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Burundi: il Belgio sospende i finanziamenti al processo elettorale
“Non ci sono le condizioni per sostenere il processo elettorale burundese”. A dichiararlo in esclusiva a Vita.it e Infos Grands Lacs è Alexander De Croo, ministro della cooperazione allo sviluppo del Belgio, il principale donatore internazionale del Burundi. Le elezioni previste tra maggio e agosto sempre più a rischio.
“Nelle ultime settimane, e soprattutto negli ultimi giorni, le violenze in Burundi hanno raggiunto un tale livello che non ci sono più le condizioni per sostenere il processo elettorale”. Questo è quanto ha dichiarato in esclusiva a Vita.it e l’agenzia Infos des Grands Lacs*, Alexander De Croo, ministro belga della cooperazione allo sviluppo, a proposito dell’ondata di violenza che si sta abbattendo sul paese in seguito all’annuncio della candidatura del Presidente uscente, Pierre Nkurunziza, alle prossime elezioni presidenziali per un terzo mandato. Quelle di De Croo sono dichiarazioni importanti. Il Belgio è infatti il principale donatore internazionale del piccolo paese africano, e ieri ha deciso di sospendere provvisoriamente il suo sostegno finanziario al processo elettorale e la cooperazione poliziesca. “Ci sono due azioni urgenti da compiere: fermare le violenze, in particolar modo della polizia, e ripristinare la stabilità”.
Ministro De Croo, che cosa ha spinto il Belgio a sospendere i suoi aiuti?
Le preoccupazioni sono enormi riguardo l’escalation di violenza che si è abbattuta in Burundi nelle ultime settimane, e soprattutto negli ultimi giorni. Sussistono molti interrogativi riguardo il ruolo della polizia e le violenze perpetrate contro la popolazione, ma finora abbiamo ricevuto poche risposte. E’ quindi molto difficile per il Belgio proseguire un progetto di formazione della polizia burundese e finanziare elezioni che secondo la Missione di osservazione dell’Unione Europea e altre organizzazioni non saranno né libere, né trasparenti. La polizia deve essere neutra e professionale. Speriamo che in un futuro prossimo la situazione migliori.
C’è un rischio che questa sospensione venga allargata ad altri settori della cooperazione, oppure nell’ambito del supporto budgetario?
La questione non è all’ordine del giorno. Non vogliamo che la popolazione burundese patisca delle decisioni che siamo chiamati prendere. Gli aiuti ai settori dell’agricoltura o dell’insegnamento non sono quindi in discussione. Il nostro messaggio è chiaro: le violenze vanno fermate e la stabilità va ripristinata. E’ molto urgente. Ci sono attualmente 50mila rifugiati nei paesi limitrofi in una regione che per molti anni ha vissuto grandi problemi. La stabilità è quindi un fattore essenziale in questa vicenda. Ci sono poi le elezioni burundesi, che devono essere libere, trasparenti ed inclusive, e durante le quali l’opposizione e la popolazione devono davvero potersi esprimere. Negli ultimi dieci anni il Burundi era riuscito a raggiungere un certa stabilità, con queste elezioni il paese ha un appuntamento importante con la Storia. Ecco perché avevamo deciso di finanziarle.
Quali sono in contatti con la presidenza burundese?
Il Burundi è un paese molto importante per la cooperazione belga. I contatti e il dialogo ci sono sempre stati in passato, speriamo che le condizioni ci consentiranno di ripristinarli.
Oggi qual è la posizione del Belgio riguardo il terzo mandato voluto dal Presidente Nkurunziza?
Le leggi burundesi devono essere rispettate e la popolazione deve potersi esprimere. Detto questo, è necessario tenere in considerazione gli Accordi di Arusha, sono accordi importanti che hanno avuto un impatto positivo [sul Burundi] e che hanno un ruolo importante da giocare nel futuro prossimo del paese.
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Immagine presa dal sito www.decroo.belgium.be
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