Formazione

C’è un lavoro che raddoppia

Nel primo trimestre del 2001 i contratti interinali sono 2 volte quelli dell'anno scorso. Le sfide prossime sono: formazione e l’inserimento degli svantaggiati

di Francesco Agresti

L?obiettivo è quello di arrivare entro il 2002 a impiegare almeno il 2 per cento della forza lavoro complessiva del nostro Paese». Enzo Mattina, presidente di Assointerim, l?associazione che rappresenta circa il 90 per cento delle società di lavoro temporaneo che operano in Italia, ne è convinto. I dati relativi agli avviamenti effettuati nel primo trimestre di quest?anno dalla Adecco, prima agenzia di lavoro interinale in Italia e in Europa, sembrano giustificare tanto ottimismo: 28mila persone avviate al lavoro, contro le 15mila dello stesso periodo nel 2000; 11 milioni di ore lavorate, contro i 6 milioni dello scorso anno; 73 miliardi di contributi previdenziali versati, di cui 1,2 destinati al fondo per la formazione dei lavoratori temporanei. E un lavoratore su due, alla scadenza del rapporto, è stato assunto a tempo indeterminato.
«Il lavoro interinale è il vero catalizzatore tra giovani e mondo del lavoro», dice Antonio Pelaggi, consulente di Assointerim. «L?80 per cento degli avviamenti interessa persone con meno di 35 anni, per molti si tratta della prima esperienza professionale». Il lavoro interinale è stato introdotto nel nostro ordinamento dalla legge 196 del 1997, ma è operativo dal ?98. Il rapporto di lavoro interinale si configura come un accordo tra tre parti: l?impresa che offre lavoro, la società di lavoro temporaneo e il lavoratore. Quest?ultimo viene assunto dalla società di lavoro interinale che lo ?gira? all?azienda richiedente. L?agenzia interinale deve provvedere al pagamento di tutti gli oneri previdenziali e assistenziali.
Il 25 maggio 1998 venne sottoscritto il primo contratto collettivo di categoria, risultato del confronto tra le organizzazioni sindacali e Assointerim. Il contratto è scaduto da circa un anno e mezzo. A giugno dovrebbe partire il confronto tra le parti. Le organizzazioni sindacali ancora non hanno messo a punto una piattaforma unitaria, mentre le richieste delle società interinali sono delineate da Enzo Mattina: «Il nostro obiettivo sarà quello di ottenere una semplificazione degli istituti contrattuali e la piena podestà sulle materie che ci riguardano. Chiederemo, inoltre, la modifica della norma che impone alle imprese, di grandi o piccole dimensioni, il limite dell?8 per cento del personale assunto come quota massima per l?assunzione dei lavoratori temporanei, creando un?evidente disparità di trattamento tra imprese grandi e piccole. Affronteremo anche la questione della costituzione di un fondo pensione per i lavoratori temporanei che permetta loro di accumulare versamenti durante i periodi di occupazione».
Altro punto fondamentale sarà la formazione. La maggiore organizzazione sindacale del mondo occidentale, la tedesca Ig Metal, si è impegnata per i prossimi due anni a fare esclusivamente rivendicazioni che garantiscano ai lavoratori la possibilità di frequentare corsi di formazione. A dicembre il ministero del Lavoro ha riconosciuto la personalità giuridica a Forma Temp, un fondo bilaterale alimentato dai contributi delle società interinali che versano il 4 per cento delle retribuzioni che corrispondono al lavoratore. Il fondo dovrebbe poter contare su una dotazione iniziale superiore ai 100 miliardi per garantire percorsi di qualificazione e riqualificazione dei lavoratori temporanei. Adecco ha già avviato 600 corsi di formazione investendo 4,5 miliardi. La società franco-svizzera, inoltre, ha da poco costituito una fondazione Onlus, presieduta da Gino Giugni e da Tiziano Treu, che si occuperà dell? inserimento lavorativo di alcune categorie svantaggiate. «La Fondazione Adecco per le pari opportunità», spiega Claudio Soldà, direttore operativo della Fondazione, «è nata a febbraio mutuando l?esperienza spagnola della Fundaciòn Adecco para la integraciòn liberal. La finalità è favorire l?inserimento dei disabili, degli atleti a fine carriera e degli ultraquarantenni. Nei pochi mesi di attività abbiano avviato al lavoro 60 atleti tra cui molti ex campioni olimpionici, e 65 disabili che si aggiungono ai 50 avviati lo scorso anno prima della nascita della Fondazione da Adecco». La Fondazione investirà nel 2001 5 miliardi per realizzare corsi di formazione di base di breve durata sui principali provvedimenti legislativi e sugli strumenti di autocandidatura, e corsi per l?acquisizione delle competenze professionali individuate di volta in volta secondo le richieste delle aziende. Ha poi in programma la realizzazione, entro fine anno, di 140 corsi di base e 40 corsi professionali. I corsi in programma saranno realizzati a Milano, Torino, Roma, in Toscana e in altre città del Nord. Gli interessati all?iniziativa possono inviare il curriculum via fax al numero 02 88142600.

L’identikit: chi è l’interinale tipo
Età.

20-35 anni la media. Maschio. impiegato principalmente nell?industria. È questo l?identikit del lavoratore temporaneo che emerge dalla ricerca curata dall?Isfol sulla base dei dati raccolti presso i Centri per l?impiego, nel secondo semestre 2000. Lo studio ha esaminato oltre 10 mila missioni
Titolo di studio.
Basso livello di scolarizzazione: il 70% dei lavoratori interinali non ha un titolo di studio superiore alla licenza media.
Dove sono.
Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Lazio sono, nell?ordine, le regioni in cui è maggiore il ricorso al lavoro interinale.
Chi li vuole.
Le principali ragioni che spingono le imprese a fare ricorso alle agenzie interinali sono la sostituzione di lavoratori assenti e la copertura di mansioni non abitualmente utilizzate.
Durata.
La durata media delle missioni è di 44 giorni, un terzo non supera una settimana, più del 60% non va oltre i trenta giorni.
«Il 65%», spiega Marinella Giovine, dirigente dell?area mercato del lavoro dell?Isfol, «è costituito da avviamenti al lavoro, il resto da proroghe».
Che fine fanno.
Ogni 100 avviamenti al lavoro, 70 interessano lavoratori maschi, 20 cittadini stranieri e solo 30 riguardano le donne. Gli stranieri hanno il 10% di possibilità in più di ottenere un proroga. Tra i maschi quelli che hanno più probabilità di conferma sono quelli sotto i 30 anni.

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