Una giornata all’insegna del calcio balilla e dello sport integrato. La organizzano la società A.S.D. Bresso 4, affiliata al Centro Sportivo Italiano, la Parrocchia Madonna della Misericordia Bresso e la FPICB Federazione Paralimpica Italiana Calcio Balilla per sabato 25 maggio, a partire dalle 15 a Bresso, in via Villoresi. Un torneo 7 contro 7 su un tavolo da 7, 20 metri, il primo campionato regionale di settore giovanile aperto da atleti normodotati e paralimpici (dai 6 fino ai 17 anni divisi in quattro categorie) e il primo “Torneo paralimpico Città di Milano”.
Un trofeo, quest’ultimo a cui parteciperà il Monster Club Bresso 4, prima squadra in Italia di calcio balilla paralimpico e anima della Nazionale azzurra, nata nel 2011 e campione del mondo a Nantes nel gennaio 2013 con Fabio Cassanelli, Roberto Cuminetti, Francesco Bonanno e Pierangelo Bandera e vincitrice della Coppa del Mondo. Un progetto, quello del Monster Club, nato nelle unità spinali di alcuni ospedali lombardi e poi approdato a Bresso. “Cercavamo un posto per giocare fuori dai reparti- spiega Pierangelo Bandera, paraplegico per un incidente in moto e uno dei “Monsters” storici – e nel 2008 siamo arrivati qui all’oratorio della Madonna della Misericordia grazie all’interessamento del CIP Lombardia”. Allenamenti settimanali nella sala dell’oratorio, in mezzo ai ragazzi e alle famiglie. “Le prime volte – spiega sorridendo Pierangelo, nella vita dipendente della multinazionale svizzera ABB -i ragazzini ti guardano un po’ così poi quando li batti tornano magari per sfidarti”.
Non una scelta casuale, quella di immergere il Monster Club nell’ambiente oratoriano e non dedicargli uno spazio separato. “E’ una scelta educativa – spiega Antonio Zambelli vicepresidente dell’ASD Bresso 4 che ha anche una squadra di calcio per disabili intellettivi e partecipa al progetto “Io tifo positivo”– far allenare la squadra in un posto centrale della vita oratoriana è una maniera per far conoscere i ragazzi e il progetto, ma soprattutto per educare attraverso l’incontro chi vive quello spazio tutti i giorni ”.
Educare attraverso un sport, il calciobalilla, giocato da tutti con le stesse regole (o quasi), anche dagli atleti paralimpici, come racconta Roberto Cuminetti, uno degli ultimi arrivati tra i“Monsters”, da 4 anni in carrozzina per un errore medico. “I tavoli sono un po’ più bassi – dice – ogni paese ne ha un modello diverso e le gare internazionali si giocano con la tecnica del gancio”. Tutti lo giocano il calcio da tavolo, ma la cultura dello sport e del calciobalilla paralimpico deve ancora crescere. “A Nantes abbiamo giocato in un palasport pieno…” raccontano tutti con un filo di invidia.
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