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Cagliari, Università in campo per gli studenti ucraini

Un pacchetto di provedimenti di Unica, in attesa di presentare le iniziative insieme agli altri 59 atenei che aderiscono alla Runipace, la Rete Università per la Pace promossa dalla Conferenza dei rettori. L'ex calciatore Andrij Shevchenko agli studenti connazionali presenti a Cagliari: «Non sprecate questa occasione, impegnatevi tanto: voi siete il nostro futuro, la nostra speranza».

di Luigi Alfonso

«La Sardegna dimostra che tutta l’Italia è al nostro fianco. L’Ucraina vuole la pace e anche l’Italia vuole la pace». Lo ha detto l’ex campione di calcio ucraino, Andrij Shevchenko, attraverso un video inviato da Londra e trasmesso nel corso di un incontro con la stampa promosso dal rettore dell’Università di Cagliari, alla luce degli eventi in Ucraina: l’iniziativa ha permesso di presentare gli interventi a favore dei 22 studenti (17 ragazze e 5 ragazzi) e ricercatori ucraini che studiano o lavorano a Cagliari da ben prima che cominciasse la guerra. Per loro, e per quelli che eventualmente sceglieranno il capoluogo isolano come prossima destinazione, è previsto un pacchetto di provvedimenti d’emergenza: si va dall’esonero delle tasse universitarie all’istituzione di dieci borse di studio da oltre 6mila euro e di tre assegni di ricerca da 20mila euro. Inoltre, sono previsti corsi gratuiti di italiano per studenti, ricercatori e insegnanti che scappano dai bombardamenti russi.

L’ex attaccante del Milan, oggi allenatore, ha chiuso il breve intervento con un messaggio rivolto ai ragazzi: «Non sprecate questa occasione, impegnatevi tanto: voi siete il nostro futuro, voi siete la nostra speranza. Il mondo che vogliamo è nelle vostre mani».

L’Università di Cagliari si sta muovendo a stretto contatto con altri enti e organizzazioni del Terzo settore per attivare l’ospitalità, e ha messo a disposizione una casella mail per indirizzare richieste di aiuto e per eventuali azioni di ulteriore sostegno. «Siamo partigiani della pace – ha sottolineato il rettore Francesco Molale nostre armi sono la tolleranza, la cultura e la crescita. L’università vive di scambi internazionali e di non frontiere. Passare dalla pandemia alla guerra sotto casa è devastante. Non facciamo distinzioni tra buoni o cattivi, non parliamo di governanti, ma di persone».

È solo un provvedimento tampone. L’ateneo sardo, infatti, la prossima settimana presenterà gli altri eventi di solidarietà che metterà in campo, come faranno le altre 59 Università che aderiscono alla Runipace, la Rete Università per la Pace promossa dalla Conferenza dei rettori. I capisaldi sono di strettissima attualità: il ripudio della guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo per la risoluzione delle controversie internazionali; la fede nei diritti umani fondamentali, nella dignità e nel valore della persona umana; l’obbligo di cooperare al fine del mantenimento della pace e della prevenzione delle minacce alla pace; il contrasto alle diseguaglianze e alla povertà.

«Da anni l’Università di Cagliari è impegnata nei progetti di sostegno dei rifugiati. Supportiamo gli studenti afghani con borse di studio e lo stesso faremo con la colonia ucraina», ha spiegato Alessandra Carucci, prorettrice all’Internazionalizzazione. «Il nostro impegno sarà continuo, tanto che abbiamo partecipato con la Caritas ai progetti per i corridoi universitari per i rifugiati. Tra l’altro, con gli atenei ucraini abbiamo varie partnership e proprio pochi giorni prima che scoppiasse questa tragedia abbiamo presentato un progetto Erasmus che coinvolge tre accademie, inclusa quella di Kiev».

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