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Burundi: referendum da rinviare

Il 20 ottobre, i burundesi saranno chiamati a approvare o meno il progetto di una nuova Costituzione

di Joshua Massarenti

“Il Presidente della Ceni (Commissione elettorale nazionale indipendente), Paul Ngarambe ha dichiarato che sarà impossibile mantenere la data del 20 ottobre per il referendum, così come era stato annunciato (dal presidente burundese Domitien Ndayizeye”. Questo è quanto riporta l’Onub (Operazione delle Nazioni Unite in Burundi) in un bollettino d’informazione trasmesso ieri all’Agence France Presse (Afp).

“E’ impossibile poter rispettare la data del 20 ottobre in quanto il referendum deve essere preceduto dal censimento della popolazione, dalla distribuzione di carte di identità e dalla creazione di liste elettorali” ha aggiunt l’Onub, precisando che la stessa “legge elettorale non è stata adottata” e che la Ceni “è stata messa in piedi nella più totale precipitazione”.

La Ceni è chiamata a preparare e organizzare le elezioni che devono dotare il Burundi di istituzioni elette. In questo piccolo Paese africano, sono previsti sette scrutini prima che venga confermato un nuovo capo di Stato, eletto dal parlamento.

Lo scorso 15 settembre, il capo di Stato burundese aveva chiamato i burundesi a approvare il 20 ottobre per via referendaria il progetto di Costituzione votato all’unanimità dal Parlamento riunito in congresso straordinario (Assemblea generale e Senato) e chiamato a gestire sul piano legislativo la fase post-transitoria del Burundi.

La riunione del Congresso era stata boicottata da dieci partiti pro-tutsi (G10) invocando il pericolo che questo progetto di Costituzione rappresentava per la minoranza tutsi. Con immense difficoltà, il Burundi sta tentando di porre un termine a undici anni di guerra civile, che oppone l’esercito regolare (fino a poco tempo fa dominato da tutsi originari della regione di Bururi) a sette movimenti ribelli hutu, uno dei quali, il Fnl, in lotta contro l’attuale regime transitorio burundese.

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