Famiglia

Bush, perché non hai dimesso mr Rumsfeld?

Intervista ad Emma Bonino: "Un dramma per le donne".

di Paolo Manzo

Emma Bonino è in piena campagna elettorale con la sua lista per il Parlamento europeo ma, soprattutto, è uno dei personaggi che meglio rappresenta la straordinaria forza delle donne in politica. Paladina delle lotte femminili degli anni 70, sequestrata a Kabul dai talebani quando era Commissario Ue, fu rilasciata dopo quattro ore e, immediatamente, denunciò al mondo le terribili condizioni delle donne afghane. Ma, oggi, a tener banco non è tanto il burqa, bensì Lynndie England, la soldatessa Usa fotografata più volte mentre torturava i prigionieri iracheni di Abu Ghraib. Vita: Da sempre lei si batte per i diritti delle donne. Adesso, a causa di quelle foto, non rischiamo di tornare indietro nella lotta per l?emancipazione femminile nel mondo islamico? Emma Bonino: Le torture inflitte a prigionieri iracheni inermi sono inammissibili e l?impatto devastante sull?opinione pubblica araba è evidente. Il fatto, poi, che vi siano delle giovani donne tra i colpevoli di queste efferatezze rende il tutto ancor più raccapricciante. Che ciò comporti il rischio che la lotta per l?emancipazione femminile nel mondo islamico possa fare dei passi indietro è, forse, qualcosa che dobbiamo mettere nel conto. Per questo penso che l?impatto negativo poteva essere per lo meno attutito da un?immediata assunzione di responsabilità politica da parte della catena di comando americana. Senz?altro avrebbe dato un segnale forte a tutta la comunità araba, in particolare agli iracheni che non hanno mai visto un aguzzino di Saddam pagare per i propri misfatti. Una democrazia si risolleva sempre ed è nell?interesse di tutti, non solo delle donne arabe, che gli Stati Uniti dimostrino di essere in grado di farlo. Vita: L? Europa accoglierà Bush il 4 giugno: una visita poco tempestiva? Bonino: Non credo si debba ripudiare la storia o disconoscere il ruolo degli americani che hanno liberato l?Europa dal nazifascismo, sabotando la partecipazione del presidente degli Stati Uniti al 60° anniversario della liberazione di Roma, avvenuta il 4 giugno 1944, o dello sbarco in Normandia. La nostra Repubblica e la nostra Costituzione nascono dalla liberazione e la sua ricorrenza ha un grande valore simbolico ancor oggi, proprio per quello che sta accadendo nel mondo. Vita: L?allargamento della Ue porterà a un maggiore peso dell?Europa sullo scenario internazionale? Bonino: Sì, se la Ue saprà raccogliere con ambizione le tante sfide che abbiamo di fronte, lasciandosi alle spalle le sue reticenze, i suoi timori, le sue esitazioni così prevalenti oggi. Da tempo si sprecano le analisi sul declino europeo, si declamano gli obiettivi altisonanti di Lisbona, si dichiara solennemente di riconoscere la necessità di adeguarsi alla sfida cinese o indiana. Ma rischiano di rimanere una serie di vuoti proclami se non si trova la forza per una spinta innovativa, una spallata radicale a quest?Europa, per farle ritrovare la sua anima, una sua capacità d?iniziativa che la sottragga alla condanna di essere un?entità geografica o poco più, un periferico concertino di medie e piccole potenze. Vita: Quindi lei è favorevole a un ulteriore allargamento della Ue, coinvolgendo anche la Turchia? Bonino: Sì, sono favorevole a ulteriori allargamenti. Non dobbiamo limitarci a guardare alle mappe o, come si dice, a un?Europa “dall?Atlantico agli Urali”, ma dobbiamo includere quei Paesi dell?area che praticano la democrazia, i diritti umani e lo stato di diritto. Per questo noi radicali diamo un priorità molto alta all?ingresso della Turchia, anche se in Europa spira un vento sempre più contrario, perché riconosciamo gli indubbi progressi che ha saputo realizzare come l?abolizione della pena di morte, le riforme del codice penale e la concessione di diritti alle minoranze. O, per rimanere nel Mediterraneo, anche di Israele dove un sondaggio ha dimostrato che l?85% dei suoi abitanti è favorevole all?entrata nella Ue.


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