Formazione

Buste paga sempre più pesanti per i manager americani

Tuuto ciò, nonostante l’ira di investitori e azionisti statunitensi, offesi dagli ingenti stipendi percepiti dagli amministratori delegati delle aziende di Corporate America

di Francesco Maggio

Nonostante l?ira di investitori e azionisti statunitensi, offesi dagli ingenti stipendi percepiti dagli amministratori delegati delle aziende di Corporate America, questi hanno contato, alla fine dello scorso anno, buste paga sempre più pesanti, ingrossate dai bonus piovuti generosi nelle loro tasche. Grazie alla ripresa economica in corso dalla seconda metà del 2003 e all?andamento di Wall Street – finalmente in territorio positivo dopo tre anni consecutivi di rosso – i top manager americani hanno visto crescere i loro compensi, in media, del 16% rispetto a quanto guadagnato l’anno precedente, passando dagli 1,7 milioni di dollari del 2002 ad oltre 2 milioni di dollari nel 2003. A far lievitare i compensi degli amministratori delegati hanno contribuito in maniera decisiva gli aumenti contenuti nei bonus i quali sono passati, in media, dagli 888.944 dollari del 2002 a poco più di un milione di dollari nel 2003, registrando un aumento di circa il 20%. Tra i bonus preferiti – passate di moda le stock-option, colpite dallo scoppio della bolla tecnologica e dalle critiche dell’opinione pubblica – si sono segnalate le azioni vincolate, scelte con continuità dai manager americani. Il re delle azioni vincolate – secondo quanto stimato dal Washington Post – è il fondatore della Apple, Steve Jobs, che – lo scorso anno – ha deciso di sostituire le sue stock-option con questo genere di azioni per un totale di 74,7 milioni di dollari. Una pioggia di denaro che ha permesso all’amministratore della casa californiana di accettare senza tanti problemi – come da alcuni anni a questa parte – uno stipendio in contanti piu’ che simbolico: un dollaro. Dietro a Jobs, gli altri grandi beneficiari di azioni vincolate sono il numero uno di Danaher Corp. Lawrence Culp (per un ammontare di 27,3 milioni di dollari) e l’amministratore delegato di Mbna, Charles Cawley (per un ammontare di 27,2 milioni di dollari). Pur senza raggiungere gli eccessi di Jobs, anche per loro la corresponsione di azioni vincolate vale grande parte dello stipendio, altrimenti ancorato a cifre milionarie ma molto piu’ contenute. Tra i grandi beneficiari di bonus, brillano altri nomi di spicco nel panorama imprenditoriale statunitense. A gioire per i bonus, infatti, sono anche l’amministratore delegato di Goldman Sachs, Henry Paulson (20,75 milioni di dollari), quello di Altria, Louis Camilleri (12,9 milioni di dollari), quello di Merrill Lynch, Stanley O’Neal (11,2 milioni di dollari) e Jeffrey Greenberg, numero uno di Marsch&McLennan (9,12 milioni di dollari) nominato proprio ieri nel board esecutivo del New York Stock Exchange.


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