Welfare

Burrow: l’austerity è l’arma per uccidere i diritti

Il segretario generale dell'Ituc (International Trade Union Confederation) scrive la prefazione del Rapporto: «Le politiche di spending review vengono usate per comprimere le garanzie dei lavoratori e della gran parte dei cittadini»

di Redazione

Arretramento, riduzione della ricchezza, indebolimento della democrazia, demolizione del sistema di welfare. Questa la fotografia del “Rapporto sui diritti globali” presentato questa mattina, secondo cui l'austerità sta aggravando decisamente la crisi e sono ormai in molti a chiedere a gran voce che si intraprenda la strada della ripresa, degli investimenti e della spesa sociale.

Un Rapporto a cura di Associazione Società Informazione Onlus e promosso da Cgil, in collaborazione con ActionAid, Antigone, Arci, Comisiones Obreras (CCOO) della Catalogna, Coordinamento Nazionale delle Comunità di Accoglienza (Cnca), Fondazione Basso-Sezione Internazionale, Forum Ambientalista, Gruppo Abele, Legambiente, Sbilanciamoci!

Cosa si nasconde dietro l'apparente asetticità e inevitabilità delle misure che la Troika (vale a dire la Commissione europea, la Banca centrale di Francoforte e il Fondo monetario internazionale) impone all'Europa?

Una spiegazione prova a darla, nella prefazione del rapporto (in allegato la versione integrale), Sharan Burrow, segretario generale dell'International Trade Union Confederation (ITUC), il sindacato mondiale che quest'anno, per la prima volta, firma la prefazione del Rapporto.

«Anziché ridimensionare il potere delle banche e degli istituti finanziari, le cui incontrollate speculazioni sono all’origine della crisi, si stanno insomma facendo pagare i costi ai lavoratori e allo Stato sociale. Come dire, dopo il danno anche la beffa», scrive Burrow, «Le politiche di spending review vengono utilizzate non solo per comprimere le garanzie dei lavoratori e della gran parte dei cittadini (davvero sono i privilegi e l’avidità dell’1% della popolazione mondiale che schiacciano i diritti del rimanente 99%!), ma anche e assieme per limitare l’azione del movimento sindacale, che quelle garanzie difende, avendole faticosamente conquistate nel corso dell’intero Novecento. L’attuale attacco contro quelle conquiste e contro i diritti acquisiti al prezzo di immensi sacrifici è senza precedenti. Si vogliono far tornare i lavoratori e le loro organizzazioni sindacali ai tempi bui di un passato lontano. Per quest’obiettivo vengono usati tutti i mezzi, leciti e più spesso illeciti».

La via d'uscita è solo una per Burrow. «Dopo decenni di attacchi ai diritti dei lavoratori, il sindacato deve dare priorità massima all’organizzarsi, ad aumentare la sua influenza e a respingere l’agenda, sul modello delle corporation statunitensi, che si cerca di imporre in tutto il mondo. Un cambiamento di paradigma, capace di un’uscita democratica dalla crisi per affermare una nuova economia e nuove relazioni industriali, nel segno dell’equità, dell’ecologia, della riduzione degli squilibri tra Nord e Sud del mondo, dei diritti umani, del welfare del nuovo millennio. E della pace, perché anche nel 2012 tanti sono stati i fronti di guerra, vecchi e nuovi, con il loro corollario di instabilità, di morte e di diritti violati che il mondo non deve più tollerare. Per dare contenuti e spinta a questo cambiamento c’è bisogno di forza e organizzazione sociale e sindacale, di una maggior capacità di collegamento e di efficacia, ma prima ancora di uno sforzo di sguardo e analisi critica, di documentazione, di lettura dei processi in corso. In questo paziente lavoro, che come International Trade Union Confederation riteniamo vitale, anche questo Rapporto sui diritti globali è un contributo utile non solo per l’Italia, ma a livello internazionale».

Il Rapporto
Tante le collaborazioni. Prefazioni di Susanna Camusso e Sharan Burrow. Introduzione di Sergio Segio. Interventi di Yezid Arteta Dávila, Danilo Barbi, Nnimmo Bassey, Ricard Bellera I Kirchhoff, Paolo Beni, Carla Cantone, Luigi Ciotti, Tony Clarke, Vittorio Cogliati Dezza, Astrit Dakli, Marco De Ponte, Patrizio Gonnella, Maurizio Gubbiotti, Embarka Hamoudi Hamdi, Vera Lamonica, Elena Lattuada, Saul Meghnagi, Pat Mooney, Salih Muslim Muhammad, Grazia Naletto, Mauro Palma, Livio Pepino, Ciro Pesacane, Claudia Pratelli, Michele Raitano, Vincenzo Scudiere, Fabrizio Solari, Pablo Solon, Leopoldo Tartaglia, Gianni Tognoni, Ignacio Fernández Toxo, Alex Zanotelli, Armando Zappolini. Il Comitato Scientifico del Rapporto è composto da Aldo Bonomi, Massimo Cacciari, Massimo Campedelli, Francesco Ciafaloni, Chiara Daniele, Andrea Di Stefano, Guglielmo Epifani, Maurizio Gubbiotti, Luigi Manconi, Maria Luisa Mirabile, Mauro Palma, Marco Revelli, Guido Viale, Danilo Zolo.

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