Formazione

Buona Scuola, cattivo 5 per mille

Il consiglio dei ministri di ieri dà il via libera alla misura malgrado l’opposizione del non profit italiano. Così si stravolgerebbe la funzione del 5 per mille. Il Governo ci ripensi

di Redazione

Era scritto nella bozza del decreto, è stato confermato dal disegno di legge (qui il testo) sulla Buona Scuola approvato ieri: semaforo verde al 5 per mille per gli istituti scolastici. «Il 5 per mille potrà essere destinato anche alle scuole», si legge nella nota diffusa dal Governo, lasciando intendere che ci si riferisca alla misura di sussidiarietà fiscale già in essere e non a un nuovo strumento. Se così fosse si allargherebbe a dismisura la platea dei beneficiari (per il 2015 sono previsti circa 50mila enti per uno stanziamento di 500 milioni di euro). Aggiungere le 46mila scuole statali significherebbe di fatto raddoppiare il numero degli aventi diritto.

L'articolo chiave è l'articolo 15 del disegno di legge. Che recita così: 

Articolo 15 (Cinque per mille)

1. All’articolo 2 del decreto legge 25 marzo 2010, n. 40, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 maggio 2010, n. 73, sono apportate le seguenti modificazioni: a) al comma 4-novies dopo la lettera e) è aggiunta la seguente "e-bis) istituzioni scolastiche del sistema nazionale di istruzione"; b) al comma 4-duodecies è aggiunto, dopo l’ultimo periodo, il seguente "Tutte le istituzioni di cui al comma 4-novies, lettera e-bis), sono incluse di diritto tra i soggetti ammessi al riparto.". c) dopo il comma 4-terdecies è aggiunto il seguente: “4-quaterdecies. In sede di dichiarazione dei redditi, i contribuenti che intendono destinare la quota del cinque per mille delle imposte ai soggetti di cui al comma

4-novies, lettera e-bis, indicano l’istituzione scolastica del sistema nazionale di istruzione alla quale devolvere la somma. La quota di risorse attribuita alle istituzioni scolastiche a seguito del riparto delle somme di cui all’art.1, comma 154, comma 601, della legge 29 dicembre 2006, n. 296, per essere destinate alle singole istituzioni beneficiarie in maniera proporzionale alle scelte espresse.”

5. Le disposizioni del comma 1 hanno effetto a decorrere dall’esercizio finanziario 2016.

Con questa decisione il Governo ha quindi ignorato la voce del non profit italiano. Come quella emersa dall’ultimo e partecipatissimo Comitato editoriale di Vita (presenti oltre 60 organizzazioni di primo e secondo livello del Comitato editoriale, in rappresentanza di circa 50 mila sedi territoriali) nel quale  tutti i rappresentanti del non profit avevano chiesto al Premier «un ripensamento sottolineando come già nell’8 per mille destinato allo Stato abbia tra le sue priorità interventi sull’edilizia scolastica, interventi su cui del resto non si sa, dopo 2 anni e mezzo né l’ammontare né la finalizzazione. Se il 5 per mille per gli istituti scolastici fosse confermato come scritto nella bozza del Ddl sarebbe l’ennesima umiliazione per il Terzo settore e l’ennesimo inganno ai contribuenti su cui si scaricherebbe la confusione normativa».

Un appello oggi ancora più attuale. Il Governo infatti ha scelto lo strumento del disegno di legge. Il tempo e lo spazio per una correzione del timone in corsa d’opera ci sono. Il Governo e Renzi non si facciano scappare l’occasione.

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