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Bufera sulla prescrizione breve
Maggioranza e opposizione ai ferri corti. La magistratura: una legge devastante
Popolo delle libertà e Lega nord presentano il disegno di legge taglia udienze. Obiettivo la prescrizione in due anni. Fini però non è ancora pienamente convinto. Sulle barricate Pd («è incostituzionale») e magistratura («legge devastante).
La rassegna stampa si occupa anche di:
INFLUENZA A
TASSE
FAME
FAMIGLIA
MIGRANTI
CRISI
AFGHANISTAN
Le pagine dalla 2 alla 5 e il titolo di copertina (“Sentenza in 2 anni o il processo cade. Magistrati e opposizione in rivolta”). Questo lo spazio che il CORRIERE DELLA SERA riserva al disegno di legge sul processo breve arrivato in Senato e presentato da Pdl e Lega. Il testo composto da tre articoli prevede che la prescrizione scatti dopo due anni dalla richiesta di rinvio a giudizio del pubblico ministero per i processi in corso in primo grado e per reati «inferiori nel massimo ai dieci anni di reclusione». Per quanto riguarda la norma sulla prescrizione, il ddl prevede che l’imputato possa non avvalersi dell’estinzione del processo, presentando una dichiarazione in udienza. Il provvedimento, messo a punto dal legale del premier e deputato del Pdl Niccolò Ghedini, entrerà in vigore il giorno dopo la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale». Ma cosa dicono i tre articoli? Nell’articolo 1 si fissano le modalità per la durata «ragionevole» dei processi, oltre la quale, se il ddl diventasse legge, il processo verrà estinto. «Non sono considerati irragionevoli – si legge nel testo – i periodi che non eccedono la durata di due anni per il primo grado, di due anni per il grado di appello e di ulteriori due anni per il giudizio di legittimità, nonché di un altro anno in ogni caso di giudizio di rinvio. Il giudice, in applicazione dei parametri di cui al comma 2, può aumentare fino alla metà i termini di cui al presente comma». Se vengono superati i limiti di ragionevole durata, il processo è estinto (articolo 2), «nei processi per i quali la pena edittale determinata ai sensi dell’art. 157 del codice penale è inferiore nel massimo ai dieci anni di reclusione». L’articolo 3 contiene «disposizioni relative all’entrata in vigore della legge e all’applicazione delle norme sull’estinzione processuale». Il CORRIERE offre anche un gustoso dietro le quinte in cui Paola Di Caro dà conto de “La delusione del premier: a Fini ho dato tanto, lui fa cadere tutto dall’alto”. Il Cavaliere infatti avrebbe voluto l’immunità per scacciare l’incubo di una giustizia «che mi perseguita». Il CCORRIERE però si dimostra decisamente critico nei confronti del disegno di legge. La pag 5 infatti, firmata da Luigi Ferrarella mette la lente sugli effetti collaterali della legge: “Da Mills alla malasanità: ecco i processi a rischio”. Scrive il cronista giudiziario di via Solferino: «Una legge piena di contraddizioni e iniqui effetti collaterali. Stabilisce priorità che sono l’esatto contrario di quelle dettate da un’altra legge appena un anno fa. Strangola in culla i processi per gli omicidi colposi in ospedale, ma garantisce tutto il tempo per giudicare un borseggio sull’autobus. E chissà se i pazienti vittime del chirurgo della clinica milanese Santa Rita apprezzeranno la «tutela» promessa loro dal disegno di legge «misure per la tutela del cittadino contro la durata indeterminata dei processi ».
Molto forte il titolo di apertura di LA REPUBBLICA: “Legge salva-premier, è rivolta”. Il ddl presentato in Senato, che contiene il processo breve, scatena le polemiche di opposizioni e magistratura. Tre pagine per dar conto del ddl, presentato da Gasparri e Quagliarello ma elaborato dall’onorevole avvocato Ghedini, e delle reazioni. Cosa prevede il disegno di legge? Due anni per ogni grado di giudizio, ne potranno beneficiare gli incensurati (i recidivi saranno invece processati per il tempo necessario), riguarda solo i reati fino al massimo a 10 anni, esclusi i delitti gravi (mafia, terrorismo, allarme sociale, associazione a delinquere, incendio, pornografia minorile, sequestro di persona, incidenti sul lavoro, traffico di rifiuti e immigrazione clandestina). La norma incredibile, voluta dalla Lega, è l’esclusione a priori degli immigrati (come se si processassero le persone, e non i reati). L’Anm prevede che «gli unici processi che potranno essere portati a termine saranno quelli nei confronti dei recidivi e quelli relativi ai fatti indicati in un elenco di eccezioni che pone forti dubbi di costituzionalità».il presidente emerito della Consulta, Antonio Baldassarre definisce l’iniziativa di legge «incostituzionale» e «imbarazzante». Il Csm proverà a calcolare quanti processi sarebbero a rischio. Certamente bloccati ne uscirebbero quelli che riguardano il premier, per il quale rimarrebbe in piedi solo l’inchiesta Mediatrade (mentre addio Mills e diritti tv, ovvero frode fiscale). Un altro pezzo invece contabilizza i grandi processi a rischio: da quello di Napoli sui rifiuti, a Parmalat, Cir, Antonveneta, Thyssen e via elencando. Di fatto sarebbero depenalizzati truffe falso in bilancio e bancarotta preferenziale. Tra le reazioni quelle dei comitati delle vittime Eternit e dei risparmiatori truffati da Cirio e Giacomelli. Federconsumatori annuncia: ricorreremo alla Consulta e alla Corte europea. Le pagine 6 e 7 sono dedicate invece alle reazioni della politica. Bersani promette una battaglia dura, Di Pietro annuncia il referendum. Anche l’Udc contro la legge. L’Idv organizza per il 5 dicembre una manifestazione, il No B day. Intanto “Il Quirinale accende i riflettori dubbi sulla costituzionalità della legge” informa un altro pezzo. In una breve si dà conto del giudizio del cardinale Bagnasco, presidente della Cei: «Sono iniziative che alimentano altri contenziosi; il risultato è che la gente per sempre più la fiducia». Non è tenero nemmeno il commento di Curzio Maltese, “La vergogna al potere”: «la caccia alle guardie organizzata dai ladri della politica sembra concludersi, dopo quindici anni, con la diciannovesima legge ad personam, forse la peggiore. Solito nome accattivante, “processo breve”. Solita traduzione: “impunità” per Berlusconi».
IL MANIFESTO mette in prima pagina la foto del governo con a sfondare il titolo “Banda larga”, il sommario spiega: «La legge sulla prescrizione mascherata approda al Senato. Tra articoli per cancellare i processi di Berlusconi (con il paracadute dell’immunità parlamentare). Liberi tutti (a rischio Cirio e Parmalat), tranne rom e immigrati come chiede la Lega». Allo stesso tema è dedicato anche il commento in prima pagina “Dieci punti un declino” di Andrea Fabozzi che inizia ricordando che: «Ai senatori del Popolo della libertà ieri è stato distribuito un “decalogo”. Un piano stabilito da Palazzo Chigi. Argomento guarda un po’, la giustizia. Si comincia dai tre articoli ammazza processi, presentati ieri e battezzati senza imbarazzo “legge sui tempi europei dei processi” (…) Ci risiamo. E ci risiamo con l’assurdo di doversi seriamente occupare di quali reati sono inclusi nel nuovo salvacondotto (la corruzione, ovviamente) e quali esclusi (un banale furto, l’immigrazione clandestina ovviamente) di quanto sia “manifesta” l’incostituzionalità che dovrà valutare il presidente della Repubblica. Ma la verità è che stiamo ancora e sempre discutendo di come salvare Silvio Berlusconi. (…) L’eterno “dibattito” è riassumibile nella guerra senza quartiere del capo del governo non tanto ai giudici in generale ma ai suoi giudici in particolare. (…)» e va a concludere «La brutta notizia per Berlusconi è che perderà la corsa. L’ultima di queste leggi personali è congegnata persino peggio delle tante che l’hanno preceduta. Colpa della fretta. Qualcuno disposto a “metterci la faccia” il cavaliere ancora lo trova, se non è Alfano è Gasparri. Ma gli alleati non riesce più a tenerli insieme. E per non perdere né Fini né Bossi finisce per perdere lui stesso. Così si ritrova con una legge incostituzionale, dunque destinata a cadere, che nemmeno lo salverà da tutti i processi. Il finale non è scritto, ma il declino è cominciato».
Sulle conseguenze di questo disegno di legge nelle pagine interne viene intervistato Alessandro Gamberini di Federconsumatori che spiega come oltre a Parmalat siano a rischio molti processi per reati finanziari.
Due pagine per il SOLE24ORE sul processo breve. Oltre ai consueti infografici esplicativi di cui il SOLE è maestro, spiccano un pezzo sull’altolà di Fini (e dei suoi, in prima linea la Bongiorno) sui reati che la legge andrà a impattare. «Sbagliato escludere i clandestini», ha detto la presidente della Commissione Giustizia della Camera, vicinissima a Fini, «perché la violazione delle norme sull’immigrazione è una semplice contravvenzione punita con una banale multa». Di spalla interessante approfondimento sui grandi processi finanziari italiani: che fine faranno? Ecco: morti sul nascere i processi Antonveneta e e Bnl-Unipol (Antonio Fazio e i “banchieri rossi” sono incensurati), per Parmalat invece nessun rischio per Tanzi, che andrà comunque a processo, mentre sarebbero salvate le banche; a processo regolarmente invece Cirio e il suo patron Sergio Cragnotti, come pure nessun problema di prescrizione per la ThyssenKrup.
“Processo breve, polemica infinita” è il titolo di AVVENIRE in prima pagina. Subito alcune precisazioni che suonano come anticipo di sottolineature: “prescrizione per gli incensurati, premier compreso”, “l’Anmn: devastante” e “pure Bongiorno stupita dalla stretta sugli stranieri”. È proprio questo degli stranieri l’elemento su cui si torna nel pezzo a pagina 11, con la Bongiorno che spiega lo «stupore» per la scelta di includere «l’immigrazione clandestina, che è una semplice contravvenzione punita con una banale ammenda» nell’elenco dei reati di grave allarme sociale, insieme alla mafia e e al terrorismo. Sull’immigrazione si è aperta una frattura anche con l’Udc, che invece aveva manifestato importanti aperture sulla giustizia.
IL GIORNALE pubblica a pag. 6 la versione integrale del testo del disegno di legge. nel pezzo di cronaca viene sottolineata la vittoria della Lega nord che è riuscita a far escludere i reati di immigrazione clandestina. Sino all’ultimo infatti il Carroccio aveva tenuto col fiato sospeso la maggioranza perché la parola d’ordine era « prima leggiamo e poi firmiamo» e così la firma è quella di Federico Bricolo. L’associazione nazionale magistrati boccia un progetto di riforma che avrebbe effetti devastanti sul funzionamento della giustizia penale in Italia». Bersani precisa: «Se è una norma per fare processi brevi, va bene. Se serve per non farli, o non farne alcuni non siamo d’accordo». La Finocchiaro vede «a rischio anche il processo Thyssen», il GIORNALE sottolinea che i reati relativi agi infortuni sul lavoro sono esclusi.
LA STAMPA titola “Processo breve, è scontro”. L’editoriale di Marcello Sorgi “Berlusconi da solo nell’arena” sottolinea che «la partenza, anzi la falsa partenza, del ddl sul processo breve in Senato non lascia presagire niente di buono». E questo perchè lungi dal tornare un clima di cooperazione risanato dai pregiudizi oggi «dentro e fuori il Parlamento, la situazione è diventata mefitica». Questo per l’alt di Fini che ha scoperto l’aggiunta non concordata dell’immigrazione tra i reati di grave allarma sociale. A riguardo il quotidiano torinese dedica pagina 3, “Fini sorpreso dal testo, Silvio ha violato il patto” di Amedeo La Mattina che racconta appunto di come sia bastato qualche giorno per far saltar «il fragile accordo tra Berlusconi e Fini». A pagina 5 “La giustizia non si salva con i processi cancellati” di Luca Ridolfi che spiega come questo provvedimento servirà ad «umiliare e scassare ulteriormente la macchina della giustizia».
Il quotidiano dei professionisti entra nel merito della proposta di legge sul processo breve con un articolo “Conto alla rovescia per i processi” pubblicato nella sezione Giustizia e Società. Il pezzo esamina il contenuto del ddl con la consueta impostazione sobria e analitica che contraddistingue le pagine di approfondimento di ITALIA OGGI. Ma anche se il pezzo è scritto per gli addetti ai lavori del mondo della giustizia, non mancano alcuni riferimenti alle reazioni politiche. Anna Finocchiaro, ricorda il pezzo, ritiene che con questo taglio si rischia «l’estinzione anche di processi come quello Parmalat e quello Cirio». A favore del punto di vista della maggioranza invece, ITALIA OGGI pubblica una nota del presidente della commissione Giustizia al Senato Filippo Berselli:«Si finge di non ricordare che nella XIV legislatura i senatori Fazzoni, Ayala, Brutti, Calvi e Maritati, tutti del Gruppo de Democratici di sinistra, presentarono il disegno di legge n.260 pressochè identico».
E inoltre sui giornali di oggi:
INFLUENZA A
SOLRE24ORE – “Con l’influenza A 1,5 milioni di malati”: il SOLE commenta il bilancio reso noto ieri dall’Istituto superiore di sanità, osservando come l’epidemia ha anticipato il picco e i vaccini invece sono in ritardo. Il massimo dei contagi si avrà, invece che a metà dicembre come previsto, all’inizio del mese prossimo; i vaccinati sono 149mila (il 3% delle categorie a rischio), i malati 1 milione e mezzo, i morti 44.
CORRIERE DELLA SERA – L’influenza A in Italia ha provocato altre 5 vittime, tra le quali un immigrato marocchino. l contagio dell’influenza A galoppa comunque in Italia a ritmi da record: solo nell’ultima settimana si sono ammalati 736.000 italiani, e in totale sono oltre un milione e mezzo (1.526.000) le persone contagiate dall’inizio dell’epidemia. Sono i dati forniti dai medici sentinella del servizio di sorveglianza Influnet dell’Istituto Superiore di Sanità, che precisa che il valore dell’incidenza totale delle sindromi influenzali nell’ultima settimana è pari a 12,27 casi per mille assistiti, in netto aumento rispetto alla settimana scorsa (8,95 casi per mille) e soprattutto di gran lunga superiore al picco epidemico raggiunto negli anni scorsi da tutte le precedenti influenze stagionali tranne quella 2004-2005. La fascia di età più colpita si conferma quella pediatrica (0-14 anni) con un’incidenza di 36,40 casi per mille assistiti (26,15 per mille nella fascia 0-4 anni e 41,65 per i 5-14enni). Molto più bassa l’incidenza per gli adulti: 7,29 casi per mille nella fascia 15-64 anni, con appena 1,47 casi per mille per gli over 65.
TASSE
LA REPUBBLICA – Minitaglio dell’acconto Irperf che però sarà recuperato del saldo dell’anno prossimo. Dunque non una riduzione, ma un differimento (con Confindustria arrabbiata perché non è stata toccata l’Irap né l’Ires). Intanto spunta un nuovo condono: quello previdenziale. Chi pagherà all’Inps il 50% del dovuto potrà sfuggire alle sanzioni. Fessi noi che continuiamo a pagare l’intero…
FAME
AVVENIRE-Dopo che ieri aveva criticato l’idea dello “sciopero della fame per solidarietà” di Diouf, oggi AVEVNIRE attacca la bozza del documento finale in circolazione tra gli addetti ai lavori: se le cose rimarranno così, «dal summit mondiale sulla fame non verranno fuori né soldi né impegni» e addirittura i capi di stato «si stringeranno la mano davanti ai fotografi ma non si impegneranno a sperndere i 44 miliardi di dollari l’anno per l’agricoltura richiesti dalla Fao né menzioneranno il 2025 come anno di definitivo sradicamento della fame». Invece i leader si impegneranno a rispettare l’obiettivo di sviluppo del millennio, che indica il dimezzamento degli affamati entro il 2015: obiettivo però che tutti ormai sanno irrealizzabile e che secondo gli esperti potrà essere raggiunto solo nel 2040.
FAMIGLIA
AVVENIRE– La finanziaria approvata dalla Giunta della Regione Emilia Romagna, che dovrebbe diventare legge entro Natale, apre l’accesso ai servizi pubblici senza porre differenze tra coppie sposate e coppie di fatto. Per AVVENIRE è la prima attuazione dei Dico senza i Dico, bollata come «un ragù all’emiliana». Pierpaolo Donati, docente a Bologna e presidente dell’Osservatorio per la famiglia, spiega in realtà che i dico non c’entrano, «è l’ottica ideologica della giunta che rende la famiglia irrilevante agli effetti delle politiche di welfare». I servizi sociali quindi verranno erogati indipendentemente dalla famiglia in cui si vive, «il che comporterà effetti perversi di discriminazione verso le famiglie». Di spalla due interviste. La giurista Lorenza Violini ribadisce che è incostituzionale l’equiparazione tra famiglia legittima e convivenza di fatto, mentre Francesco Belletti, presidente del Forum delle associazioni familiari parla di «menzogna giuridica» e sottolinea come il pensare che un favor familiae sia discriminatorio e quindi cenusrabile significhi sostenere «che la famiglia, attraverso la sua identità giuridica, non abbia più, o non debba più avere, rilevanza sociale».
MIGRANTI
IL MANIFESTO – Ampio spazio viene dato anche oggi alla “Caccia all’immigrato” sia per gli sgomberi di San Nicola Varco con la segnalazione del blitz effettuato in una struttura messa a disposizione dal comune di Sicignano «denunciati gli attivisti di Cgil e Caritas che li assistevano» e l’annuncio di una manifestazione a Salerno, sia per lo sgombero effettuato a Roma. Per quanto riguarda il Casilino 700 si osserva che «mentre Amnesty international e l’assessore Nieri parlano di “diritti umani e dell’infanzia calpestata”, e il gruppo capitolino del Pd chiede un consiglio comunale straordinario sulla quastione rom, per il sindaco Alemanno l’”operazione” è andata a buon fine malgrado “il boicottaggio di alcuni gruppi dei centri sociali che hanno fatto di tutto per farlo fallire ed anche per evitare che una parte delle persone che aveva liberamente scelto di rientrare in patria, potesse farlo”. Solo in serata, dopo la bagarre scoppiata in Campidoglio, il comune annuncia di aver “convinto” gli sfollati ad accettare l’accoglienza in una struttura comunale in via Salaria».
CRISI
IL MANIFESTO – “Ripresa senza occupati. Usa – 10,2% e Ue a meno 9,5%” è il titolo dell’articolo a pagina 8 che mette a confronto Europa e Usa “La Bce critica i governi che non combattono la disoccupazione. Obama promuove un Forum sul lavoro” nell’articolo si osserva che “Stesso problema (la disoccupazione) ma una soluzione molto diversa. Negli Stati Uniti dove il tasso di disoccupazione è pari al 10,2% (anche più del 17% se si considerano gli “scoraggiati” usciti definitivamente dal mercato del lavoro), il presidente Obama ha promosso un forum dedicato alal questione lavoro, da tenere al massimo entro il mese di dicembre» e in Europa? «Il bollettino mensile della Bce continua a denunciare il “nulla di fatto” in materia di misure a favore dell’occupazione da parte dei governi dell’Unione».
AFGHANISTAN
ITALIA OGGI– I mullah vanno a lezione di controlli sulla natalità. L’obbiettivo è combattere la mortalità delle madri e nello stesso tempo ridurre la povertà nel paese. L’iniziativa, si legge nel pezzo “Meno figli, il mullah dice si“ è curata da un gruppo non proft chiamato Marie Stopes. In Afghanistan c’è un tasso di mortalità delle madri che in certe aree raggiunge l’8%. La fertilità invece è di 6,7 bambini per donna. Secondo il pezzo, i primi risultati dell’iniziativa sembrano incoraggianti. Il Mullah Amruddin, si legge nell’articolo, ha ritenuto il seminario utile e ha detto che «se si fanno troppi figli e non si riesce ad avere alcun controllo, è negativo per l’Islam».
Nessuno ti regala niente, noi sì
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