Cultura

Buone idee, condivisioni e buona volontà. Come cambia la comunicazione sociale

di Rossana Cavallari


Per cambiare le cose, a volte, oltre le parole serve agire con quel briciolo di incoscienza che serve a farti trovare il coraggio che non pensavi di avere facendoti diventare grande.

Per cambiare le cose, a volte, oltre le parole serve credere in quello che sei, in quello che fai e farlo di più quando tutto sembra difficile e complicato.

Per cambiare le cose, a volte, serve avere quasi diciotto anni e la sfrontatezza tipica di un’età in cui nulla sembra impossibile. Quella sfrontatezza che fa iniziare un viaggio dall’altra parte del mondo e che cambierà la vita.

Di questo voglio parlare questa volta su DireFareSociale. Di Michele Tranquilli, di Yuoaid e di una storia che è esempio, ispirazione, volontà e capacità.

Ho deciso che, in questo post, scriverò poco perché voglio che a parlare siano proprio le parole di Michele del quale riporto alcuni pensieri ripresi dal video che potrete vedere qui.

Voglio farvi conoscere un nuovo modello di cooperazione sociale e un modo diverso di comunicare un valore, un ideale e, cosa davvero importante, un progetto che, sono certa, sarà realizzato con il sostegno di tutte le persone che vorranno dedicare qualche momento di attenzione a questo post.

Ho partecipato alla costruzione di una scuola in Africa per aiutare dei bambini ad avere un’istruzione.

Ci sei o no?

La costruiamo insieme?

Questa è la domanda a cui devi rispondere.

Youaid è un modello di cooperazione che parte dal basso

Ascoltare le idee

Le persone che vogliamo aiutare sono al centro

Non solo donare ma partecipare perché posso aiutare oltre i soldi con le capacità, il tempo, le passioni.

Le idee le comunichiamo, le raccontiamo a tutti gli utenti. Raccontiamo cosa serve, cosa manca perché quell’obiettivo si possa raggiungere.

Tu che pezzo vuoi essere di tutto questo?

E se qualcuno mi chiedesse perché dovrebbe dare una mano direi che io non ho una risposta se non quella che espressa dai pensieri di Michele che io condivido così tanto da credere di non doverli commentare oltre.

Li riporto qui così che ognuno di voi possa riflettere personalmente.

Costruiamo noi stessi.

Crescita umana condivisa.

Un progetto così si deve fare perché dà il buon esempio.

C’è bisogno di credere in questi valori, che lo puoi fare

Ho pensato a come avrei voluto scrivere questo post e al perché farlo.

Mi sono detta che era una questione di condivisione.

Di intenti, sentimenti, principi e voglia di poter fare qualcosa che possa, nel mio piccolo, essere di aiuto.

Perché Michele rappresenta la mia visione del sociale e di come dovrebbe essere raccontato e fatto conoscere.

Un sociale semplice, diretto e umanamente importante.

Un sociale che non lascia spazio agli orpelli ma sa andare dritto al cuore.

Un sociale che è lontano ma che non ci vieta di aprire gli occhi osservando le tante realtà che abbiamo vicino e di cui magari, spesso, non ci accorgiamo.

Un sociale capace di creare riflessione, consapevolezza e, per questo, valore aggiunto.

Tutti noi possiamo scegliere sapendo che una buona idea condivisa alla quale unire buona volontà non potrà che generare un risultato concreto.

Pensiamoci.

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