Politica
Buffagni: «Permettere a tutti i bambini di diventare cittadini fondamentali per la ripartenza»
Così il vice-ministro Stefano Buffagni ha chiuso oggi un incontro organizzato da ASviS e Con i Bambini su un'istruzione e un'educazione di qualità. E il Recovery Fund? «Direttamente è molto difficile riuscire a integrare una progettualità mentre è facilissimo farlo a latere, finanziando con leggi di bilancio ordinarie progetti che si affiancano al Recovery Fund, con una visione strategica univoca. Che c'è», ha detto
«Ci rendiamo conto di come ragazzi su cui non investiamo per tempo diventano uno spreco e un costo sociale futuro, quindi sono doppiamente un valore su cui l’Italia deve puntare. Non si tratta solo di garantire la sussistenza alimentare ed economica, ma di permettere a tutti i bambini di diventare cittadini fondamentali per la ripartenza del Paese, anche se partono da contesti difficili».
Così Stefano Buffagni, viceministro allo sviluppo economico e presidente del Comitato di indirizzo strategico del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile ha chiuso questa mattina l’incontro “Imparare con i bambini. Dall’istruzione di qualità alla educazione di qualità. L’importanza della comunità educante” organizzato da ASviS e Con i Bambini nell’ambito del Festival dello sviluppo sostenibile. Il goal 4 dell’Agenda 2030 prevede di “Assicurare un’istruzione di qualità, equa ed inclusiva, e promuovere opportunità di apprendimento permanente per tutti”, un obiettivo non è scontato nemmeno in Italia, per tante ragioni, dalla dispersione scolastica e l’uscita precoce dal sistema di istruzione all’incapacità della scuola di fare da ascensore sociali e colmare le disuguaglianze che il Covid-19 ha reso evidenti. Enrico Giovannini, portavoce di ASviS, citando il rapporto presentato ieri sul “work in progress” per il raggiungimento dei 17 SDGs ha detto che proprio il goal 4, insieme ad altri 8, mostra ritardi. E il 2020 ha dato un «duro colpo» al goal 4, per cui sarà più difficile rispetto ad altri recuperare terreno.
Sui bambini al centro del nostro Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, con le risorse del Recovery Plan (la rete di reti EducAzioni a giugno chiese che il 15% dei fondi vadano a istruzione e educazione), il viceministro ha detto che «direttamente è molto difficile riuscire a integrare una progettualità mentre è facilissimo farlo a latere, finanziando con leggi di bilancio ordinarie progetti che si affiancano al Recovery Fund, con una visione strategica univoca. Questo anche per evitare di avere indicatori di misurazione triennali che ci limitano nell’uso risorse, perché a volte i progetti hanno bisogno di sei mesi in più e questo ci creerebe problemi. Si sta ragionando su questo con le ministre Bonetti e Azzolina, per creare sinergie, perché non ci siano dispersione delle risorse in mille rivoli né sovrapposizione di temi e ci sia un’offerta integrata a 360 gradi o almeno – perdonate la battuta – a 270 gradi. Garantisco che è un tema molto sentito anche dal Presidente Conte, stiamo lavorando uniti».
Il viceministro ha dato tre piccole notizie: ha detto di aver «coinvolto diverse aziende importanti a finanziare interventi che vadano in questa direzione, perché è fondamentale fare sinergia e usare le risorse in maniera più efficiente»; ha annunciato uno sviluppo del sistema ITS, anche con un «cambio di nome, perché c’è troppa confusione per le famiglie e i ragazzi, facendo in modo di precludere un percorso aggiuntivo universitario»; rispetto alla misurazione e alla valutazione d’impatto dei progetti finanziati dal Fondo sperimentale di contrasto alla povertà educativa, «non abbiamo ancora una bozza né tantomeno una ricetta. Stiamo lavorando per definire degli indicatori, ma non nascondo la complessità di dare benchmark di riferimento per le misurazioni. Lo stiamo facendo anche insieme agli enti locali e al ministero dell’Istruzione per evitare che in un settore si vada in una direzione e in altri in un’altra. In termini di misurazione l’effetto positivo maggiore è l’apprezzamento trasversale del progetto, che tranquillizza anche per il rifinanziamento del Fondo nelle prossime leggi di bilancio, indipendentemente dalla forza politica che ci sarà, ed è primo passo avanti».
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