Non profit

Busi, uno scandalo annunciato

Cacciato dall'Isola del famosi, indignazione e ipocrisia

di Franco Bomprezzi

La Rai si distingue non solo per il pasticcio dei talk show in campagna elettorale, ma anche per la clamorosa cacciata di Busi dall’isola dei famosi, colpevole di aver offeso il Papa. Uno scandalo per modo di dire, ma quanto basta per ottenere ampio spazio sui giornali, nonostante la situazione politica e giudiziaria.

“Scandalo Busi”: LA REPUBBLICA rimanda alla pagina degli spettacoli il pezzo con cui riferisce le esternazioni polemiche contro il Papa dello scrittore dall’isola dei famosi. «Con ascolti da record – quasi 5 milioni di spettatori, e non facciamo gli ipocriti: perché si invita uno scrittore che ama provocare e poi si grida allo scandalo – scoppia la polemica» annota Silvia Fumarola. Il Pdl attacca la Rai, Francesco Storace parla di «spettacolo immondo», Maurizio Lupi chiede l’intervento dei vertici Rai che decidono l’esclusione di Busi, con il plauso di Codacons, Aiart e Moige. Simona Ventura che si era dissociata in diretta dichiara: «mi rendo conto che le parole di Aldo Busi possano essere parse fuoriluogo e offensive per una parte del nostro pubblico e averne colpito la sensibilità. Ma mi auguro vivamente che si possa arrivare a un accordo per avere con Busi stesso un confronto più sereno. La censura non è certo il mezzo migliore per chiarire dubbi o sciogliere eventuali questioni». Di censura parla anche l’Arcigay. Franco Grillino dice: «l’attuale dirigenza Rai continua nella sua marcia epuratoria verso coloro che sono critici con il premier e il Papa. Busi p stato ingaggiato con licenda di dire tutto. Incassata l’audience, l’ipocrisia della dirigenza ha lanciato l’ostracismo». Di spalla intervistina a Morgan: «Busi è una delle poche presenze intelligenti che ci sono in televisione di questi tempi. Mi stupiva anzi il fatto che ci fosse».

IL CORRIERE DELLA SERA mette in prima una foto notizia di Aldo Busi riferendo della sua cacciata dall’Isola dei famosi. Segue nella sezione spettacoli una pagina che entra nel dettaglio. “Gli insulti al Papa (e non solo) Aldo Busi radiato dalla Rai”. L’altra sera, in diretta, davanti a milioni di spetttori lo scrittore ha esternato il suo pensiero: «Il vero problema della società non sono gli omosessuali ma gli omofobi, quelli sono i malati e pervertiti da curare, siano essi politici o preti». E a precisare il suo pensiero ha aggiunto: «Se anche il Papa si scaglia contro gli omosessuali… ormai è risaputo: l’omofobo è un omosessuale represso, lo dovrebbero avvisare, lo dovrebbero sapere, si scoprono da sé, queste persone che sono un danno per la società. Chi rinnega se stesso è capace di rinnegare anche la propria madre». La reazione della Rai non si è fatta attendere: in un comunicato il direttore di rete e il dg Masi hanno «ravvisato nel comportamento di Busi palesi e gravi violazioni delle regole contrattuali. Pertanto verrà  escluso». Decisione applaudita dalla politica, da tutta. Barbara Saltamartini, Pdl: «giusta l’esclusione del provocatore». Il commento è del critico televisivo, Aldo Grasso: “L’ipocrisia di uno scandalo annunciato”. Si sapeva, scrive Grasso, che Busi avrebbe «abusato», è nella sua natura, nel suo stile, nei suoi libri. «Se colpa c’è, va ricercata in chi l’ha invitato». Tanto più che la Rai aveva accettato di togliere una clausola dal suo contratto che gli avrebbe impedito di parlare in modo offensivo di politica e religione. «Ho preteso che venisse tolta. Altrimenti cosa dovrei dire tutto il giorno? Cip cip», aveva dichiarato Busi qualche settimana fa. Dunque perché stupirsi ora?

IL GIORNALE ha un piccolo richiamo in prima che rimanda alla pagina dedicata interamente al caso Busi (la 33). Il pezzo forte, accanto alla cronaca della giornata e delle prese di posizione, è l’articolo di Massimiliano Parente «Busi tribuno dell’Isola dopata» che esordisce in prima: «Così Aldo Busi ci ha lasciato, No, non è morto, non hanno tentato di rilanciarlo dall’elicottero stavolta direttamente su uno scoglio, per fortuna no. Ha lasciato spontaneamente l’isola dei morti, l’isola dei famosiperniente, l’isola dei figli di papà (…) l’isola degli ignoranti arroganti dove nel frattempo è sbarcata Ivana Trump, tanto per mettere altra carne al fuoco, un’altra famosa per aver sposato un miliardario famoso, quindi l’ideale, lì nel paradiso terrestre del nulla (…)» e sulle reazioni osserva: «Subito dopo, come sempre in Italia, sono insorti tutti: il Vaticano, l’Udc, il Pdl, Masi, ma cosa avranno da insorgere? Perché Busi si è comportato da Busi e non da Don Mazzi? E sarà più diseducativo Busi o l’italiano parlato dai naufraghi senza pensieri? Oltretutto Busi l’aveva annunciato anche al Corriere della Sera, il 26 gennaio scorso: “Vado sull’Isola dei famosi a parlare di politica e di religione” e quindi cosa c’è da stupirsi e da scandalizzarsi?…».

IL MANIFESTO dedica solo un piccolo box al caso Busi nella pagina interamente dedicata a Berlusconi, al suo viaggio a Napoli e alla campagna elettorale. «Il papa e il governo non si toccano» è il titolo del box che dà in poche righe la notizia: «E viale Mazzini radia il “naufrago” Aldo Busi». Dopo aver sintetizzato il fatto il box chiude con due righe nelle quali si legge: «In prima fila ad applaudire l’epurazione contestata dall’Arcigay e dal presidente di Gaynet Franco Grillini, c’è Giorgio Merlo Pd».

ITALIA OGGI dedica al caso Busi solo un piccolo box nella sezione Media. Il pezzo “Isola dei famosi, via Busi: La Ventura spera nella Pairetti” fa un po’ di gossip sul post trasmissione. Secondo il pezzo infatti, finita la trasmissione Mara Venier ha abbandonati gli studi infuriata anche con la Simona nazionale perché quest’ultima ha richiamato Busi per un chiarimento a telecamere spente. E per il futuro? ITALIA OGGI specula su Alba Parietti come naufraga special.

“Busi attacca il Papa. La Rai: Mai più in TV”. «Non sei tu che te ne vai, siamo noi che ti cacciamo. E da tutti i programmi del regno». E’ l’interpretazione che LA STAMPA dà  alla nota diffusa ieri dalla Rai in relazione alle «palesi e gravi  violazioni delle regole e delle disposizioni contrattuali» ravvisate nel comportamento di Aldo Busi. Un articolo con una carrellata di commenti tra qui quelli del Moige: «la Rai ha fatto bene»; il capogruppo Pdl in commissione di Vigilanza Alessio Butti: «Sicuramente di  Busi non ne sentiremo la mancanza»; Codacons: «Andava fermato prima»; Maurizio Lupi:«Fatti inaccettabili». E’ stato un attacco «carente di arguzia» scrive Gianluca Nicoletti in un articolo di commento pubblicato nella sezione Lettere e Commenti. «Forse non aveva neppure meditato fino in fondo quelle parole su Ratzinger». Morale della favola e frase chiave del pezzo “Busi in Tv salta il tappo par condicio” è che la Rai «ha così  preso al volo l’occasione di punirne uno per educarne cento. Ora Busi è esiliato da tutte le televisioni dell’Impero e vagherà esecrato, maledetto ed espulso ma a differenza di Spinoza, sono fino alla prossima catartica ospitata riparatrice».

Busi finisce su AVVENIRE solo in un box a pagina 31, negli “spettacoli”. Il titolo è “Busi offende il Papa. Rai: fuori da tutti gli show”. La cronaca parla di una «serie di improperi e insulti. In una escalation che dagli ospiti in studio è arrivata fino a governo, su fino al Papa, con offese di inaudita gravità». La Ventura ha detto «Spero che la Rai ci ripensi, la censura non è il modo migliore per sciogliere eventuali questioni». AVVENIRE commenta così: «visto che lo scrittore non è nuovo a simili performance, Ventura e la Rai non potevano pensarci prima di invitarlo sull’Isola?».

E inoltre sui giornali di oggi:

RU486
LA REPUBBLICA – Il parere definitivo del Consiglio superiore di sanità è che la pillola abortiva, tra pochi giorni disponibile negli ospedali del paese, dovrà essere somministrata con un ricovero ordinario. D’accordo quindi con il ministro Sacconi. (Si era espresso in modo identico nel 2005 e nel 2004). La decisione, ha commentato il ministro della salute, è orientata «alla tutela psicofisica della donna e al rispetto della legge 194». Secondo monsignor Fisichella. «una decisione corretta». Critica la Turco che la definisce una «saga dell’ipocrisia».

AVVENIRE – Il Consiglio superiore di sanità (nuova versione, insediatasi a febbraio) ha dato il suo parere: per abortire con la RU486 sarà indispensabile rimanere ricoverate in ospedale dall’assunzione del farmaco fino alla verificata espulsione del feto. Questa sarà «l’unica modalità di erogazione». Il ministro Fazio ha notificato la decisione alle Regioni, invitando gli assessori regionali a «garantire che le strutture si adegueranno». A box i casi di due regioni: la Lombardia che già a dicembre aveva deliberato in questo senso, escludendo il day hospital e il Piemonte, che stava invece lavorando a un protocollo che prevedeva la scelta tra day hospital e ricovero ordinario. L’assessore ha detto «i posti letto noi li garantiremo», ma sottolinea come «c’è l’autonomia con cui ogni Regione traduce le indicazioni nazionali».

ACQUA
IL MANIFESTO – L’ultima pagina del MANIFESTO è dedicato alla manifestazione di domani per l’acqua pubblica. «Chiaro come l’acqua» è il titolo dell’intera pagina che contiene il commento di Ugo Mattei «Le ragioni di un bene comune che non è in vendita» e che analizza il decreto Ronchi e sottolinea come sia un’ipocrisia affermare, come scritto nel preambolo del decreto che «l’Unione europea obbligherebbe a privatizzare il servizio idrico», questa sarebbe, scrive l’autore «un’inedita figura di menzogna per decreto». Accanto un’intervista a Emilio Molinari del contratto mondiale dell’acqua che non sarà a Roma sabato. In un box le iniziative: dagli attivisti sul tetto dell’Acea all’appuntamento in piazza della Repubblica per il corteo.

CASO VIKA
AVVENIRE– I coniugi Giusto, che avevano nascosto per 19 gionri la ragazzina bielorussa di 11 anni che ospitavano con i programmi di accoglienza, sono stati condannati ieri a otto mesi in secondo grado. La Corte d’Appello ha quindi ribaltato la sentenza di primo grado, che invece li aveva assolti. Analoga condanna anche per i nonni e il prete che aveva collaborato.

ELEZIONI
LA REPUBBLICA – Inchiesta sulle candidature d’onore: come le mafie del sud si preparano al voto che non è più di scambio ma è in qualche modo appaltato. Ora le cosche punterebbero a crearsi amministratori ad hoc. L’obiettivo ovviamente sono gli appalti specie in ospedali e Asl. La Commissione parlamentare si è già mossa raccogliendo segnalazioni su un centinaio di nomi sospetti. La procura di Napoli ha avviato le prime verifiche e acquisito gli elenchi di chi si presenta alle regionali.

5 PER MILLE
IL SOLE 24 ORE – Siamo a pagina 37 del quotidiano di Confindustria. Qui Marco Mobili riporta i risultati del 5 per mille pubblicati dalla Agenzie delle Entrate. Elenca il primo, il secondo e il terzo per ogni categoria e offre  qualche informazione di servizio: come ad esempio essere riammessi essendo stati esclusi da questa e dalle precedenti edizioni. Una breve fa il punto sulle associazioni sportive dilettantistiche e la loro performance (un disastro) in occasione della terza edizione del 5 per mille, e più in generale sugli esclusi. “La classifica vista dal fondo” è il preocchiello. Pessimi i risultati di molte associazioni sportive, con una o nessuna preferenza a disposizione. Ma ci sono anche nomi più o meno noti, come l’istituto Galeazzi di Milano con “appena” 364 donatori e 24.400 euro.

AVVENIRE – Assegnati 39705 milioni di euro, «linfa vitale» per oltre 28mila enti, nell’edizione 2008 per AVVENIRE «ha vinto il volontariato». La parte del leone l’ha fatta l’Airc, tra le associazioni vince Msf ma «sostanziosa» è anche la dote della Fondazione San Raffaele.

PEDOFILIA
IL MANIFESTO – Un’intera pagina (la 7) oltre a un piccolo richiamo in prima pagina è dedicato allo «scandalo vaticano» l’articolo portante è dedicato a un caso bolognese «Promosso al Santuario il sacerdote pedofilo» che è stato denunciato nei giorni scorsi dalla Rete laica di Bologna: il caso riguarda un sacerdote condannato per molestie sessuali su bambini che sarebbe stato trasferito alla Madonna di San Luca. In un box si analizza la posizione di Massimo Introvigne pubblicata da Avvenire, mentre la spalla è dedicata al caso irlandese: le scuse del cardinale Brady e l’accettazione delle stesse solo da parte dei fedeli che «chiudono gli occhi sulla pedofilia», mentre la stragrande maggioranza degli irlandesi le ha rimandate al mittente.

CATASTROFI
ITALIA OGGI – “Non solo gli animali: anche i bambini prevengono le catastrofi“. Lo ha dimostrato alcuni episodi  accaduti in Cile  durante il terremoto che colpì il paese a fine febbraio. 

TURCHIA
IL GIORNALE – La prima pagina dedicata agli esteri (la 17) e quasi tutta dedicata al caso Turchia – armeni. «La Turchia vuole “deportare” 100 mila armeni», l’occhiello un allusivo «Ritorno al passato». Si fa notare che si tratta dell’ultimo segnale di una crisi in cui Ankara rischia di giocarsi i rapporti che da mezzo secolo la legano all’Occidente. Nel grande box dedicato ai retroscena si parla dello scontro in atto tra laicismo e islamismo che si intravede dietro le parole del premier Erdogan. Gli armeni presenti irregolarmente secondo le autorità turche e che sono minacciati di espulsione «a causa dell’insistenza degli armeni (in Armenia e nella grande diaspora armena) a voler chiamare genocidio la strage armena fatta dagli ottomani nella prima guerra mondiale» sono in stragrande maggioranza donne impiegate come badanti e cameriere.

VIA PADOVA
IL GIORNALE – Nelle pagine milanesi IL GIORNALE dedica mezza pagina alle ordinanze del sindaco Moratti su via Padova che prevedono una sorta di coprifuoco per bar, phone center, rivendite di kebab e centri massaggi, annunciato anche un giro di vite sugli affitti in nero. Ma nelle parole della sindaca Moratti quello di via Padova è «solo un test da estendere ai quartieri a rischio come Corvetto, via Imbonati e viale Monza».

CALCIO E BAMBINI SOLDATO
AVVENIRE -Bella storia di Christian Caulker, 21 anni, ex bambino soldato della Sierra Leone, che ha appena firmato un contratto con il Manchester United. Lo hanno visto mentre giocava nell’FC Kallon, la squadra fondata a Freetown dall’ex attaccante dell’Inter. Metà dello stipendio del primo anno, ha promesso, andrà a Family Homes, la ong che l’ha salvato. La ong è guidata da un italiano, padre Giuseppe Berton, missionario saveriano da 40 anni in Sierra Leone.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA