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Brevetti & geni: primo round alle associazioni

la Camera ha approvato lo stralcio dell’articolo sulla protezione giuridica delle invenzioni biotecnologiche. Ora sarà ricondotta a un ampio dibattito parlamentare, spiega Greenpeace

di Benedetta Verrini

La battaglia delle associazioni contro i brevetti sugli organismi viventi segna la sua prima vittoria: il 12 febbraio, la Camera ha approvato lo stralcio dell?articolo sulla protezione giuridica delle invenzioni biotecnologiche. «Non potevamo permettere che una materia tanto rilevante fosse affrontata attraverso uno strumento tecnico come il collegato alla Finanziaria. Ora sarà ricondotta a un ampio dibattito parlamentare» spiega Luca Colombo, responsabile della campagna ogm di Greenpeace.

La forte campagna di sensibilizzazione da parte di tante associazioni ambientaliste e della società civile (Acli, Arci, Focsiv, Greenpeace, Legambiente, Vas, Rete di Lilliput, Wwf, Centro internazionale Crocevia, Coldiretti, Comitato scientifico antivivisezionista) ha impedito che la Direttiva 98/44/CE sulla ?Protezione giuridica delle invenzioni biotecnologiche?, detta ?dei brevetti sulla vita?, venisse sbrigativamente recepita nel collegato alla Finanziaria (C. 2031, ?Misure per favorire l?iniziativa privata?). Sotto questo ampio cappello, il Parlamento stava per approvare, all?art. 6, una delle direttive più controverse della storia dell?Unione europea, volta a stabilire la brevettabilità di piante, animali e parti del corpo umano. «Lo stralcio approvato la scorsa settimana allunga i tempi di recepimento della direttiva» spiega Colombo. «E nel frattempo, in sede europea, l?intera materia potrebbe essere ridiscussa».

Lobby Ue
In Europa, infatti, solo Irlanda, Regno Unito, Danimarca e Finlandia hanno recepito la direttiva dei brevetti sulla vita, i cui termini scadevano il 30 luglio 2000. Diversamente, Germania, Belgio e Francia, oltre all?Italia, hanno affermato di voler riformulare il testo del provvedimento, al fine di rimuoverne le numerose contraddizioni e di renderla conforme al principio di precauzione sancito da tutti i Trattati internazionali.
Cosa non va in questo controverso provvedimento? Il testo della direttiva approvata il 12 maggio 1998 dal Parlamento europeo è pressoché identico a quello che lo stesso Parlamento, nella stessa formazione, aveva respinto a larga maggioranza tre anni prima, nel 1995.
Per questo incredibile cambiamento di posizione ha dato una spiegazione molto chiara lo stesso Willy de Clercq, presidente della Commissione giuridica del Parlamento Ue, secondo cui per l?approvazione vi era stata «l?azione di lobby più vasta di tutta la storia del Parlamento europeo». Questa direttiva «consente la brevettabilità di materiale biologico isolato dal suo ambiente naturale, o prodotto tramite un procedimento tecnico che può essere un?invenzione, anche se preesisteva allo stato naturale» dice Colombo. «Permette anche la brevettabilità di elementi isolati del corpo umano, compresa la sequenza di un gene. Come se i geni umani, animali e delle piante fossero un?invenzione sulla quale un?impresa può vantare una proprietà esclusiva. A nostro avviso i geni sono scoperte e devono restare patrimonio di tutti».

Paradossi
Ecco un esempio su ciò che la brevettabilità del patrimonio genetico può comportare: un?azienda farmaceutica statunitense, la Myriad Genetics, ha comprato i diritti di proprietà su due geni indicatori della predisposizione del tumore alle ovaie e alla mammella. Ora la Myriad ha diffidato molti laboratori di ricerca e di cura a utilizzare questi geni nell?ambito dei loro programmi di ricerca, in assenza del pagamento dei diritti brevettuali.

Legge strategica
«Si tratta di una delle partite più grosse della storia dell?umanità» commenta Colombo. «Coinvolge la regolamentazione di un sistema che abbraccia tutti i settori della nostra vita, dalla medicina alla ricerca, fino all?agricoltura». Tutte le organizzazioni avvertono che la diffusione di ogm nell?ambiente avrà ripercussioni imprevedibili per la salute, l?ambiente e l?economia (i Paesi poveri non potranno mai aspirare ad acquisire brevetti e diventeranno sempre più dipendenti dai Paesi ricchi). Oltre a questo, la selezione di poche specie (una semente, una varietà vegetale) comprometterà la biodiversità, che è alla base dell?ecosistema mondiale.
Mentre all?Epo (Ufficio Europeo Brevetti) di Monaco giacciono oltre 15mila richieste di brevetti, al Parlamento europeo si tenta di rinegoziare l?intera direttiva: il 13 marzo 2001 è stata votata a maggioranza una risoluzione (A5-0076/2001) affinche l?Unione «sostenga l?esclusione degli animali, delle piante e dei microrganismi dalla possibilità di essere brevettabili». «In Italia la guardia ora è altissima» assicura Colombo. «Il disegno di legge che scaturirà dallo stralcio dell?articolo 6 consentirà di acquisire i pareri e le indicazioni della società, fondamentali per regolamentare una materia come questa che coinvolge i nostri diritti fondamentali e il futuro stesso dell?umanità».

Info: www.greenpeace.it

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