Non profit

Buone azioni in banca

Un’idea nata tre anni fa e che ora giunge a compimento: costituire un Istituto di credito per finanziare le iniziative del non profit.

di Federico Cella

La cooperativa dal nome significativo ?Verso la Banca Etica? è finalmente arrivata a quella meta che si era prefissa nel lontano 1995: uscire dal bozzolo, trasformata nel primo istituto di credito a sfondo morale, oltre che economico, del nostro Paese. Una data ufficiale, quella del 30 maggio, in cui la cooperativa cesserà di esistere e i soci, in assemblea, approveranno lo statuto ed eleggeranno gli organi d?amministrazione della futura Banca Etica. Passaggi necessari per arrivare, verso la fine di giugno, alla richiesta presso la Banca d?Italia dell?autorizzazione per la definitiva operatività bancaria. Il minimo richiesto per dare vita a un?iniziativa del genere, un capitale sociale pari a 12,5 miliardi di lire, è stato già raggiunto e superato – siamo a più di 13 miliardi – qualche giorno prima della fatidica data.
Dunque, sulla scia storica e ?romantica? internazionale della Grameen Bank, fondata in Bangladesh nel 1976, e quella storica e nazionale dell?esperienza delle Mag, le Mutue autogestioni iniziate nel 1978, anche in Italia si è giunti a questa esperienza che unisce il finanziario al solidale, realtà già presente in molti Paesi di ogni Continente (vedi box in pagina). Ma l?operatività definitiva della Banca non avverrà prima del gennaio 1999, mentre la possibilità di aprire conti correnti solo dopo un anno di attività (all?inizio, dunque, verranno offerti solo certificati di deposito e obbligazioni). «Le motivazioni di questo ritardo sono contingenti alla grande trasformazione finanziaria che avverrà con l?inizio del prossimo anno», spiega Fabio Salviato, presidente della Cooperativa. «Con l?operatività dal primo gennaio del ?99, avremo la possibilità di debuttare con operazioni, conti e servizi direttamente in Euro, strutturando l?intera organizzazione dell?istituto in base alla nuova realtà economica della moneta unica».
Una banca snella, che starà molto attenta ai costi e che, inizialmente, vedrà l’apertura di un solo sportello, a Padova, sede istituzionale di questo sogno. Quindici dipendenti, ma oltre ottanta gruppi d’intervento su tutto il territorio nazionale per promuovere l’iniziativa, molti dei quali gestiti da partner d’eccezione, quali la Banca Popolare di Milano, la Popolare dell’Emilia, l’Ambro-Veneto e, soprattutto, l’Ente Poste. I tassi di interesse per i depositari saranno mediamente più bassi di un punto percentuale rispetto ai tassi praticati dalle banche “normali”; questo il prezzo da pagare per l’adesione a un concetto diverso di finanza. «La nostra è una banca alternativa, che punta al finanziamento e offre i propri servizi verso quattro filoni fondamentali, solitamente trascurati dal mercato finanziario istituzionale», prosegue Salviato. «Si tratta dell’associazionismo, della cooperazione sociale e internazionale, infine delle tematiche ambientali; oltre, naturalmente, a quella fascia sociale che al momento attuale si trova esclusa dalla possibilità d’accesso al credito: un 20-25% della popolazione italiana, cifra in continuo aumento». La bassa redditività dovrebbe controbilanciare, quindi, la possibilità di offrire tassi molto agevolati alle realtà del Terzo settore.
Un’iniziativa, questa, da molti definita utopica, più affascinante che realmente funzionante nella realtà nazionale. Un’opinione non condivisa dai molti istituti di credito tradizionali, che, sensibilizzati dalla nascente cultura etico-finanziaria, hanno varato delle iniziative “in linea”, come il conto corrente per immigrati creato dalla Banca Popolare di Milano. E, naturalmente, non condivisa dal presidente Salviato: «Basta guardare i numeri. Calcolando tutte le istituzioni che si sono associate alla cooperativa – sei regioni (Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Friuli, Unbria e Liguria), venti provincie e 110 comuni -, e le associazioni e realtà non profit, arriviamo alla cifra di circa 5-6 milioni di soci, che fa della Banca Etica, la più grande d’Italia». ?

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