Cultura

Bravi, ma non facciano i guru

Aldo Grasso, critico televisivo e docente di Comunicazione.

di Carlotta Jesi

Vita: Cosa si aspetta il pimo critico televisivo d?Italia da Benigni e Celentano?
Aldo Grasso: Mi piacerebbe che il primo facesse bei film e il secondo belle canzoni.
Vita: Non lo fanno?
Grasso: è il ?lato guru? di entrambi a lasciarmi perplesso. È facile fare il guru e parlare di temi che commuovono, ma il rischio è di cadere nella superficialità. L?essere guru di Celentano è più evidente, detesto il suo fare prediche. Ha la sensibilità artistica di capire come va il mondo, ma non la competenza per fare certi discorsi. Facile fare la rivoluzione partendo da un mondo di privilegi che nessun altro di noi conosce.
Vita: Di che privilegi parla?
Grasso: Televisivi. Nessun controllo sul programma, neppure del direttore di rete. Celentano vive nell?eterna contraddizione di un suo peccato di gioventù: prese la canzone Stand by me, la tradusse con Pregherò e tutti a commuoversi perché cantava la spiritualità, peccato che lo facesse senza pagare i diritti d?autore. Facile fare la rivoluzione strapagati e straprivilegiati.
Vita: Meglio non farla del tutto, la rivoluzione?
Grasso: La tv non è il luogo per fare le rivoluzioni, in televisione ammiro di più chi fa il suo lavoro con entusiasmo, tutti i giorni.
Vita: E Benigni, in cosa è guru?
Grasso: Non ho ancora visto il film, però questa idea del poeta e della poesia che supera le guerre non mi convince. Le guerre sono un?altra cosa, un fatto politico.
Vita: Non li guarderà, dunque?
Grasso: Li guarderò, sperando che riescano ad emozionarmi.

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