Mondo
Burundi, ripartono i colloqui di pace
Dopo la tregua firmata lo scorso 18 giugno, sono partite ieri le negoziazioni per il cessate il fuoco permanente.
Governo del Burundi e ribelli delle Forze Nazionali di Liberazione hanno cominciato a dialogare fra loro. L’annuncio è del team incaricato della mediazione, composto da membri del Ministero di Sicurezza del Sud Africa.
Il 18 giugno Governo e FNL erano giunti a una tregua, ma il tempo per l’inizio delle negoziazioni si era dilatato, con la conseguenza di un ritorno della tensione nel Paese.
“Finalmente si è raggiunto un accordo per cominciare i colloqui”, ha detto il mediatore Dineo Khana, “Le posizioni rimangono rigide, ma le aspettative sono buone”.
L’FNL è, da tempo, sotto la pressione della Comunità Internazionale perchè ritorni sui suoi passi nel volere come punto fermo di dialogo lo scioglimento dell’esercito governativo. L’esecutivo burundese ha sempre escluso a priori questa possibilità.
I colloqui per il cessate il fuoco permanente sono fondamentali per la stabilità del Burundi, sconvolto da 13 anni di guerra civile che ha portato alla morte di 300mila persone e a centinaia di migliaia di sfollati. Il conflitto tra etnie Hutu e Tutsi ebbe inizio nel 1993 dopo l’assassinio, da parte di paramilitari della minoranza Tutsi. del primo presidente democraticamente eletto del paese africano, l’Hutu Melchior Ndadaye.
Nel’agosto 2005 nuove elezioni avevano portato al potere il leader Hutu Pierre Nkurunziza. Ma gli scontri tra le fazioni non si sono mai placate, fino alla tregua del mese scorso.
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