Lo avevamo scritto qualche
giorno fa: il bluff del condono sulle slot machine consterà caro agli italiani.In attesa che si sappia come e quanto ha effettivamente evaso (la sentenza della Corte dei Conti arriverà a metà gennaio prossimo), a chiudere preventivamente il contenzione sono stati in pochi e poco hanno portato alle casse dell’Erario. Stratega di questo capolavoro? Il ministro dell’economia Saccomanni, abile nell’annunciare e nel disfare, un po’ meno nel fare. Sarebbe un mago delle tre carte, Saccomanni, se non fosse che di carte ne maneggia parecchie, ben più di tre.
Ne è convinto anche Renato Brunetta, attivissimo in queste ore soprattutto nel ricordare come «nei suoi quasi 8 mesi di ministero, Saccomanni abbia fatto ben poco. Spending review e dismissioni del patrimonio pubblico sono, nonostante i proclami, nella mente degli Dei: nulla di concreto». C’è poi, appunto, la questione dell’Imu trasformata in farsa.
«Ma non era Saccomanni – si chiede Brunetta – l’uomo della Provvidenza, l’uomo di Napolitano, l’uomo di Draghi, l’uomo che rassicurava i mercati, l’uomo in grado, con la sua esperienza e la sua credibilità, di rimettere a posto le cose della nostra dissestata finanza pubblica? Se questi sono i tecnici della Provvidenza, forse sarebbe meglio tornare ai politici e alla politica, magari dopo un sano passaggio elettorale»
Si può non tifare per la parte politica dell’onorevole Brunetta, ma il punto è comunque questo: se un tecnico posto in un ministero chiave si dimostra capace solo di tergiversare non sarà il caso di rivedere tutto e tornare al vero nodo della questione, che è eminentemente pratico e politico?
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