Formazione
Brescia: una coperta grande come una piazza, per dire no alla violenza di genere
Aumenta la violenza sulle donne, crescono intimidazioni e minacce di genere. Ma cresce anche la reazione dal basso. A Brescia, nelle scorse ore, un'opera collettiva ha abbracciato interamente Piazza Vittoria: 5 mila coperte formate da 20mila quadrotti realizzati ai ferri e a uncinetto da migliaia di volontarie di tutte le età hanno dato corpo e voce a quest'opera di resistenza collettiva
di Marco Dotti
Hanno cucito per mesi. Per mesi hanno intessuto quadrotti di maglia. Alla fine, ne hanno realizzati 20mila, assemblati in 5mila, coloratissime, coperte. Infine si sono ritrovate, ieri sera, per ricoprire la piazza con l'opera collettiva. Chi ha lavorato a maglia, chi non ha potuto farlo, chi è passato a guardare, chi ha capito e chi deve ancora capire – ma è lì lì per farlo. L'opera ha colpito nel segno e senza cretivi o "fighetti" a metterci il "brand" e a usarla come lasciapassare per altri fini e per altri lidi. Il fine è chiaro, franco, diretto. Per questo è efficace.
Brescia si è risvegliata questa mattina con una delle sue piazze principali, Piazza Vittoria, interamente coperta da un'installazione alla quale hanno lavorato tantissime donne. "In ogni pezzo c'è una di noi", racconta una volontaria. "In ognuna di noi, c'è un pezzo dell'altra". Il mondo in una maglia. E non è cosa da poco.
C'è chi ha mandato i suoi lavori a maglia dall'Etiopia, dall'Armenia e dal Kurdistan. E c'è chi come Jasmine è arrivata addirittura dall'Australia.
A coordinare tutto, l'associazione "Viva Vittoria" e un'idea, nata nel marzo scorso, da cinque bresciane, Cristina Begni, Patrizia Fratus, Simona Romele, Silvia Lumini e Cristina Ghidini. A loro si deve l'intuizione di contrastare la violenza non con slogan o parole al vento, ma con un'opera d'arte comune e condivisa che avesse al proprio centro ciò che più la violenza teme e ciò che più la violenza intacca: la relazione.
L'appello a realizza a ferri o uncinetto uno o più moduli in maglia da 50x50cm lanciato nel marzo scorso non è rimasto inascoltato e migliaia di donne di tutte le età si sono messe al lavoro.
Che cos'è, infatti, un "lavoro a maglia" se non il frutto di quella lenta, paziente tessitura del reale che è l'esatto contrario della violenza? Una violenza che, proprio nelle scorse ore, ha registrato a Brescia le ennesime vittime: una giovane ammazzata dal compagno e un'altra giovane, di origine indiana, arsa dal marito pare per questioni di dote. Sono tante, le donne che subiscono violenza.
Nell'anno in corso, a Brescia e provincia 5 sono state le donne uccise per ragioni legate a ciò che con parola orrenda, ma forse efficace per rendere un fenomeno che va al di là anche dell'orrore, chiamiamo "femminicidio". Ben 494 le richieste di aiuto. Cento in più rispetto all'anno 2014.
Tantissime. Ma ancora di più sono le donne – e gli uomini – che dicono "no" e non si fermano agli slogan e alle solite maschere da convegno. Brescia lo ha dimostrato.
L’installazione resterà in piazza da oggi, domenica 22, fino a mercoledì 25 con la sua la forma elicoidale, "mutante e stratificata", che ricorda quella del dna.
Ogni metro quadro – formato da quattro moduli di lana – viene messo in vendita al prezzo di 25 euro, soldi che andranno alla casa protetta La Dimora, che aiuta le vittime di violenza a ricostruire trame e ordito di una vita che qualcuno voleva spezzare.
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