Non profit
Brianza: l’azzardo tra i banchi di scuola
Un'indagine, condotta tra gennaio e maggio del 2014, tra le classi terze e quarte di 7 istituti superiori della provincia di Monza e Brianza rivela che l'80% dei ragazzi gioca d'azzardo almeno una volta la settimana. Il 22% di loro gioca abitualmente e spende in media 40 euro al mese, impegnando i soldi dell'abbonamento dell'autobus o saltando il pranzo. Ma il dato più allarmante riguarda la percezione: non lo considerano azzardo e ritengono di poter smettere quando vogliono
di Marco Dotti
C'è un fenomeno in crescita tra gli adolescenti: le scommesse. Scommettono in gruppo, ammortizzando le perdite, ricapitalizzando le vincite.
Scommettono tanto, 30 euro al mese e anche più. Scommettono su tutto: eventi reali, eventi possibili, eventi virtuali. Scommettono ovunque: là dove è "legale", là dove non lo è e là dove – stando alla prossima legge di Stabilità, che ne disporrebbe la legalizzazione – molto presto lo sarà, ossia nei CTD o Centri trasmissione dati collegati su server esteri che operano in Italia senza alcuna concessione statale e senza versare alcuna imposta.*
Sono spesso minorenni, teoricamente non potrebbero. Ma un maggiorenne raccoglie le somme e scommette per il gruppo. Nel gruppo, c'è poi chi scommette a credito, investendo parte dei soldi che avrà dai genitori come "paghetta" settimanale o "ipotecando" quelli che vincerà, se li vincerà.
Tutto questo avviene offline, dove una ancora vigono frammenti di socialità e fiducia, per quanto degenerate e perverse. Nel gioco online, nessuno ti fa credito. Nella vita reale, ahinoi, c'è sempre qualche "amico" disposto a farlo. Eppure è lì, dove una logica di gruppo e un legame – per sfilacciato che sia – ancora c'è, che bisogna lavorare. Lavorare con azioni educative.
Colpiscono, in tal senso, i dati raccolti dai ricercatori brianzoli di Spazio Giovani, nel corso di una ricerca, "Full Immersion", che ha per oggetto monitoraggio e prevenzione dei comportamenti legati all'azzardo di massa.
L'azzardo tra i banchi
L'indagine condotta tra gennaio e maggio del 2014, tra le classi terze e quarte di 7 istituti superiori, su 500 ragazzi tra i 15 e i 21 anni (35,4% ragazze e 64,6% ragazzi) della provincia di Monza e Brianza rivela come l'80% dei ragazzi giochi d'azzardo almeno una volta la settimana. Il 22% di loro gioca abitualmente e spende in media 30 euro al mese, impegnando i soldi per l'abbonamento dell'autobus o saltando il pranzo. Ma il dato più allarmante riguarda la percezione: non lo considerano azzardo e ritengono di poter smettere quando vogliono.
Molte ricerche hanno dimostrato che la maggioranza dei giocatori "patologici" ha iniziato a giocare prima dei 20 anni, considerando che il tempo di "latenza" è generalmente stimato in 7 anni è probabile che molti di questi ragazzi, tra qualche anno, chiederanno aiuto proprio a quei servizi che oggi stanno tentando di scongiurare il pericolo attraverso attività di prevenzione.
L'indagine parte da tre domande: 1) Esiste fra i giovani studenti un problema legato al gioco d'azzardo? 2) Che tipo di percezioni, credenze e opinioni hanno i ragazzi rispetto ai prodotti offerti dal mercato per giocare d'azzardo? 3) Che posto occupa il gioco d'azzardo fra i c0nsumi giovanili?
L'indagine ha quindi messo a fuoco la percezione dei giovani rispetto ai loro comportamenti e ai comportamenti di amici parenti e conoscenti relativamente al fenomeno – sociologicamente inteso – del "gioco d'azzardo".
La maggioranza dei ragazzi intervistati – ricordiamo che sono stati validati 463 questionari – considera il gioco d'azzardo come un vizio o uno svago e solo il 26,7% ne percepisce la potenziale pericolosità. Chi ne percepisce la pericolosità sociale ha probabilmente rapporti di prossimitù con persone – famigliari o amici – che hanno problemi con l'azzardo.
Tra chi lo considera "una malattia", il dato rileva uno scarto considerevole. Leggiamo la percezione dichiarata da ragazze e ragazzi maggiorenni: il 70% dei ragazzi maggiorenni considera il gioco d'azzardo come un vizio, mentre il 37,5%delle ragazze maggiorenni lo considera una malattia.
Malattia o meno, una percentuale non indifferente di ragazzi spende cifre che arrivano in media a 10 euro a settimana per scommesse o slot machine.
Il 4% dei maschi maggiorenni spende 30 euro al mese, mentre lo 0,9%, sempre maschi ma minorenni, spende più di 30 euro al mese. Particolarmente sentita (92%), come pressione, quella che direttamente o indirettamente arriva dalla pubblicità.
Sul "quante volte", il 19% afferma di giocare tutti i giorni o quasi tutti i giorni, mentre il 45% almente 1-2 volte ogni settimana .
Mentre per quanto riguarda i "luoghi" di gioco, i luoghi privilegiati sono quelli senza barriere: tabaccai, rivendite di giornali e di vario genere (41,7%), che non vengono però identificati come "luoghi dell'azzardo" o "luoghi pericolosi". L'immaginario dell'azzardo sembra ancora orientato, anche per i giovani, verso i casinò. Anche se i dati ci dicono che la loro pratica dell'azzardo è orientata in tutt'altra direzione.
Alla domanda su chi possa influire positivamente sul comportamento dei giovani, ragazzi e ragazze offrono indicazioni molto utili che se proiettate sul piano nazionale potrebbero dare qualche indicazione operativa interessante.
@oilforbook
Note
* Secondo un'indagine dell'Espresso (cfr. Tommaso Cerno, "Scommesse illegali, evasione da 500 milioni di euro l'anno", 26 giugno 2014), sarebbe di 500 milioni di euro l'anno il giro d'affari delle scommesse in questa zona grigia.
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