Mondo

Brescia, c’è una Terra dei fuochi anche al Nord

Nei comuni tra Napoli e Caserta muoiono più persone di cancro, sono soprattutto bambini con tumore al cervello. Ad affermarlo oggi il rapporto dell'Istituto Superiore di Sanità. «Ma il caso di Napoli purtroppo non è il solo in Italia» rivela il dottor Antonio Marfella a Vita.it

di Anna Spena

Ma la Terra dei Fuochi, quella morsa di comuni mortali tra Napoli e Caserta che uccide da un lato le vite, dall’altro la speranza esiste realmente solo in Campania? A renderla ufficiale agli occhi dell’Italia intera – e non più solo un’invenzione paranoica dei cittadini campani – il rapporto dell’Istituto superiore di sanità con il volume "Mortalità, ospedalizzazione e incidenza tumorale nel Comuni della Terra dei Fuochi in Campania" pubblicato il 30 dicembre scorso. Ma siamo sicuri che il resto della penisola sia immune da altre situazioni simili a quella che da anni ormai miete vittime tra Napoli e Caserta? Per ora però gli unici dati ufficiali riguardano la Campania; il rapporto afferma che nella Terra dei fuochi muore più gente, più bambini. Soprattutto muoiono di tumore al cervello.

«Non canto vittoria. Non posso. Non ce la faccio. Ho il cuore a lutto questa sera», scrive sulla sua pagina Facebook Padre Maurizio Patriciello, il “prete della terra dei fuochi”, lo conoscono tutti così. «Non che mi illudessi del contrario, no. Avrei preferito, però, essere smentito. Avrei voluto dire “vi chiedo scusa. Mi ero sbagliato. Vi ho allarmato inutilmente. Invece… Invece …», continua il post.

Invece scusa lo deve chiedere l’Italia intera a loro perché che una morsa mortale esistesse da tempo lo sapeva già bene Anna dopo che il figlio Riccardo è morto a 22 mesi; oppure Pina, sua figlia Tonia è morta dopo sette interventi chirurgici e quattro anni e mezzo di chemioterapia perché aveva una “palla” appoggiata al cervelletto. Ancora Aurora, ha otto anni e sta combattendo contro il “suo” cancro al cervello.

Vita.it intervista il dott. Antonio Marfella che dal 2006 si sta battendo insieme a padre Maurizio, alle mamme cartolina della Terra dei fuochi e a tutta quella parta della società civile sana che si è lasciata ingaggiare e rivendica giustizia nel proprio territorio, perché tutte le istituzioni smettano di essere assenti; o meglio ancora perché rompano questo “abbraccio mortale” come lo chiama spesso Padre Maurizio, tra la camorra e lo Stato. «C’è un fatto che nessuno dice mai», spiega Marfella. «I rifiuti tossici vengono sversati anche in Basilicata, Puglia, Calabria, Africa. E Brescia… quella città sta diventando un'altra Terra dei Fuochi».


A che anno risalgono i dati pubblicati nel rapporto?
Al 2014, e sono già gravissimi.

Non esistono dati più aggiornati?
Quelli Istat nel rapporto “aspettativa di vita alla nascita”, risalgono al 2015. È un dato sintetico ed omnicomprensivo, ma estremamente significativo. Si continua a registrare l'incremento e non la riduzione degli anni di vita perduti di ogni bambino che nasce in Provincia di Napoli rispetto a qualunque altro bambino che nasce in qualunque altra città metropolitana di Italia.

Di quanti anni stiamo parlando?
Parliamo di cifre altissime. La forbice si sta allargando, ed il dato è chiarissimo. Un bambino che nasce in in Provincia di Napoli ha 3.6 anni di speranza di vita in meno rispetto ad uno che nasce a Firenze e 3 rispetto ad un bambino che nasce a MIlano. Teniamo ben presente che i dati risalenti al 2006 parlavano di un divario che non superava i 2 anni. È un paradosso…

In che senso è un paradosso?
La Campania è la regione più giovane d’Italia. Dovremmo anche essere quella meno malata.

Adesso che l’esistenza della Terra dei fuochi è stata “ufficializzata” agli occhi di tutti, cambierà qualcosa? Dove si deve intervenire?
Adesso dobbiamo smetterla di contare i morti e i vivi. Dobbiamo pensare al dopo.
La primissima cosa da fare è controllare effettivamente come le fabbriche smistano i rifiuti tossici e i rifiuti speciali. Devono essere controllate sia la fabbriche di pellame campane che quelle del nord Italia perchè portano i rifiuti al Sud.

Quanti sono questi rifiuti?
25 milioni di tonnellate di rifiuto tossici e speciali che invece di essere smaltiti legalmente vengono interrati. Oggi avvelenano la Campania, la Basilicata, la Puglia e anche l’Africa.

Nessun rifiuto tossico viene smaltito illegalmente al Nord?
Brescia è nelle nostre stesse condizioni. Ma nessuno parla mai di quest'altra Terra dei fuochi.

Foto di Mauro Pagnano

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.