Mondo

Bush a caccia di voti tra i messicani

Verrà modificata la legge sull'immigrazione per favorire dieci milioni di "irregolari".

di Elena Martelli

Il presidente Bush ha avanzato ieri la più importante modifica della legge sull’immigrazione avuta negli Stati Uniti dal 1986. Nel discorso alla Casa Bianca Bush ha precisato che la sua proposta si basa sui principi della sicurezza, della convenienza economica e sulla protezione dei diritti dei migranti regolari. Secondo le idee delineate da Bush, i lavoratori riceveranno un permesso di lavoro di tre anni rinnovabile. “Coloro che non manterranno l’impiego, che non seguiranno le regole o che infrangeranno la legge, non riceveranno il rinnovo del permesso e dovranno tornare nel loro paese” ha aggiunto il presidente. Tutti coloro che parteciperanno al nuovo progetto riceveranno una tessera che permetterà loro, e alle loro famiglie, di entrare e uscire liberamente dal paese. Non ci sarà comunque la possibilità di ricevere la Green Card, il permesso di residenza permanente e, neppure la cittadinanza, i voti che arriveranno in più al presidente Bush, nelle elezioni del novembre 2004, non saranno quindi quelli dei nuovi migranti ma dei loro ex connazionali ormai naturalizzati. Con l’annuncio di una nuova legge sull’immigrazione, Bush ha aperto ufficialmente la campagna elettorale, attirandosi anche le critiche dei suoi avversari. I Democratici hanno subito sottolineato l’evidente strumentalità della proposta della Casa Bianca, mentre le organizzazioni di tutela dei diritti civili hanno attaccato Bush poichè propone agli immigrati di vivere come “ospiti lavoratori” senza la possibilità di un futuro stabile negli Stati Uniti. Anche dal Messico sono arrivati cauti commenti, il presidente Fox è intervenuto dicendo che questo è solo un passo in avanti a favore della legalizzazione dei lavoratori messicani e che la proposta deve essere ancora approvata dal Congresso statunitense.


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