Riescono a coprire il fabbisogno termico dei cittadini grazie agli impianti di biomasse allacciati alle reti di teleriscaldamento e, addirittura, a produrre da fonti rinnovabili più energia elettrica di quanta ne serva ai loro residenti. Sono 20, sono dislocati tutti lungo l’Arco alpino e rappresentano il miglior esempio di innovazione energetica e ambientale italiana. Sono i Comuni “100% rinnovabili” scelti dal rapporto 2011 di Legambiente sulle città italiane che hanno puntato su sole, vento, acqua, terra, biomasse. Una ristretta élite guidata quest’anno da Brunico, quindicimila abitanti in provincia di Bolzano.
La cittadina della Val Pusteria è stata premiata per il mix energetico proveniente da diverse fonti rinnovabili. Nel territorio cittadino, snocciola il report, sono stati infatti installati «840 mq di solare termico (distribuiti sui tetti di abitazioni e strutture pubbliche), 3.093 kW di fotovoltaico tutti distribuiti su tetti o coperture, 4.390 kW di mini idroelettrico articolati in 3 impianti (senza dimenticare i 46,3 MW di “vecchio” idroelettrico non conteggiato ai fini di questi risultati), e poi 1.500 kWt da biogas e 20 MWt da biomassa locale connessi a una estesa rete di teleriscaldamento che permette di raggiungere ogni utenza». Legambiente segnala, in particolare, gli impianti fotovoltaici installati sui tetti della scuola elementare (32 kW) e della caserma circondariale dei vigili del fuoco (64 kW) in grado di rendere i due edifici autonomi dal punto di vista elettrico e, soprattutto, di far risparmiare al Comune un po’ di quattrini.
«Grazie all’energia pulita, le emissioni di anidride carbonica di Brunico sono calate di 52mila tonellate annue, vale a dire che ogni nostro cittadino produce oggi 3,5 tonnellate annue di anidride contro la media di 10 tonnellate di ogni altro cittadino italiano», ha commentato il sindaco Christian Tschurtschenthaler.
Un altro fiore all’occhiello, sempre a proposito di tecnologie solari, è il Regolamento edilizio adottato nel 2010. Prevede la copertura obbligatoria del 25% del fabbisogno energetico totale negli edifici pubblici e privati di nuova costruzione e, in ogni caso, che non meno del 50% dell’energia necessaria per la produzione di acqua calda sanitaria sia ricavata da fonti rinnovabili. Brunico, passiamo al capitolo biomasse, può contare anche su una centrale composta da tre caldaie per un totale di 20 MW alimentata da cippato, segatura e cortecce locali. Infine, il biogas. L’impianto da 1,5 MW situato nei pressi della discarica alimenta la rete di teleriscaldamento che dà calore a più di 2mila utenze residenziali, turistiche, pubbliche.
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