Famiglia
Calabria, appello di Ammazzatecitutti per non chiudere
Il movimento antimafia spontaneo nato nel 2005 all'indomani del delitto Fortugno ha problemi economici dovuti anche a intimidazioni, querele e pirateria informatica. Per non chiudere i battenti ha bisogno di raccogliere 30mila euro entro il 16 ottobre
Ancora 16 giorni. Poi il 16 ottobre, a 3 anni dall’omicidio a Locri di Franco Fortugno (vicepresidente del consiglio regionale calabrese ed esponente della Margherita) e quindi dalla propria nascita, Ammazzatecitutti, chiuderà i battenti. Proprio così. Il grande movimento popolare, composto soprattutto da giovani, sorto all’indomani dell’attentato come risposta della società civile alle logiche mafiose del territorio, si trova oggi di fronte all’incapacità economica di portare avanti le proprie battaglie.
“Come se non bastassero le querele, le preoccupazioni, le intimidazioni implicite ed esplicite alle quali siamo ormai abituati, adesso ci troviamo nella situazione in cui, lo diciamo chiaramente, non possiamo più permetterci il lusso di continuare con le nostre attività sui territori e quelle telematiche”, recita la parte centrale dell’appello che Aldo Pecora e Rosanna Scopelliti, fondatori del movimento, hanno diffuso la scorsa settimana sul web. “Siamo stati vittime di ben 5 attacchi informatici, dei quali due hanno costretto l’azienda a buttare il server ed acquistarne uno nuovo, e come ultimo atto alcuni pirati informatici sono riusciti a violare nuovamente il server trasformandolo questa volta in uno zombie atto a frodare migliaia di persone in tutto il mondo mediante phishing su conti bancari esteri”.
E ancora: “a questi conti che non tornano dobbiamo aggiungere diverse migliaia di euro di debiti contratti (anche personalmente) nell’organizzazione delle nostre iniziative, sostenute solo parzialmente dalle poche Istituzioni alle quali ci siamo rivolti. Senza contare il fatto che ormai i nostri ragazzi stanno devolvendo interamente alla causa le loro paghette settimanali in ricariche telefoniche e fotocopie”.
Una situazione insostenibile per il giovane movimento calabrese. “Per questo ci appelliamo a tutti voi, chiedendovi un piccolo grande gesto di solidarietà”, chiedono Pecora e Scopelliti nell’appello, “diventate nostri ‘azionisti’. Non parliamo di milioni, a conti fatti basterebbero 30 mila euro per farci riprendere fiato e metterci in condizione di fissare obiettivi di medio-lungo termine”.
Una richiesta alla quale Ammazzatecitutti ha messo una scadenza: il 16 ottobre, appunto, l’anniversario del delitto Fortugno. Nel frattempo, i primi risultati all’appello non si sono fatti attendere: “Siamo a metà strada dal traguardo, e questo è già un segnale positivo perchè vuol dire che non siamo né soli, né isolati”, hanno dichiarato due giorni fa Pecora e Scopelliti, “È stata superata, infatti, la soglia dei quindicimila euro, grazie ai contributi spontanei di giovani, cittadini ed associazioni di tutta Italia, da Reggio Calabria a Treviso”. Ora manca l’altra metà, per tenere un vita e ridare slancio una delle associazioni più spontanee e riuscite della storia della lotta antimafia italiana. In cui dovremmo essere tutti coinvolti.
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