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Bregantini: la delega sul lavoro un danno per tutti

Il responsabile Cei per il lavoro durissimo sulla delega al governo: "Ci perdono tutti, sindacati, lavoratori, sud, imprese"

di Redazione

”Grande amarezza” per il via libera del governo al ddl delega sul lavoro che contiene la proposta di modifica dell’articolo 18 in tema di licenziamenti. Il responsabile della Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, il vescovo di Locri-Gerace mons. Giancarlo Maria Bregantini, commenta così la decisione del Consiglio dei ministri. E lancia un appello per ”rimettere al centro le persone, non la produzione”. Mons. Bregantini ha osservato in un intervento al Sir, agenzia dei settimanali cattolici promossa dalla Cei, come questa soluzione ”non gioverà ai sindacati, ai lavoratori, al Sud, ma nemmeno al mondo imprenditoriale”. ”Si sta cercando lo scontro con i sindacati, che ora non potranno più discuterne né ragionarne in termini di progettualità e dialogo” osserva mons. Bregantini. ”Il danno è molteplice, diretto e indiretto. Il Sud ne patirà moltissimo perché già vive in una situazione di precarietà che si può riscontrare in mille atteggiamenti. Privo di questa legge il mondo imprenditoriale sarà ancora più spinto ad essere feroce e determinato all’eliminazione”. Ma ad amareggiare più di tutto mons. Bregantini, ”è il non capire la valenza etica che c’é dietro questo provvedimento. In questo modo la persona viene uccisa, il singolo lavoratore schiacciato da una produzione che non sarà accresciuta, perché lo scontro sociale e la paura che nascerà all’interno dell’azienda non produrrà beneficio nemmeno agli imprenditori”. Per il vescovo, non si può puntare sul lavoro interinale ”quando questo tipo di lavoro non è riconosciuto dalle banche per un credito sulla casa, né dall’Inps per l’indennità di malattia, né a livello di psicologia sociale, per cui chi è interinale è sempre visto come un poverello”. E’ invece necessario ”riconoscere che la situazione è precaria per tutti: di conseguenza le banche, l’Inps si devono adeguare e dare a tutti garanzie. Ma intanto oggi c’e’ solo la precarietà nuda e cruda, senza un minimo di aiuto e sostegno”.

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