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Bse, Ciampi dice no al decreto “pasticciaccio”

I chiarimenti del sottosegretario al Welfare Sestini e la posizione di Federconsumatori sul decreto mucca pazza

di Benedetta Verrini

Dopo un iter segnato da polemiche, il decreto Bse ha ricevuto lo stop dal presidente Carlo Azeglio Ciampi. Il Quirinale ha deciso di rimandare il testo alle Camere perché nel passaggio parlamentare aveva agganciato altri provvedimenti, diventando una specie di omnibus. Ma sul decreto Bse si era innescata un?altra polemica: per il suo finanziamento il governo aveva disposto un prelievo di 50 milioni di euro dal fondo per le politiche sociali. I chiarimenti del sottosegretario al Welfare, Grazia Sestini e la posizione di Federconsumatori. Dopo la ?tirata d?orecchi? del Capo dello Stato, il nuovo testo di decreto viene ripresentato al Consiglio dei ministri perché l?urgenza degli interventi sulla ?mucca pazza? resta. Per esso, poi, si dovrebbe attingere dal fondo di riserva del ministero dell?Economia. «Il fondo nazionale per le politiche sociali è totalmente impegnato: è già stato ripartito tra le Regioni, con un decreto firmato dal ministro Maroni l?8 febbraio e registrato alla Corte dei conti. Per questo il riferimento a esso nel decreto Bse rappresentava solo una copertura tecnica; quei 50 milioni di euro non sarebbero comunque stati tolti ai suoi destinatari originari, cioè disabili, anziani e minori»: il sottosegretario al Welfare, Grazia Sestini, chiarisce così come lo ?scivolone? del governo sulla copertura finanziaria del decreto non avrebbe comunque danneggiato le fasce deboli della popolazione. Certamente l?infelice indicazione e le polemiche che ne sono seguite hanno portato il sottosegretario Sestini a fare alcune precisazioni: «Da parte mia ho invitato i colleghi di governo a non attingere al fondo sociale. Per due motivi: perché queste somme non sono gestite direttamente dallo Stato ma, per lo più, da Regioni e Comuni e poi perché, effettivamente, si tratta di fondi destinati a importanti interventi a favore delle categorie più deboli che non possono essere ridimensionati». L?emergenza Bse richiede, in ogni caso, un nuovo provvedimento, ?ripulito? da quelle voci non urgenti (tra cui gli aiuti ad aziende agricole colpite da calamità o gravi crisi di mercato) che hanno provocato il rifiuto del presidente Ciampi. La presentazione del nuovo decreto legge è stata annunciata per il Consiglio dei ministri di venerdì 12 aprile dal ministro delle Politiche agricole, Giovanni Alemanno. Nel nuovo testo saranno riproposte le misure che vanno dal riconoscimento di un?indennità agli allevatori per i capi abbattuti e per il riacquisto di bovini, ai contributi per lo smaltimento dei materiali a rischio Bse, fino al risarcimento per la ritardata macellazione nel periodo di emergenza mucca pazza. Tutti gli altri provvedimenti non urgenti finiranno in un normale disegno di legge. «D?accordo, ma il problema è un altro» obietta Antonio Ruda, di Federconsumatori. «Un?emergenza come la Bse non può essere tamponata in questo modo, con provvedimenti occasionali e residuali. La sicurezza dei cittadini è un diritto, merita un provvedimento specifico, con voci di spesa apposite: non può essere messa in contrapposizione con i diritti di tutela delle fasce più deboli della popolazione, come si è rischiato di fare nel decreto ?bocciato?, né essere fronteggiata in modo improprio, come è avvenuto nel caso del ticket per finanziare lo smaltimento di parti a rischio, che in pratica era un?imposta di scopo, del tutto incostituzionale». Federconsumatori invita pertanto il governo a trovare risorse specifiche «a partire dal prossimo Documento di programmazione economica e finanziaria, con l?obiettivo di rendere prima di tutto fattibile un?anagrafe bovina» continua Ruda. «Nel precedente Dpef non c?era una sola voce di spesa che riguardasse la sicurezza alimentare anche se questa è, oggi più che mai, un problema per tutti i cittadini».


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