Mondo

Burundi: Falliscono negoziati di pace in Tanzania

Guerra civile dura da dieci anni e ha causato 200 mila morti

di Redazione

I colloqui di pace tra governo del Burundi e la Forze della Difesa Democratica (Fdd), uno dei principali gruppi della guerriglia del paese, sono falliti senza neanche veramente iniziare. Lo ha reso noto oggi – informa radio Nairobi – il mediatore, il vicepresidente sudafricano Jacob Zuma, il quale ha anche annunciato l’intenzione di trattenersi a Dar es Salaam (Tanzania) dove i colloqui – dopo un primo avvio inconcludente un paio di mesi fa – sono ripresi ieri con l’obiettivo di arrivare fino al termine della settimana, nel tentativo di riportare le parti al tavolo negoziale. Ieri c’erano stati incontri indiretti: Fdd e governo avevano incontrato separatamente Zuma, ponendo le loro condizioni. Che si sono elise reciprocamente, cosi’ da impedire ogni possibile decollo di colloqui utili. Rischia cosi’ di avvitarsi sempre di piu’ la guerra civile burundese, che in nove anni ha causato oltre 200.000 morti ed un numero ancora maggiore di profughi. Nel novembre del 2000 grandi speranze aveva suscitato il varo di un governo di unita’ nazionale con poteri fortemente bilanciati e a rotazione tra le due etnie: quella ultraminoritaria – ma di fatto da sempre al potere – dei tutsi, e quella dei hutu. Ma al si’ dei partiti politici hutu, che siedono nell’esecutivo, ha fatto eco il secco no della guerriglia. E la guerra civile e’ continuata feroce, con uno stillicidio di agguati e controagguati di cui hanno fatto le spese quasi solamente i civili. E con un tragico picco una ventina di giorni fa – ma lo si e’ appreso solo la settimana scorsa – quando c’e’ stato un enorme eccidio di civili a sangue freddo su due colline contigue nell’area centrale del paese. Almeno 183, per ammissione ufficiale, i morti; ma tra i 400 ed i 500 secondo molte fonti; addirittura 1.250 e piu’ secondo altre. Le parti si rimpallano la responsabilita’; ma la maggioranza delle indicazioni che giungono dal campo tendono il dito verso l’esercito governativo, che avrebbe cosi’ ‘punito’ contadini colpevoli di aver aiutato la guerriglia.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA