Formazione

Cade un mito: i poveri non vanno male a scuola

Secondo una recente rielaborazione dei risultati dei test Pisa, in molti paesi (Europa compresa) il 10% più povero di alunni ha fatto meglio del gruppo più ricco. Una dimostrazione che i veri ostacoli alla mobilità sociale vanno cercati dopo che si sono lasciate le aule...

di Gabriella Meroni

Sei povero? Ahi ahi ahi. Il tuo destino è segnato: andrai peggio a scuola, non accederai a un’istruzione superiore, sarai meno qualificato, troverai più difficilmente lavoro, anzi probabilmente sarai disoccupato, ti metterai nei guai e alla fine diventerai un delinquente. E' questo un pregiudizio, anzi un vero e proprio mito, che ci hanno fatto credere per anni, statistiche alla mano. Ebbene: non è vero niente.

A demolire il sentiero tracciato che porterebbe dalla povertà al crimine ci ha pensato l’Ocse nella persona del vicedirettore del settore Istruzione, il “preside mondiale” (come in molti si divertono a chiamarlo) Andreas Schleicher. E Schleicher è partito proprio dal primo gradino: la scuola. “Non è assolutamente vero che gli alunni meno abbienti sono quelli che ottengono i risultati peggiori sui banchi”, ha dichiarato Schleicher, che è tra l’altro il responsabile dei tanto citati test Pisa, quelli che misurano le competenze matematiche e scientifiche e la capacità di lettura dei 15enni in 65 paesi (e in cui gli studenti italiani rimangono sotto la media Ocse).

Schleicher si è preso la briga di analizzare i risultati ottenuti nei test dal 10% più povero degli studenti del mondo, e ha fatto interessanti scoperte, la prima delle quali è che i ragazzi poveri di molti paesi poveri sono più bravi a scuola di quelli ricchi nei paesi ricchi. E più in generale, spesso i poveri battono i ricchi anche in nazioni simili.

Ma ecco qualche esempio: il 10% più povero degli alunni di Shangai ha ottenuto risultati migliori nei Pisa rispetto al 20% più ricco degli studenti di USA e Gran Bretagna. Il 10% più povero degli studenti di Hong Kong hanno battuto i più ricchi di Norvegia e Svezia. Venendo all’Europa, i test migliori in assoluto in Olanda sono stati proprio quelli degli alunni meno abbienti, che in matematica hanno superato, per esempio, i francesi più ricchi. Gli unici studenti europei poveri che hanno ottenuto anche i punteggi bassi sono quelli della Slovacchia; in tutte le altre nazioni i meno abbienti sono rimasti ultimi solo nella classifica di reddito, non certo in quella – ben più importante – dell’intelligenza e della voglia di fare.

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