Appelli

Calabria, a Siderno a rischio chiusura le comunità psichiatriche

Il Consorzio sociale Goel, titolare di due residenze terapeutiche accreditate dalla Regione Calabria dal 2008 si appella ai sindaci della Locride e della Piana di Gioia Tauro, nonché al prefetto di Reggio Calabria per «scongiurare la chiusura di questo servizio sanitario indispensabile per il territorio ed evitare la conseguente “deportazione” di massa dei pazienti in cura»

di Redazione

«Una situazione che ha dell’inverosimile» così una nota del Consorzio sociale Goel definisce quanto sta accadendo a Siderno dove gestisce due residenze terapeutiche psichiatriche per un totale di 20 posti letto, accreditate dalla Regione Calabria fin dal lontano 2008: un servizio pubblico fondamentale, gestito dal privato sociale.

La Regione Calabria – ricorda ancora la nota – ha programmato un fabbisogno di posti letto residenziali di questa tipologia di strutture (Srp1 E Srp3) di 148 posti letto; di questi, regolarmente accreditati, attualmente ci sono solo 30 posti letto, di cui 20 gestiti da Goel. «In realtà, la richiesta di ricoveri è soverchiante e non bastano nemmeno i posti presenti senza regolare accreditamento sul territorio, moltissime persone sono costrette a una “deportazione sanitaria” verso altre province o fuori regione. La malattia mentale rimane ancora la forma di discriminazione sociale più grave e più invisibile, totalizzante e diffusa. Alla sofferenza della propria condizione, si aggiunge lo sdradicamento dalla propria famiglia e dal proprio territorio…» si legge nella nota. 

Le comunità psichiatriche

«Le comunità psichiatriche “Davide” e “Maria Chiara” sono oggi considerate un punto di riferimento dei servizi in ambito psichiatrico nella provincia di Reggio Calabria» scrivono dal consorzio. «In questi anni abbiamo lottato per tenerle in vita, costringendoci a fatiche economiche non indifferenti e sopravvivendo agli insostenibili ritardi di pagamento del servizio sanitario; perché la qualità del servizio è costosa, ma le persone vengono prima dei nostri bilanci. Abbiamo voluto e saputo “rischiare”, quotidianamente, per mantenere uno stile di libertà nei nostri percorsi terapeutici, perché riteniamo che, prima che pazienti, i nostri ospiti siano persone libere, con tutti i rischi che ciò comporta in una condizione di malattia mentale. E i risultati terapeutici ci hanno premiato».

La decisione unilaterale

Tutto ora rischia di finire dal momento che l’amministrazione comunale di Siderno ha unilateralmente deciso di non rinnovare il contratto di comodato della struttura che ospita le comunità “Davide” e “Maria Chiara”.

Dal 2008 il Comune di Siderno ha affidato a Goel una struttura pubblica, costruita con fondi destinati alla residenzialità di persone svantaggiate. Lo ha fatto imponendo un comodato molto poco gratuito che prevede oggi un “canone” annuo di circa 31mila euro, con un incremento ogni anno di ben l’1,5%.

Il contratto, della durata di quindici anni, scadeva il 29 luglio 2023, pur prevedendo la possibilità di rinnovo. L’attuale normativa vigente – ovvero l’art.71 comma 2 del Decreto Legislativo n.117 del 3 luglio 2017 – prevede la possibilità per un ente pubblico di concedere in comodato gratuito beni mobili e immobili ad un ente del Terzo settore per una durata massima di trent’anni, esattamente il tempo di un secondo rinnovo contrattuale del comodato originario.

La proroga “tecnica”

Pur disponendo di questa possibilità, l’amministrazione comunale, continua la nota, «ha dato mandato ai propri uffici di interrompere il contratto e – citiamo testualmente – “sgomberare i locali siti in via P. Brugnano n.1 e presentarsi presso il Responsabile del Settore 5 del Comune di Siderno […] al fine di riconsegnare le chiavi dell’immobile”. Dopo diverse nostre insistenze, ci è stata concessa una proroga tecnica del comodato di ulteriori tre mesi, al fine – citiamo anche in questo caso – “di permettere all’Ente di espletare la procedura finalizzata all’individuazione del successivo contraente”, manifestando, quindi, l’intenzione di procedere a una non ben definita evidenza pubblica. Un’evidenza pubblica, per quanto finalizzata, potrebbe non essere economicamente sostenibile per Consorzio Sociale Goel o, semplicemente, non essere vinta, di fronte a proposte speculative che potrebbero provenire da tutta Italia».

La proroga tecnica concessa scade il 29 ottobre prossimo. «Speravamo che si aprisse un tavolo di trattativa con il Comune al fine di garantire la continuità di questo servizio sanitario pubblico, ma non siamo stati più convocati e abbiamo inutilmente provato a organizzare incontri su questo argomento». 


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Un anno fa la possibilità di ampliamento dalla Regione

Ma non è tutto. Dal consorzio raccontano anche un altro aspetto di questa storia: «Consorzio Sociale Goel e il Comune di Siderno, hanno ricevuto il 28 giugno del 2022 parere positivo di compatibilità da parte della Regione Calabria per l’aumento di ulteriori 20 posti letto per le comunità psichiatriche; la cooperativa sociale Lab-Therapy (socia del Consorzio) e il Comune di Siderno hanno ricevuto il 24 ottobre dello scorso anno, analogo parere positivo anche per l’apertura di una struttura Srp3 (ovvero un gruppo appartamento) per ulteriori 7 posti letto».

Impedito l’aumento dell’offerta di serizi

In entrambi i casi la Regione ha sottolineato nelle missive che il “parere di compatibilità con la programmazione sanitaria regionale è obbligatorio e vincolante per il Comune richiedente”. Malgrado la pressante emergenza psichiatrica nel territorio, il Comune di Siderno ha ratificato a Consorzio Sociale Goel il parere della Regione solo il 21 luglio di quest’anno, dopo oltre un anno, e, in modo assolutamente immotivato, ancora oggi non ha ratificato quello per la cooperativa sociale Lab Therapy, impedendo così l’aumento dell’offerta di servizi nel territorio. «Tutto ciò ci sembra surreale, specie alla luce dell’emergenza dei bisogni di cura del territorio» si osserva.

L’appello

Qui l’appello di Goel – gruppo cooperative al sindaco di Siderno e all’amministrazione comunale:

«di voler urgentemente rinnovare il contratto di comodato prorogato e ancora vigente fino al 29.10.23; siamo disponibili anche a modificare le clausole dello stesso che certamente riteniamo migliorabili per entrambe le parti, garantendo così continuità a un servizio sanitario pubblico indispensabile per il territorio. Così come anche la Corte dei Conti ha più volte confermato, infatti, i Comuni non sono imprese profit e sono chiamati a tutelare l’interesse pubblico che deve essere considerato equivalente o addirittura superiore rispetto a quello meramente economico nella gestione del patrimonio».

La richiesta: tavolo di crisi in prefettura

Inoltre, fin da ora si chiede a tutti i sindaci della Locride e della Piana di Gioia Tauro, nonché al Prefetto di Reggio Calabria:

«di intervenire con urgenza assoluta per individuare una sistemazione alternativa adeguata alla normativa sanitaria vigente, per scongiurare la chiusura di questo servizio sanitario indispensabile per il territorio ed evitare la conseguente “deportazione” di massa dei pazienti in cura e il danno delle loro famiglie, nonché evitare la perdita di posti di lavoro per ben 28 operatori e professionisti»

Si chiede l’apertura urgente di un tavolo di crisi in Prefettura, nonché al sindaco di Siderno «una proroga tecnica fino a che le condizioni di continuità del servizio non saranno garantite altrove, per evitare l’interruzione grave e pericolosa di un servizio sanitario pubblico di grande delicatezza per la tipologia di disturbi affrontati».

La nota si chiude con una riflessione su quanto successo negli ultimi anni quando «più volte i Comuni sono stati giustamente in prima linea per lottare contro la chiusura di reparti di ospedale o servizi pubblici, offrendo gratuitamente immobili nella loro disponibilità pur di evitarne l’allontanamento dal territorio. Oggi ci troviamo, invece, nella paradossale situazione di dover lottare contro un’amministrazione locale per mantenere in vita un servizio sanitario pubblico di primaria importanza. Confidiamo» è la speranza espressa in conclusione «che prevalga il buon senso e che non si contribuisca allo smantellamento del già precario sistema di servizi sociali e sanitari del nostro territorio».

In apertura photo by Austin Neill on Unsplash

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