Politica

Bruxelles: arriva Cox. Forza Irlanda

Il neo presidente dell’assemblea di Strasburgo è il simbolo di un paese giovane e in grande crescita. Dove alla società civile è stato riconosciuto una grande ruolo

di Carlotta Jesi

Non tutti i dublinesi che il 16 gennaio sono scesi in piazza per festeggiare Pat Cox, neo eletto presidente del Parlamento europeo, avevano le lentiggini e i capelli rossi. Per le strade della capitale irlandese c?erano anche filippini, spagnoli e africani. Solo una piccola parte dei 150mila stranieri che, nel 2001, sono stati accolti su quest?isola di 3,6 milioni di abitanti. Ma abbastanza per spiegare cosa rappresenti davvero l?elezione di Cox. Il 49enne leader dei liberali europei, ex giornalista ed ex professore di economia, è la prova vivente che nell?Unione europea di oggi contano anche i piccoli. E finora nessun rappresentante di un partito minoritario come l?Eldr, e di un Paese piccolo come l?Irlanda, aveva speranza di contare qualcosa fra Bruxelles e Strasburgo. Con 10 nuovi Paesi, dalla Polonia a Cipro, in attesa di entrare nell?Ue entro due anni, si capisce poi come la ?piccolezza? di Cox diventi un fattore determinate. «Spero che il mio background sia un incoraggiamento per tutte le nazioni che sperano di entrare nel club», ha dichiarato il presidente a Strasburgo. «Niente oggi ci vieta di guardare le stelle e sognare». Qualche ostacolo per gli aspiranti Paesi europei, a dir la verità, c?è. E proprio in Irlanda, dove i cittadini hanno bocciato il trattato di Nizza sull?allargamento dell?Unione europea. Ma il neo presidente, padre di sei figli, ha fiducia nel suo Paese. Nei sette anni di governo di Mary Robinson, oggi Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, l?Irlanda è passata dal disagio sociale alla new economy. E negli ultimi anni è cresciuta più di tutti gli altri Paesi europei: con un calo del tasso di disoccupazione di sette punti e un aumento del Pil che, solo fra il 1997 e il 1999, è cresciuto del 9,4% contro la media europea del 2,4. Il segreto di questo successo cui potrebbero puntare molte nazioni messe in lista d?attesa da Bruxelles? La società civile. Da 15 anni, Dublino sfrutta le potenzialità del Terzo settore nella lotta alla disoccupazione. Un esempio per tutti: l?accordo Partnership 2000, siglato nel 1996 con le parti sociali, che ha istituito un Forum economico e sociale aperto a operatori e volontari della società civile in cui studiare e adottare misure in difesa delle fasce più deboli della società. Risultato: in tre anni, il tasso di disoccupazione è passato dal 12,3 al 5,7%. E, assieme a quelli della new economy, sono cresciuti anche i lavoratori nel Terzo settore. Tanto che, secondo l?Esri, l?Istituto di ricerca economica e sociale di Dublino, negli ultimi anni l?Irlanda ha accolto più lavoratori stranieri degli altri Paesi europei. Tra cui, probabilmente, anche i filippini che hanno festeggiato Pat Cox in piazza.


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