Welfare
Buon compleanno, volontari dellAvulss
Avuss-Associazione per il volontariato nelle unità locali dei servizi socio sanitari, grande impegno e tanta volontà
Grande impegno e tanta volontà: sono queste le principali caratteristiche dell?Associazione per il Volontariato nelle Unità Locali dei Servizi Socio-Sanitari (in sigla Avulss) fondata a Brezzo di Bedero, alle porte di Varese, alla fine degli anni Settanta. Va detto subito che il gruppo, in occasione dell?ultima assemblea generale, ha festeggiato, appunto, il suo ventesimo compleanno. Durante la cerimonia, durante la quale monsignor Marco Ferrari vescovo ausiliario della Diocesi di Milano per la zona di Varese, ha celebrato una messa, è stato ricordato il fondatore dell?associazione, don Giacomo Luzietti, che ha dedicato gran parte della sua vita all?Avulss e all?Oari (Opera assistenza religiosi infermi).
Da sempre il gruppo, di ispirazione cristiana, annovera tra i suoi ideali più importanti la gratuità dei servizi offerti intesa come spirito di sacrificio e generosità dedicati a chi ha più bisogno. Non a caso l?Avulss, suddiviso in nuclei locali che si gestiscono in modo autonomo, è diventata con il passare del tempo un vero e proprio punto di riferimento sanitario e sociale, in molte parti d?Italia: dal Trentino Alto Adige alla Sicilia. Attualmente opera in quasi trecento città e vanta ben 12mila volontari, sparsi su tutto il territorio.
Presente nei maggiori organismi nazionali civili ed ecclesiastici impegnati tutti i giorni con il mondo della solidarietà, condividendone le finalità religiose e sociali, l?Avulss offre servizi gratuiti al cittadino sia diretti (aiutando, quindi, singole persone sofferenti e in difficoltà in cerca di aiuto) sia presso le realtà socio-sanitarie, con attività di sostegno, integrazione e partecipazione.
È in grado di rispondere, così, alle reali esigenze della gente, garantendo un impegno qualificato nel settore dei servizi sanitari, servizi che esprimono, però, allo stesso tempo, anche altri principi, come la condivisione di vita, la forza di cambiamento sociale in modo da poter testimoniare al mondo la presenza amorevole dell?Uomo-Dio, nell?unità e nella comunione. Ai volontari (protetti da ben tre diverse polizze assicurative: responsabilità civile, infortuni e malattia) non viene richiesta particolare competenza professionale, ma piuttosto la capacità di relazionarsi con il prossimo. Devono comunque superare un corso di formazione di base di una cinquantina di ore in totale (piani didattici e contenuti predisposti dall?Oari in collaborazione con l?Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e promossi dalla stessa Oari e pure dall?Avulss).
A questo punto, diventati operatori a tutti gli effetti, attivi sotto la guida e il coordinamento dei responsabili del nucleo locale cui appartengono, operano in diverse strutture. Tra queste vanno segnalati naturalmente gli ospedali, le case di riposo, i consultori pubblici e privati, i centri di igiene mentale, i day hospital, i poliambulatori ma anche le carceri e i centri di recupero per tossicodipendenti e quelli dedicati alla riabilitazione. Tra i tanti settori di intervento anche l?assistenza ai malati a domicilio, alle persone disabili e con malattie mentali, e a tutte quelle realtà familiari che, per le più svariate ragioni, vivono situazioni di disagio, di bisogno o di sofferenza.
Infine, tra i tanti compiti di questi volontari, in cui il sentimento umano e umanizzante, rappresenta comunque la dote principale, spicca anche l?attività di animazione, di promozione di educazione sanitaria, accanto all?impegno socio-politico. Particolare attenzione è riservata infine alla consultazione e alla partecipazione attiva.
Da vent’anni nei servizi socio-sanitari
Per capire un po? meglio, al di là delle semplici cifre, l?importanza che l?Avulss ricopre in tutto il Paese, è necessario accennare alla storia del gruppo. Don Giacomo Luzietti (morto nel ?94) fondò nei primi anni Sessanta l?Oari, Opera Assistenza Religiosi Infermi che fin dall?esordio iniziò a svolgere attività formativa destinata ad arricchire tutti quegli operatori che vivevano a stretto contatto con il mondo del disagio e della sofferenza. Don Giacomo si accorse quasi subito, però, che non era affatto facile prestare assistenza alle persone bisognose: perché mancano strutture adeguate e soprattutto perché non c?erano strumenti legislativi che permettessero agli operatori specializzati di intervenire per aiutare e assistere persone in difficoltà. Così, nell?ottobre del 1979 (più o meno nel periodo dell?entrata in vigore della legge sanitaria 833 che ha favorito anche l?attività dei volontari), alcuni soci e responsabili della stessa Oari danno vita all?Avulss che comincia a operare senza nessun volontario. Con il passare degli anni l?associazione si amplia. Attualmente conta ben trecento sedi locali, sparse ovunque (una trentina, per esempio, solo nella provincia di Trento) e ben dodici mila volontari. In Lombardia le persone che danno una mano nelle strutture dove operano anche i servizi socio-sanitari dell?Avulss sono quasi 2.500, divise in una cinquantina di nuclei locali.
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