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Cagliari, la bella storia di Marco. Volontario e candidato vincente

Parla il recordman del centrosinistra alle amministrative di Cagliari: Marco Espa, il fondatore di ABC (Associazione bambini Cerebrolesi)

di Riccardo Bonacina

Il più votato della lista margherita (591 voti), il consigliere più votato dell’intero centrosinistra, rifondazione compresa…..mentre il centrosinistra crollava…
il quarto più votato dei circa 700 candidati a Cagliari…. senza promettere posti di lavoro a nessuno…senza avere alle spalle nessun “padrino” politico…
AVETE ESAGERATO!!!
carissimi, grazie ancora! un segno così importante per tutto il mondo politico che ci circonda, abbiamo portato un modo nuovo non rissaiolo di fare campagna elettorale…che ha funzionato alla grande! la forza…della debolezza? siamo oramai una squadra…. (devo dirvi la verità, fondata dai nostri figli “speciali” …) mi sa mi sa che la bella politica si può fare ancora…se rimaniamo collegati …
SIAMO SOLO ALL’INIZIO!
Marco Espa

Questo la e-mail che Marco Espa, fondatore di ABC (Associazioni bambini cerebrolesi) aveva inviato alla nostra redazione e a tutti i suoi amici. La sua ci è parsa una storia interessante e illuminante. La proponiamo a tutti così come l?ha scritta un collega dell?Unione Sarda.

Parla il recordman del centrosinistra alle amministrative di Cagliari: Marco Espa,
Si è candidato, dice, per ribaltare i metodi della politica. “I protagonisti non siamo noi, i cosiddetti politici, ma la gente che rappresentiamo. I cittadini devono proporre, noi dobbiamo tradurre in fatti concreti le loro esigenze”. Un idealista in un mondo di
cacciatori di poltrone? “Sono un uomo concreto”, precisa, “perché io la politica l?ho sempre fatta, risolvendo giorno per giorno i problemi reali”.
Quarant?anni, funzionario della Corte dei conti, il recordman di preferenze del centrosinistra (591 voti con la Margherita) è soprattutto il padre di Chiara, tredici anni, disabile gravissima. È stata lei ad insegnargli tutto della vita. Soprattutto che la sua e l?esperienza delle famiglie dei disabili non deve essere più privata: “I nostri figli più
sono gravi e più sono dei ?politici?, nel vero senso della parola, perché la loro presenza pone domande ed esigenze sociali e culturali alle quali bisogna dare risposte con fatti concreti”.
Espa rappresenta il mondo delle famiglie che sino ad ora si sono sapute organizzare
Indipendentemente dalle istituzioni e che ora gli hanno dato una delega: quella di rappresentarli, sapendo che lo farà davvero perché “aumentando la qualità della vita delle persone cosiddette deboli si aumenta la qualità della vita della collettività”, dice.
Dieci anni fa ha creato l?Abc, Associazione bambini cerebrolesi, ed è delegato di numerose associazioni e commissioni che si occupano di disabili. “Posso assicurare che la battaglia più dura è vedere che la rete sociale non crea servizi né occasioni di sostegno.
L?atteggiamento prevalente è: ti faccio un favore, ti tolgo la barriera architettonica. Ti faccio un favore: ti garantisco l?insegnante di sostegno. Questo”, spiega, “è mortificante perché tuo figlio è sempre un problema, mai una risorsa. Non bisogna sorprendersi, dun-que, se qualche genitore non vuole riconoscere il proprio figlio disabile, i ?problemi? non piacciono a nessuno”.
Per questo, dice, “la politica ci riguarda, perché cambia il destino della vita delle persone”. È per questo che ha deciso di impegnarsi in prima persona. “Siamo abbastanza stanchi ma agguerriti! Basta con gli istituti, sì all?aiuto alla persona là dove vive, con servizi di qualità e personalizzati”.
Fa riflettere il fatto che sia stato lui il più votato a sinistra, e non il figlio di una segreteria di partito o un politico di professione. O, peggio, “uno che si riempie
la bocca di solidarietà e non sa neanche che cosa sia”.
Lui ha fatto politica tra la gente, non ha solo demonizzato il centrodestra. La sua vittoria è quella del vo-lontariato vero, non gratuito, sentito, necessario. Con gli elettori, Espa ha
fatto un patto etico-politico: massima correttezza nell?uso del denaro pubblico, apertura nei rapporti con i colleghi di tutti i partiti, esercitare il potere come servizio, mettere il bene pubblico al di sopra degli interessi di partito, incontri periodici con gli elettori al
fine di fare un resoconto. Da oggi in poi”, annuncia, “il Comune dovrà sedersi insieme a tutti i componenti della società civile al tavolo della programmazione, non solo della ge-stione, degli interventi: grazie alla nuova legge di riforma dell?assistenza è finito il tempo nel quale i Comuni facevano gli appalti al ribasso, i privati si arrangiavano nell?erogare i servizi alla persona, l?importante era rispettare formalmente il contratto, senza guardare la qualità”. No, questo non basta più. “Se non si procederà così non arriveranno più le risorse a beneficio di tutti i cittadini. Oggi sin dall?inizio dobbiamo
progettare insieme, comune, imprese sociali, cittadini e le loro organizzazioni di auto aiuto: questo forse toccherà procedure ed interessi economici stabilizzati nel tempo, ma è
il momento di cambiare, la legge lo dice con chiarezza, senza il nostro gradimento
niente potrà essere fatto sulla pelle delle persone in situazione di handicap (e non solo) e delle loro famiglie”.

Da L?Unione Sarda

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