Spiaggia. I giapponesi non vogliono più venire. Si sentono truffati e spesso umiliati dai tassisti, dai ristoratori, dai succhia-turisti che imperano in Italia. Come dar loro torto? Specie d’estate. Spesso anche noi scapperemmo, ecco magari non per finire stretti e costretti come sardine in Giappone, dove anche l’aria che respiri costa e si deprimerebbe anche un comico di mestiere. Però sì, c’è da comprenderli, anche quando l’autorevole quotidiano Ashai Shimbun, il giornale più letto del pianeta, spiega che il nostro turismo è in «rapido declino». Declino sì, da millenni, rapido… oddìo, senza nulla togliere al giornalismo giapponese, non appare proprio supersonico. L’Italia è sempre all’ennesima ultima spiaggia, di nome e di fatto.
Montagna. Un’alpinista vicentina, Cristina Castagna, che di solito faceva l’infermiera in pianura, è morta cadendo in un crepaccio mentre scendeva dopo aver conquistato il K3. Aveva lasciato scritto: «Se mi accade qualcosa lasciatemi sui monti». Testamento impressionante per chi viveva la passione della montagna come una vera fuga. Fuga dall’affollamento fisico e metafisico, fuga dall’alienazione, dal rumore volgare delle nostre vite quotidiane. Lassù il vento ha ancora un fruscìo che sa raccontare qualcosa. Lassù ha un senso diverso vivere, e questa volta dobbiamo dire letteralmente, ha un altro senso anche morire. Non ho memorie di altri alpinisti che abbiano così radicalmente fissato il loro destino sulle cime più amate. Cristina, in tempi di tristi testamenti biologici, ci ha lasciato delle ultime volontà che fanno riflettere, che somigliano ad un abbandono, un atto d’amore.
Padrino. Dunque Totò Riina, attraverso il suo avvocato, è tornato a parlare della strage di via D’Amelio. Il suo messaggio è criptico: «Borsellino l’hanno ammazzato loro». Ma loro chi? Lo Stato, i Servizi, la Politica? Se dovessimo guardare a chi è “convenuta” politicamente la strategia della tensione mafiosa, iniziata con Capaci, dove fu ucciso un giudice anti mafia, Giovanni Falcone, diventato collaboratore del governo Martelli-Andreotti, dovremmo dire che è servita a chi voleva la fine della prima Repubblica. Oggettivamente. Ma è legittimo fare questi ragionamenti? Alla fine Massimo Ciancimino, il figlio dell’ex sindaco di Palermo condannato per mafia, ha fatto rivelazioni che riguardano la politica di oggi. Citando tre lettere fatte avere al Presidente del Consiglio tra il 1991 e il 1995. E qui lo scenario diventa comprensibile, perché la campagna su “Papi” troverebbe così uno sbocco. Grazie al Padrino.
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