Mondo

Bremer: truppe italiane in Iraq sino a 2005

Il governatore statunitense a Baghdad lo prevede in un'intervista di oggi al "Corriere della Sera"

di Paolo Manzo

E’ necessario che le truppe della coalizione, e con loro anche gli italiani, restino in Iraq ”almeno sino al dicembre 2005, se non oltre”. Perché la transizione ”sarà difficile, molto difficile e il terrorismo continuerà a colpire per cercare di destabilizzare l’Iraq”. In una intervista a ‘Il Corriere della Sera’ lo afferma Paul Bremer, il governatore americano a Baghdad, che aggiunge ”me ne andrò alla fine di giugno, quando nascerà il nuovo governo iracheno e Washington aprirà a Bagdad una regolare rappresentanza diplomatica”. Quanto alla data delle elezioni, con la maggioranza sciita che le vorrebbe entro giugno mentre, all’Onu si discute su una data compromesso per gennaio del prossimo anno, Bremer considera ”possibile” la data compromesso del gennaio 2005 di cui si parla alle Nazioni Unite. ”Ma -avverte- prima occorre vedere quali saranno le raccomandazioni precise dell’Onu. Guardo con attenzione ai suggerimenti che arriveranno da Carina Perelli, la diplomatica di origine uruguayana che al Palazzo di Vetro guida la Divisione di assistenza per le elezioni. E’ appena stata in Iraq assieme all’inviato personale di Kofi Annan, Lakhdar Brahimi, e toccherà a lei fornire le indicazioni pratiche. Se la sua commissione tecnica sosterrà la fattibilità del voto entro 10 mesi -dice Bremer- noi ci prodigheremo in questo senso, anche se i margini di tempo mi sembrano davvero pochi”. ”Fondamentale”, per Bremer, il ruolo degli italiani in Iraq e ”sarebbe un fatto grave se lasciassero” commenta il governatore Usa a Baghdad nell’intervista a ‘Il Corriere della Sera’: ”Un segno di cedimento al terrorismo. Occorre che la coalizione resti unita nel tempo per la stabilizzazione dell’Iraq. Mi attendo tra l’altro che le aziende italiane partecipino numerose alla ricostruzione che a partire da marzo sara’ finanziata da miliardi di dollari. Vedo già chiari segni di ripresa economica a partire dalla nuova valuta ormai accettata ovunque”. E la missione dei dei contingenti dovrebbe continuare nel tempo: ”Non è una questione di mesi, bensì di anni -dice Bremer- Non penso che il Paese sarà pacificato prima del completamento del processo politico e ciò non prima della fine del 2005. Ma mi aspetto l’intensificarsi del terrorismo nel prossimo futuro. Lo abbiamo visto anche nel documento stilato dal militante di Al Qaeda, Abu Musab al Zarqawi, e reso pubblico negli ultimi tempi: il terrorismo fa del suo meglio per scatenare la guerra civile, vuole affondare l’Iraq per destabilizzare il Medio Oriente”.


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