Sostenibilità
Bush: l’ammazzaforeste numero uno
Un'altra mossa anti-ambientalista dell'amministrazione Bush che ha abolito le protezioni per le foreste americane, alcune delle quali varate dall'amministrazione Reagan...
di Paolo Manzo
Ancora una mossa bollata come anti-ambientalista dell’amministrazione Bush. Sono state infatti abolite una serie di protezioni per le foreste americane, alcune delle quali varate dall’amministrazione Reagan, nell’ambito del nuovo regolamento per la gestione del patrimonio forestale, un totale di 192 milioni di acri di terreno.”Le nuove regole miglioreranno il modo in cui noi lavoriamo con il pubblico, rendendo la gestione più aperta, comprensibile e veloce” ha dichiarato Sally Collins, vice capo del Forest Service. Ma gli ambientalisti sostengono che al contrario il nuovo regolamento – che abolisce, tra l’altro, l’obbligo finora imposto di presentare un rapporto sull’impatto ambientale di qualsiasi piano di sviluppo economico nell’area – di fatto diminuirà la partecipazione del pubblico nella gestione del patrimonio forestale permettendo un maggiore sfruttamento del territorio per la raccolta della legna e lo sviluppo della ricerca petrolifera e del gas.
”Siamo di fronte al più radicale cambiamento della politica dall’approvazione nel 1976 della legge per la protezione delle foreste, un tentativo nascosto di rovesciare completamente il concetto di patrimonio forestale” ha dichiarato Jim Lyons, che durante l’amministrazione Clinton in qualità di vice segretario all’Agricoltura supervisionava la gestione, da parte del Forest Service, delle 155 foreste nazionali. Il nuovo regolamento oltre ad abolire i rapporti sull’impatto ambientale dei piani di sviluppo – che indicano quali attività economiche e costruzioni di infrastrutture possono essere varate nella zona – fa decadere anche la misura, varata nel 1982 dall’amministrazione Reagan, secondo la quale nelle foreste si deve mantenere ”un numero sostenibile di esemplari di specie autoctone e non”. La nuova formula parla soltanto di garantire le ”condizioni ecologiche per sostenere la diversità delle specie animali e vegetali”. La clausola abolita è stata sempre considerata dagli ambientalisti la principale tutela delle foreste, ed è sempre stata citata, per esempio, nei ricorsi fatti per proteggere le specie, animali e vegetali, a rischio. ”Temo che abbiamo perso il fondamento che ha protetto le foreste e le specie che le abitano negli ultimi 20 anni” ha dichiarato Mike Anderson, della Wilderness society.
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