Famiglia

Buone notizie nonostante quei gestori…

Gennaio-dicembre 2001. Dodici mesi scanditi da buone notizie di finanza etica.

di Francesco Maggio

Gennaio-dicembre 2001. Dodici mesi scanditi da buone notizie di finanza etica. È quanto trovate qui a fianco. Abbiamo ripreso quelle che, a nostro avviso, rendono più efficacemente gli enormi passi avanti compiuti in un così breve arco di tempo da questo comparto della finanza. Che ha molteplici volti, numerose sfaccettature, diversi obiettivi. Ma un unico motivo ispiratore: rendere più limpido, trasparente, ricco di senso il rapporto con i soldi dei cittadini. E, se possibile, contribuire a migliorare la loro (la nostra) qualità della vita. Un anno, dunque, decisamente spartiacque. Soprattutto sul fronte dell?offerta dei prodotti, nel quale, tra l?altro, si è potuto assistere allo storico sorpasso del numero dei fondi di investimento socially responsible e green su quello dei fondi a devoluzione. Un dato non di poco conto se pensiamo che nella percezione comune è ancora molto diffusa l?idea che un fondo si definisce etico perché devolve in beneficenza a qualche organizzazione non profit una parte dei suoi rendimenti. E quindi, secondo la logica della domanda e dell?offerta, nuovi fondi a devoluzione avrebbero incontrato comunque consenso. Non è così. I gestori lo sanno bene, hanno capito per tempo che se la concorrenza premeva in una direzione (e molti dei successi italiani sono frutto della ?calata? degli stranieri) bisognava ?emanciparsi?. E così, almeno in parte, è stato. Ciò che essi invece (tranne rare eccezioni) tardano a comprendere è che la gestione di un fondo etico è molto più complessa e impegnativa di un fondo tradizionale. È desolante il livello di approssimazione con cui non pochi gestori approcciano al socially responsible. Il 2002 sarà anche in questo campo spartiacque?


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