Famiglia

Calabria, i Gruppi Appartamento rischiano la chiusura

Lettera aperta di don Giacomo Panizza e Mario Nasone per salvare un'esperienza di recupero dei "ragazzi difficili" che dopo 34 anni rischia di scomparire

di Redazione

Hanno 34 anni, e ora rischiano di scomparire. Sono i “Gruppi Appartamento”, nati nel 1978 in Calabria come alternativa ai vecchi riformatori e alle vecchie case di rieducazione per i ragazzi cosiddetti “deviati o disadattati”. Li inventò don Italo Calabrò, che aveva conosciuto da vicino i danni che il carcere minorile provocava ai ragazzi, che avevano piuttosto bisogno di risposte educative personalizzate e opportunità di recupero  e di  reinserimento familiare e sociale.
L’iniziativa nacque da un progetto sperimentale di volontariato promosso dalla Comunità Progetto Sud di Lamezia Terme e dal Centro Comunitario Agape di Reggio Calabria, monitorato dalla Regione Calabria – Assessorato ai servizi sociali che, apprezzata la sperimentazione e riconosciuta la necessità, decise di programmare e attivare in tutta la Calabria una rete di strutture alternative che potevano accogliere un numero limitato di minori, da gestite con personale educativo  specializzato, strutture a disposizione dei Tribunali per i Minorenni per l’attuazione dei provvedimenti che richiedono un allontanamento temporaneo del minore dal nucleo familiare d’origine, con educatori che si alternano in turni di lavoro per coprire l’arco delle 24 ore.
In oltre trent’anni questi servizi hanno permesso ad alcune migliaia di minori a rischio sociale (disadattati, devianti, caratteriali, con carenze educative genitoriali, ecc.) di potere vivere in un ambiente a carattere familiare, ricevere un sostegno e un accompagnamento educativo per potere affrontare con maggiore competenza e responsabilità  l’ingresso nel mondo del lavoro e nella società. Se moltissimi di questi minori non hanno imboccato da adulti la strada della criminalità comune e organizzata è anche merito di queste comunità che sono riuscite a offrire loro valori,  modello di comportamento e opportunità di studio e di lavoro alternative.
Annualmente, i minori che gravitano nei Gruppi Appartamento sono circa 120, con 152 operatori coinvolti.
«Tutto questo patrimonio di esperienze di lavoro educativo e di grande valenza preventiva rischia ora di sparire sotto la scure dei tagli del fondo sociale regionale», scrivono ora in una lettera aperta al Governatore Scoppelliti don Giacomo Panizza, della Comunità Progetto Sud di Lametia Terme e Mario Nasone, del Centro Comunitario Agape di Reggio Calabria.
Tagli che «di fatto ha decretato la morte di questa realtà, diminuendo drasticamente le risorse ed erogandole con gravi ritardi. Siamo convinti che la Regione Calabria non può rinunciare a cuor leggero a queste strutture e di fatto lasciare nell’abbandono centinaia di minori che sarebbero facilmente preda di organizzazioni delinquenziali e della stessa ’ndrangheta. Tale scelta, senza programmare alternative valide, sarebbe tra l’altro in contraddizione coi proclami anti mafia e coi programmi di educazione alla legalità che le Istituzioni giustamente e continuamente rilanciano».
La richiesta di don Panizza e di Nasono è quella di «intervenire urgentemente per scongiurare la chiusura di queste esperienze  e per  salvare questo pezzo di Stato Sociale che la Calabria si è dato, adottando gli opportuni interventi per dare certezze e continuità a questi servizi che vanno considerati insostituibili e anche come salvaguardia di posti di lavoro e di preziose professionalità acquisite.  

 


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