Economia

Bufera su Patti Chiari

Dopo le notizie dell'uscita di un cospicuo numero di banche dal consorzio per la trasparenza, tre associazioni ne chiedono la chiusura. Ma non tutti la pensano allo stesso modo...

di Silvano Rubino

Prima le notizie sulla defezione di un numero imprecisato di banche (leggi qui), poi gli attacchi di (alcune) associazioni dei consumatori. Il consorzio Patti Chiari, voluto dalle banche con l’obiettivo di promuovere la qualità e l’efficienza del mercato e l’educazione finanziaria dei cittadini, è nella bufera.

«La vicenda Lehman Brothers che ha trascinato con se migliaia di risparmiatori italiani, grazie ai consigli spregiudicati delle banche, ha dimostrato come Patti Chiari, così come è conformato oggi, non serva a nulla». Quindi, meglio sciogliere il consorzio. Adusbef, Codacons e Federconsumatori non hanno dubbi: « Si è rivelato uno spot senza alcuna utilità  reale per gli utenti», tanto più che «le regole varate da questo organismo sono la copia di disposizioni rese obbligatorie da istituzioni quali Banca d’Italia e Consob».

Sulla stessa linea d’onda Elio Lanutti, già presidente  di Adusbef e oggi capogruppo dell’Italia dei Valori in Commissione Finanze al Senato «Sarebbe ora», dice, «che il Governo rispondesse alle mie interrogazioni sul funzionamento di “Patti Chiari”, il consorzio di banche che, con l’imprimatur dell’Abi, si è reso corresponsabile di migliaia di frodi compiute ai danni dei risparmiatori. Basti pensare che solo tre giorni prima del crack della Lehmann Brothers pubblicizzava le obbligazioni della banca americana e altri 57 titoli tossici tra quelli sicuri».  Quindi anche per Lanutti «bisognerebbe chiudere d’ufficio il Consorzio Patti Chiari e il suo sito internet, e meno male che il direttore generale dell’Abi, Zadra, ha confermato la sua decisione di lasciare l’incarico. Meglio tardi che mai. Però con lui», conclude Lannutti, «si dovrebbero dimettere tanti altri dirigenti dell’associazione che in qualche modo hanno garantito i misfatti compiuti dalle banche nei confronti dei propri clienti».

E le altre associazioni dei consumatori? Ricordiamo che nove di loro (Adiconsum, Adoc, Assoutenti, Cittadinanzattiva, Confconsumatori, Lega Consumatori, Movimento Consumatori, Movimento Difesa del Cittadino e Unione Nazionale Consumatori) hanno un rapporto di collaborazione con Patti Chiari, con un protocollo di intesa chiamato Porte aperte a Patti chiari.

Tra queste nove, Adoc invita  consumatori a boicottare le banche uscenti dal consorzio fino a quando non manterranno gli impegni di trasparenza e corretta informazione. «È gravissima la defezione delle cinquanta banche dal consorzio Patti Chiari», dichiara Carlo Pileri, Presidente dell’Adoc, «che uscendo hanno di fatto rinunciato a mantenere gli impegni assunti e a rispettare le regole sulla trasparenza, sull’informazione al cliente e sulla portabilità che si erano autoimposte aderendo al consorzio. È da considerare che l’uscita delle cinquanta banche è stata determinata dalla mancata volontà di rispettare i 30 Impegni per la Qualità che partiranno quest’estate e rispetto ai quali, come Adoc, riteniamo irrinunciabile l’impegno del sistema bancario. Soprattutto dopo la grave crisi che lo ha coinvolto, e che ha generato sfiducia profonda tra i consumatori e i risparmiatori. Tale crisi non ha di certo risparmiato le piccole banche, che ora fuggono dagli impegni di Patti Chiari e che sono quelle più fragili nella situazione attuale».

«Ritengo che nessuna delle associazioni che collaborano al progetto Patti Chiari ha mai ritenuto che fosse il toccasana contro le innumerevoli vessazioni che quotidianamente subiscono gli utenti degli istituti di credito», dice Remigio del Grosso, presidente di Lega Consumatori. «Ad esser fortunati, quando si va in banca per segnalare un addebito di spese non previste, ci si sente rispondere: “deve essere stato un errore”. Ma quanti “errori” di 10, 20, 30 e più euro non vengono rilevati da clienti meno accorti od anziani? È pur vero che se alcune banche si sono ritirate dal consorzio, vuol dire che un minimo di vantaggi – se non altro una maggiore trasparenza di comportamenti – questo progetto forse assicura agli utenti».

Posiziono del tutto diverse da quella di Adusbef, Codacons e Federconsumatori: per Adoc e Lega Consumatori Patti Chiari, sostanzialmente, funziona. E sbagliano le banche che ne escono. E le altre associazioni cosa ne pensano? Attendiamo pareri…

 

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