Non profit
Cai come caos
Sciopero degli irriducibili, sindacati spiazzati, il Governo precetta i piloti, ma è una giornata nera
Caos nei cieli e a terra, trasporti nel caos, passeggeri arrabbiati, situazione confusa: i giornali oggi registrano una delle giornate peggiori del sistema dei trasporti nel nostro Paese.
- E inoltre la rassegna stampa di oggi si occupa di:
- Suore rapite in Kenya
- Sistema economico
- Economia, csr e volontariato
- Telefonia
- Gli Usa di Obama
- Etica e Eluana
- Razzismo
“Piloti in rivolta, è caos”, è il titolo di apertura del Corriere della Sera di oggi. I fatti: ieri alle 18 la sigla sindacale Cub (250 iscritti su 16.745 dipendenti) ha proclamato uno sciopero di 24 ore (alla riunione decisiva partecipa anche il segretario del partito comunista dei lavoratori Marco Ferrando. Queste le motivazioni riassunte dall’estensore del documento Roberto Valenti: «Qui si fa il blocco oppure è finita. Siamo davanti al licenziamento di almeno 10mila lavoratori e ancora non siamo stati capaci di fare un’ora di sciopero». Il Governo per mano del ministro Matteoli li precetta, ma gli scali vengono paralizzati. I servizi da pag 5. Nel retroscena di Verderami si dà conto delle preoccupazioni del premier che già domenica sera si è affrettato a chiamare i soci della Cai per evitare che nella cordata si aprissero nuove crepe. «A tutti», racconta Berlusconi, «ho detto che il governo è al loro fianco, che li ringraziamo per quanto stanno facendo e che continueremo a seguirli, ad essere loro vicini». Intanto le anticipazioni sui dati di ottobre testimoniano il crollo del 30% nelle prenotazioni. Il governo sottopone alla riflessione dell’ex direttore commerciale dell’Alitalia e attuale partner di Airbiz Paolo Rubino l’ipotesi da parte della Cai di assumere 1550 piloti fuori da Alitalia. Idea che l’esperto boccia: «Costerebbe troppo perché si rinuncerebbe alle agevolazioni sui contributi per almeno 70 milioni perché i costi di formazione per i nuovi assunti (ammesso che se ne trovino tanti sul mercato) sarebbero troppo elevati».
Negli aeroporti è stato un lunedì nero. Bloccati a centinaia a Fiumicino e Linate. “«Meglio se fallite». La rivolta dei passeggeri” spiega il Corriere a pag 5. Raccogliendo alcuni pesanti sfoghi: «Vergognatevi», «Meglio se fallite», «Siete privilegiati e vi lamentate pure».
“Alitalia, è sciopero selvaggio”: è il titolone in prima su Repubblica. Due pagine – la due e la tre – per descrivere il caos, con la gente in fila e furiosa (“E a Fiumicino scatta la rivolta dei passeggeri” titola Federica Angeli: fino a 10 ore di coda al terminal). Roma e Milano in tilt, anche per via dello sciopero dei trasporti locali. Coincidenza che fa dire al governo: «cambiamo le regole». Così il ministro Sacconi: «La paralisi improvvisamente organizzata di aeroporti, stazioni ferroviarie, strade e autostrade è un atto illegale che deve essere solo rimosso e sanzionato… Nessuna manifestazione sindacale può prendere in ostaggi un paese». Quanto all’adesione allo sciopero, le ferrovie dicono 30, i sindacati 84%… Roberto Mania sul retroscena: “Saltati anche gli autonomi «È il Vietnam sindacale»”. Ad affermarlo Giuseppe Berta, prof della Bocconi: «L’arena sindacale è diventata terra di nessuno e lì ciascuno si scopre nemico dell’altro». In effetti scavalca che ti scavalco, i sindacati hanno fatto a gara a superarsi nella protesta. finché il neonato Comitato ha deciso lo sciopero selvaggio (appoggiato subito da Cremaschi, capo della Fiom: «ci vuole un referendum»). «Si assiste così alla frantumazione della rappresentanza sindacale», commenta Mania.
«E’ l’ora della guerriglia, minimo sforzo e massimo danno». Si apre così l’editoriale de La Stampa, a firma di Paolo Baroni sugli scioperi di ieri del «comitato lotta Alitalia», 3-4000 persone sui 21.000 dipendenti Alitalia che hanno mandato in tilt Fiumicino. «Gesto irresponsabile nel giorno in cui già si fermavano bus, metro e ferrovie» continua l’editoriale e all’interno La Stampa dedica un primo piano di quattro pagine agli scioperi intitolato “Caos nei cieli”. Mentre scattava la protesta da Bruxelles è arrivata l’indiscrezione secondo la quale domani la Commissione europea dirà di sì al piano Cai ma bloccherà il prestito ponte varato a primavera, sottolinea l’apertura del servizio. «Due le condizioni poste da Bruxelles: l’operazione dovrà essere sorvegliata da un gruppo di esperti indipendenti e i 300 milioni dovranno essere rimborsati allo Stato, non dalla Cai però ma dalla vecchia Alitalia; poichè la compagnia è commissariata e controllata dal Tesoro la cifra può essere aggiunta alla lista dei costi per la collettività». La Stampa intervista lo steward che giuda la protesta a oltranza, Roberto Valenti che dice: «Questa è la nostra unica arma per protestare.. stanno cacciando oltre diecimila persone più diverse migliaia di precari.. tagliano il salario di chi resta del 35 per cento.. si scelgono chi sta dentro e chi sta fuori come i rompiscatole, le mamme e chi non è pronto a obbedire.. chi avrà la fortuna di essere assunto dovrà essere iperflessibile. Insomma ci
dispiace ma non abbiamo scelta».
” Ma che cosa scioperate a fare?” è il titolo che apre la prima pagina de Il Giornale. In occhiello: “in 300 prendono in ostaggio Fiumicino con una protesta improvvisa. E il ministro li precetta. Città bloccate per lo stop dei mezzi pubblici. Passeggeri e cittadini: «è una guerra contro di noi»”. I servizi alle pagine 2-5. In un’intervista Angeletti, Uil commenta la protesta con un «Parte sconfitta perchè difende un mondo che non c’è più». «In questa fase di passaggio dalla vecchia Alitalia alla Cai ci sarà caos e chi non vuole o si sente danneggiato cercherà di difendersi». « I lavoratori sono 25mila, la protesta ha interessato 300-400 persone. i vertici delle associazioni si sono opposti, sanno benissimo che non si possono annunciare scioperi senza il rispetto delle regole». Pag. 5 titola “Tutti i privilegiati che hanno scelto le barricate” per fare un focus su “chi vuole fermare l’Italia. Oltre ai piloti, accademici, magistrati, teatranti e persino croupier”.
Avvenire richiama in prima “Alitalia: sciopero-blitz, voli nel caos. Ma scatta subito la precettazione”. E poi, “È un atto illegale. Il governo per la linea dura” titola a pag. 8, esponendo le reazioni politiche all’improvviso sciopero dei «ribelli»: il Pdl sostiene l’esecutivo contro il «ricatto» dei lavoratori, mentre l’Idv aizza l’assemblea dei manifestanti. Pd e Udc invocano il dialogo. Secondo il ministro dei trasporti Altero Matteoli, quella dei piloti è «una vera dichiarazione di guerra». Ai sindacati, il ministro del Lavoro presenterà la prossima settimana il ddl sulla nuova disciplina del diritto di sciopero pensato proprio per impedire emergenza come quella di ieri. L’Italia dei valori è l’unico partito che appoggia la protesta. Ieri il senatore Stefano Pedica ha incoraggiato i lavoratori a proseguire a oltranza nello sciopero. Ma non a tutti, nell’Idv, piace questo spirito oltranzista.
Per il manifesto sull’Alitalia nel caos piccolo richiamo in prima alle due pagine interne in una prima pagina dedicata completamente alla morte di Miriam Makeba: “L’Africa per noi” con grande foto della cantante morta a Castelvolurno. Le pagine dedicate al tema che riporta come occhiello “Autunno caldo. «Sciopero» fantasma nella compagnia aerea, dove invece viene confermata la mobilitazione nel pieno rispetto delle regole». Decine di voli cancellati (…) Intanto l’industria registra un nuovo crollo”. “Alitalia in lotta, senza sciopero” è il titolo dell’articolo che racconta il pomeriggio di ieri che si apre con questa frase: «La stupidaggine arriva ad assemblea conclusa. Dopo ore e ore di discussioni, serie, appassionate e intelligenti come sanno esserlo soltanto quelle tra persone che si giocano il posto di lavoro. Ossia la vita. (…) Non è difficile spiegare da dove venga quel fantomatico «sciopero» proclamato all’improvviso, verso le 16 di ieri, da un «comitato» che non a caso non comprende nessuna della delle organizzazioni che da giorni stanno sviluppando la mobilitazione all’interno di Alitalia». La conclusione del racconto della giornata di ieri è che «Di reale c’è solo il numero degli aerei che portano ritardo, in crescita. Sono iniziate anche l cancellazioni (…) Per oggi è previsto un incontro con i sindacati confederali….».
Nella pagina si parla anche degli scioperi del trasporto pubblico che ha avuto adesioni altissime ( a Milano Lombardia tra il 70 e il 100 %, Emilia Romagna 98% tra Bologna e Imola e Napoli 80%), ma anche del settembre nero della produzione industriale: Tremonti «prende tempo “Un piano entro natale”» si scrive nell’occhiello dell’articolo intitolato “La produzione crolla del 2,1% in un mese, ma il governo non si muove” «Piove sul bagnato e il governo fa orecchie da mercante. Pessimi segnali arrivano dal fronte dell’economia reale», seguono i dati di settembre della produzione industriale con gli effetti della crisi mondiale che «precipitano su uno scenario già critico sul mercato interno».
Due punti di vista interessanti sul Sole 24 Ore, entrambi in prima pagina. Di spalla, Franco Locatelli scrive: «Bisogna dire basta alla dittatura di minoranze» riferendosi ai 130 piloti che ieri hanno bloccato i voli: «questa è la dittatura di minoranze irresponsabili che disprezzano la democrazia», contro di essere la «comprensione non è possibile» e quindi ai politici tocca fare una sola cosa: «resistere». In un altro pezzo si elencano invece le «10 questioni aperte» sulla vertenza Alitalia, un decalogo messo a punto dal Sole e nel quale si fanno 10 domande alla Cai. Tra queste, le principali riguardano assunzioni e tagli, il partner straniero, i soci della Cai e il suo capitale. Domande che, scrive il Sole, rimangono ancora senza risposta e quindi rendono difficile se non impossibile il decollo della nuova compagnia.
E inoltre sui quotidiani di oggi:
Suore rapite in Kenya
La Repubblica – A pagina 10 (con richiamino in prima): “Kenya, rapite due suore italiane «Un assalto di 200 uomini armati»”. Dopo 30 minuti di battaglia (vestiti come soldati somali) hanno rapito anche alcuni kenyani e si sono diretti verso la Somalia. Il nunzio apostolico Alain Paul Lebeaupin sottolinea: «In quelle zone le nostre comunità fanno testimonianza, non gestiscono strutture o ospedali. Dubito che si sia trattato di un rapimento organizzato proprio per portare via loro». Insomma movente sarebbe il denaro. diverso il parere di Pino Isoardi, responsabile del movimento contemplativo Padre de Foucauld: «sono andati proprio a prendere queste persone»…
La Stampa – Primo piano per le due suore italiane rapite domenica in Kenya al confine con la Somalia. Si è trattato di un vero e proprio bliz, compiuto da 200 somali armati che hanno assaltato la piccola “casa dei poveri” di El-Wak e portato via le due religiose, suor Maria Teresa Olivero, 59 anni di Centallo e suor Caterina Giraudo, 67, di Boves in provincia di Cuneo, entrambe appartengono alla fraternità “Charles de Foucauld”. Non si conoscono le ragioni del rapimento, forse si tratta di un avvertimento verso le autorità locali che qualche giorno prima avevano fatto una retata per farsi consegnare tutte le armi dei clan. Nella comunità kenyana c’è molto rispetto verso le due religiose: aiutano poveri, lebbrosi, malati di epilessia e tubercolosi, disabili e anziani. Il Papa ha lanciato un appello per la loro liberazione.
Il Giornale -Editoriale di Mario Giordano dedicato alle suore rapite in Kenya. ” Quando è arrivata la notizia in redazione l’abbiamo presa un po’ così. Ce ne dovremo occupare. Ho frequentato missionari a sufficienza per saper cosa penserebbero «Quanto disturbo abbiamo dato». Sono un inno all’umiltà. L’irruzione di quei mussulmani ci obbliga a occuparci di loro e a interrogarci sul massacro dimenticato dei cristiani nel mondo». Il servizio è a pagina 11 con la cronaca di Biloslavo e la testimonianza di una consorella delle rapite.
Sistema economico
La Repubblica – R2: “Il Paese da sbloccare”: Ettore Livini e Tito Boeri sulla radiografia di un male italiano. Ovvero l’avanzata età della classe dirigente, molto più evidente dalle elezioni americane ultime. Obama, classe 1961, ha 47 anni, mentre la nostra media per i leader dei vari campi (dalla politica all’economia) si attesta al 49,6% di over 71enni. Ha buon gioco Livini a titolare il suo pezzo: “Dove non crescono i giovani leader”. La tesi ovviamente è che il mancato ricambio non consente ai giovani di fare esperienze significative e non permette di far emergere il merito. Qualche segnale in economia c’è, ma la politica fa addirittura retromarcia. A corredo alcuni dati di una ricerca della Luiss: il 79% dei cittadini ritiene poco innovativo chi è al potere e solo il 30,1% lo ritiene abbastanza competente (cui si potrebbe sommare l’1,7% di pensa sia molto competente…).
Italia Oggi – La corte dei conti europea punta il dito contro il livello rilevante di errori che non garantiscono legittimità e regolarità dei rimborsi da parte della Commissione europea per i fondi destinati alle regioni. I controlli dei conti Eu sottolineano che, in base a un campione, è emerso che l’11% dell’importo totale rimborsato da Bruxelles agli stati membri non avrebbe dovuto esserlo. I giudici contabili mettono in evidenza che in gran parte dei casi con i fondi strutturali sono stati pagati progetti non ammissibili. E ci sono state anche dichiarazioni in eccesso di utilizzo di fondi o gravi inosservanze delle norme in fatto di appalti. La Commissione europea ha detto che non esiterà a mostrare fermezza e a sospendere i pagamenti fino a quando gli Stati non metteranno in atto le correzioni necessarie. Solo per il 2008 le correzioni finora imposte da Bruxelles ammontano a 843 mln di euro. UN ammontare supplementare di 1,5 mld dovrebbe essere recuperato entro marzo 2009. La sospensione dei fondi, secondo quanto quanto reso noto nei giorni scorsi, ha riguardato sette programmi, di cui due riferiti all’Italia, per Puglia e Calabria.
Economia, csr e volontariato
Sole 24 Ore – Supplemento speciale del Sole dal titolo “Etica & Impresa” dedicato alla csr al tempo della crisi (con all’interno uno speciale su “Cibo & etica”…). Un’indagine Sole24ore-Sodalitas-Anima-Csr Manager network ha lanciato un sondaggio online tra 6000 opinion leader di imprese italiane cui hanno risposto in 230. Domanda: quale sarà l’impatto della crisi economica sugli stanziamenti di csr della vostra azienda? Risposta: taglieremo sulla filantropia (e tanto: fino al 20%), stabili gli investimenti in processi interni di csr e relazioni con la comunità, su invece le spese per governance e trasparenza, sostenibilità e bilanci etici. Poi via a una sfilza di interventi illustri (Yunus in primis) sull’importanza della csr anche in tempi di crisi, e la Roccella, che ha la delega ala csr, che di fatto rimanda al libro verde, visto che il misero milioncino stanziato da Prodi per promuovere la csr in azienda è finito sotto la scure di Tremonti.
Italia Oggi – Si è conclusa superando le migliori aspettative, la 12a edizione di Ecomondo, salone internazionale del recupero di materiale ed energia e dello sviluppo sostenibile, svoltasi da mercoledì 5 novembre a sabato scorso, a Rimini fiera. Questo è l’evento fieristico leader italiano dedicato all’ambiente, punto di riferimento per il recupero e l’uso di materie ed energia. La Kermesse ambientale ha richiamato 64.858 visitatori ( +12% sul 2007).
La fiera ha ospitato oltre 1000 aziende su 85 mila mq, articolati in 16 padiglioni. In esposizione la più ampia gamma di opportunità tecnologiche, sistemi, attrezzature e servizi che si è allargata ad ampio raggio su tutte le tematiche ambientali. La manifestazione è cresciuta fortemente anche sotto il profilo internazionale, ospitano Green Ventures, la più grande borsa di cooperazione per imprese dei settori ed energia.
Corriere della Sera – Milano. L’apertura delle pagine locali è dedicata ai nuovi dati del registro delle associazioni di volontariato che fanno registrare un boom dei volontari che sono 8.600 più che nel 2003 per un totale di 56.838 unità al 31 dicvembre 2007 e fanno risparmiare ai comuni della provincia 99milioni l’anno. Un solo neo: l’età, tanti gli ultra 50enni, pochi i giovani.
Telefonia
Corriere della Sera – “Telefono e concorrenza. Il confronto delle tariffe”. Il focus del Corriere do oggi punta la lente sui costi del fisso e del mobile. Fra le compagnie low cost e quelle di “bandiera” la differenza raggiunge il 50%. Insomma la concorrenza funziona, anche se molto spesso la complessità delle offerte crea confusione.
Gli Usa di Obama
Avvenire – Due pagine sono dedicate alla politica d’Oltreoceano: la 6 titola: “Barack, prima «prova» alla Casa Bianca”. Dalle pagine del New York Times, il premio Nobel, «Paul Krugman ha invitato Obama a “imparare dagli errori di Franklin Delano Roosevelt, così come dai suoi successi”. Il “new deal” lanciato dal presidente Roosevelt non ha avuto tanto successo sul breve quanto sul lungo periodo, ha ricordato Krugman, suggerendo “alla squadra di Obama di stabilire quanto sia necessario all’economia e poi aggiungere il 50%”». Nella pagina accanto (“I vescovi a Obama: «Sfide straordinarie»”, si riporta il monito sull’aborto con cui il cardinale George ha aperto l’assemblea plenaria: «Dovrà tener conto del bene comune, che non può incarnarsi in una società in cui coloro che attendono di nascere possono essere uccisi legalmente». I vescovi Usa fanno dunque notare al neo-eletto che la fiducia in lui riposta da tanti cattolici non è un assegno in bianco. Di fatto, Obama intende cambiare 200 leggi del precedente governo e, fra le misure dai giorni contati, anche «una serie di barriere a protezione della vita erette negli ultimi otto anni dai repubblicani». Intanto si scatena il toto-nomi di coloro che entreranno nel nuovo team di governo: le curiosità riguardano soprattutto la scelta più delicata, quella del ministro del tesoro. Mentre per quanto riguarda Pentagono (con l’ammiraglio Michael Mullen), Fbi (con Robert Mueller) e Fed (con Ben Bernanke) si prevede una sostanziale continuità con l’era Bush. Kerry è in pole position come segretario di stato.
Il manifesto – Sulla prima visita di Obama alla Casa Bianca, un rituale, il manifesto rileva che “Dietro la cortesia è già scontro tra vecchia nuova amministrazione”. Marco D’Eramo sottolinea come Podesta abbia sottolineato due esempi di revoche di provvedimenti dell’amministrazione Bush, in particolare: cellule staminali (Bush aveva negato i finanziamenti) e vendita di terreni demaniali in Utah per le ricerche petrolifere anche se l’asta è prevista il 19 dicembre. «Un altro decreto che potrebbe essere revocato è quello che nega il finanziamento pubblico Usa a Ong o gruppi che favoriscono la pianificazione familiare (e che l’amministrazione Bush) aveva accusato di favorire l’aborto)».
Etica e Eluana
Avvenire – A pag. 11: invito di Eugenia Roccella alla Cassazione a ripensarci: «Trovo angosciante che un giudice possa decidere della vita o della morte e suscitare un nuovo caso Terri Schiavo. Il sottosegretario alla Salute mette in guardia anche dall’utilizzo consumistico e “fai-da-te” dei test genetici. «Risulta spesso un uso inappropriato con, da un lato, la difficoltà a trovare le diagnosi giuste del paziente e, dall’altro, una proliferazione di test che vengono fatti senza un indizio sufficiente». Significativi i risultati del censimento commissionati all’Istituto Css-Mendel e riportati da Bruno Dallapiccola, direttore scientifico del centro, in merito ai test: quelli relativi alla sindrome di William sono risultati positivi solo al 2,82%; quelli per la sindrome di George al 3,34%, per quella di Angelman all’8,83%.
Razzismo
Il manifesto – “Il razzismo va in aula” è il titolo dell’articolo sulla discussione prevista per oggi al Senato dl ddl sulla sicurezza: “un lungo e odioso elenco di norme razziste. E nessuno si indigna” scrive il manifesto nel sommario all’articolo di Giorgio Salvetti. «Ronde legalizzate. Multe salatissime e divieto di matrimonio per chi non ha il permesso di soggiorno, tasse e test di italiano per chi ne ha diritto. Campi rom solo se approvati con referendum e un’odiosa “patente a punti” sull’integrazione. Sono gli emendamenti vessatori approvati in commissione che, se possibile, peggiorano il disegno di legge 733 sulla sicurezza». La chiusura dell’articolo è una domanda: «A quando la patente per i politici razzisti?».
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