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Breve e triste storia del piano asili

La lobby che non c’è (i bambini non contano).

di Maurizio Regosa

La scorsa Finanziaria introdusse, con la solita statalista logica dei Fondi a gestione governativa, il Piano nidi 2007-2009. L?idea era quella un po? sovietica (do you remember?), di un intervento strutturale che avrebbe risolto, almeno in parte la ?fame? di asili nido italiana. Il Piano stanziava un bel po? di soldini. Oltre ai 340 milioni di euro, stanziati nella Finanziaria 2007, il Piano nidi 2007- 2009 si avvale di ulteriori risorse, in parte provenienti dal ministero della Famiglia, in parte dall?Unione Europea, in parte dai contributi delle Regioni. In media 202 milioni annui aggiuntivi per tre anni. L?obiettivo era quello di innalzare la copertura nazionale media dei servizi alla prima infanzia (nidi, micronidi, nidi in famiglia e servizi integrativi) dall?attuale 11% al 13,5%. Sarebbe stato già un bel traguardo, anche se ancora piuttosto lontano dal 33% indicato a Lisbona dall?Unione Europea. Avevamo criticato, anche attraverso le voci della cooperazione sociale («Dateli a noi e porteremo la copertura del bisogno al 33%») la logica dei fondi statali in genere e quello del Fondo asili nido in particolare. Ma mai ci saremmo aspettati che nella Finanziaria 2008 il governo Prodi avrebbe stanziato solo 25 milioni per completare un intervento che si concepiva in maniera molto ambiziosa. Nel frattempo, come raccontiamo in questa pagina, anche i fondi stanziati nel 2007 rischiano di non poter essere spesi, e quindi di dover rientrare nel gran calderone del bilancio statale per essere indirizzati altrove. Perché le Regioni accusano: «La sussidiarietà dov?è finita?» Colpa di una lobby che non c?è, quella dei bimbi sotto i tre anni e delle loro famiglie, o colpa di un ministro da mesi impegnata sulla scena politica nella nuova formazione del Pd e assai assente su quella delle politiche familiari? A voi l?ardua sentenza. Noi un?idea ce l?avremmo, ma poi passiamo per i soliti giornalisti polemici e arrabbiati.

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