatro con i corsi di formazione? Immaginatevi una grande azienda sanitaria, come quella bolognese dell?Ospedale Sant?Orsola, che aveva bisogno di formare i 5mila dipendenti sulle nuove norme sulla privacy. Anziché rivolgersi ai soliti enti di formazione, contatta Paolo Vergnani, psicologo e formatore esperto di teatro d?impresa. Vergnani realizza una sceneggiatura basandosi sulle esigenze dell?azienda e mette in scena, con attori professionisti, un vero e proprio spettacolo che tratta le problematiche della privacy in ambito sanitario. Qualche mese di lavoro, cinque rappresentazioni, un investimento di appena 20mila euro e lo scopo è raggiunto. Con spese ridotte e senza che nessuno si sia annoiato. L?improvvisazione Questo è il Teatro d?impresa, o meglio «una delle sue molteplici forme», spiega lo stesso Vergnani. «Questa modalità è adatta ai grandi numeri, mentre nel caso di gruppi più piccoli proponiamo la soluzione dell?improvvisazione teatrale coinvolgendo direttamente chi segue il corso. Queste tecniche sviluppano la flessibilità e la creatività, ma anche la capacità di ascolto e quella di adattarsi alle situazioni. La peculiarità dello strumento teatrale è quella di poter creare un livello di coinvolgimento che superi la sfera cognitiva e attivi anche il piano emotivo dei partecipanti». Niente di meglio per chi, come le persone impegnate nel sociale, fanno del coinvolgimento emotivo e ideale il loro punto di forza. «Non capita di rado di dover lavorare con enti impegnati nel sociale», continua Vergnani, « e oltre all?azienda sanitaria di Bologna, ho lavorato con l?Istituzione Gianfranco Minguzzi, per un intervento creativo manageriale che coinvolgeva 12 partecipanti: 4 dirigenti d?azienda, 4 dirigenti statali, 2 senza fissa dimora e 2 pazienti psichici. «I partecipanti non sapevano a che gruppo appartenessero gli altri e non aveva modo di capirlo se non entrando in relazione con loro. L?esperimento si è svolto in un teatro di fronte a un pubblico pagante. Io avevo il compito di esporre il metodo di risoluzione di un problema e i partecipanti avevano la libertà di intervenire. Lo scopo era quello di sottolineare l?importanza dell?ascolto e il valore di tutti i possibili contributi». Ascoltare e comunicare L?elenco delle collaborazioni in ambito sociale non finisce qui: «Abbiamo lavorato anche con la Coopservice di Bologna», continua Vergnani, «che opera nell?ambito delle pulizie e della vigilanza. In quel caso abbiamo cercato di sviluppare le capacità comunicative e il coinvolgimento con i valori della coop». Un modo di concepire la formazione che apre il sipario su nuove possibilità di sviluppo delle risorse umane. Info:www.teatrodimpresa.it


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