Welfare

Cala il consumo di droghe

Un milione di consumatori nel 2009 in meno. Scettici gli esperti. Risponde Giovanni Serpelloni. Secondo voi?

di Antonio Sgobba

Un milione di consumatori di droga in meno. Un dato eclatante, diffuso questa settimana dal Governo nella sua relazione annuale. Non sono mancate le reazioni critiche o scettiche, dal mondo delle comunità e anche da ricercatori scientifici (vota il sondaggio qui a fianco). Il professor Giovanni Serpelloni, a capo del dipartimento delle Politiche Antidroga della presidenza del Consiglio, difende qui i contenuti della relazione.

Dalle pagine de Il Giornale, Don Chino Pezzoli si è chiesto “Come sono stati raccolti questi dati?” Come risponde?

Abbiamo seguito metodologie rigorose. Ci siamo serviti dei punti informativi dei ministeri della Salute, della Giustizia e dell’Interno; le analisi sono raccolte nella Student Population survey, che copre la popolazione dai 15 ai 19 anni, e nella General population survey, che va dai 15 ai 64 anni. Abbiamo utilizzato indagini sperimentali sulle acque reflue, considerando le fogne delle scuole e dei comuni, di rilevazioni sui dosaggi presenti nell’aria di cocaina e Thc, il principio attivo della cannabis. Sono stati usati i dati del Viminale sui sequestri delle sostanze, ci siamo serviti di studi su 11mila soggetti in trattamento e su oltre 52mila soggetti sottoposti a drug test tra i lavoratori a rischio

È una metodologia diversa da quella seguita gli anni scorsi?

Nella sostanza no, anzi, c’è stato un aumento delle fonti di informazione. Sono sorpreso dal fatto che molte persone, ancora prima di leggere il rapporto, abbiano espresso dubbi o critiche. Se si legge la relazione si può vedere che è stato elaborata con una rigorosità unica. Se qualcuno ha dei dati migliori, li dia nelle sedi appropriate.

Per alcuni nei vostri dati non sono comprese le nuove sostanze.

Non è vero, mai come questa volta sono stati prese in considerazione. Gli psicofarmaci e gli stimolanti ci sono, sono risultati del nostro sistema d’allerta che ha identificato sette nuove sostanze, tra cui le cosiddette smart drugs.

Rimane un dato che per molti è sorprendente: – 25, 7% in un anno.

Il calo riguarda i consumatori occasionali. Su 4 milioni i veri tossicodipendenti sono circa 400mila e non sono diminuiti. I numeri si riferiscono a chi consuma droghe in base alla capacita di acquisto: se hanno soldi li spendono per divertirsi il weekend, altrimenti no.

Dalle comunità terapeutiche dicono che se ci fosse stata una diminuzione così forte se ne sarebbero accorti.

No, non se ne sarebbero accorti. La richiesta di trattamenti per quel tipo di consumatori avviene dopo 6-8 anni. Se c’è una riduzione adesso, le comunità la percepiranno solo tra qualche anno.

Allora quali sono stati i fattori determinanti della diminuzione dei consumi?

Innanzitutto l’aumento degli interventi di prevenzione, che ora arrivano anche dalle regioni; poi l’uso di deterrenti, come il drug test sui lavoratori a rischio, per cui se risulti positivo perdi il posto di lavoro. Infine influisce la capacità d’acquisto. C’è chi dice che con la crisi i consumatori occasionali aumentano. Non è vero. Con la crisi gli occasionali passano a sostanze più economiche come l’alcol.

Giovanardi ha detto “Le ragioni del calo? Molti sono stati impressionati dal caso Marrazzo”. Lei è d’accordo?

Sì, vedere casi eclatanti, in cui uno ci rimette la reputazione, il lavoro e la famiglia, influisce sui consumatori occasionali.

La relazione dà anche indicazioni per il futuro. Quali sono?

Bisogna continuare a lavorare sulla prevenzione ed estenderla all’alcol, perche c’è il pericolo di una conversione. Fare attenzione all’effetto cronicizzazioni, a cui ad esempio può portare il metadone. Per la riabilitazione e il reinserimento si da ancora poco, non ci sono abbastanza programmi. E infine è necessario continuare con un’efficace azione di contrasto, spacciatori e trafficanti devono essere bastonati.

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