Non profit

Brava Hillary peccato per Bill

Discorso di Hilary Clinton che ha conquistato gli americani

di Riccardo Bonacina

Trenta minuti davanti ad una platea di supermanager e ministri, per la quasi totalità maschi, riuniti a Davos per il World Economic Forum. Tanto è durato il discorso di Hillary Clinton, un discorso teso e intenso, per nulla banale, che ha raccolto l?applauso insistito, sorpreso, dei supermanager e politici tutti in piedi. Mentre nel mondo, e probabilmente anche nella platea raccolta ad ascoltarla, continuano i racconti e le gag sulla fellatio del marito Bill, le condanne sull?ennesima condanna a morte negli States, sulla sordità agli appelli del Papa e del Vaticano riguardo l?embargo a Cuba e la voglia di mostrare i muscoli in Iraq (dove per l?embargo muoiono circa 200 bambini ogni giorno), Hillary ha dimostrato ancora una volta quale sia la faccia che conquista l?America all?attuale presidenza. Certo, dipenderà anche dal debito pubblico ridotto a zero, dipenderà dal tasso di disoccupazione ridotto al 4% della popolazione attiva, ma le vere e proprie politiche sociali che Hillary porta avanti sanno conquistare manager ed elettori medi. Ecco qualche stralcio dell?intervento di Hillary, così come lo hanno rilanciato le agenzie di stampa. «Gli uomini di governo, oggi sempre di più, stanno imparando responsabilità e doveri. Ed oggi, finalmente, vediamo affermarsi in tutto il mondo l?economia di mercato. Ma se guardassimo a questi due soli pilastri saremmo come seduti su uno sgabello con due sole gambe. Tra la politica e l?economia di mercato c?è la società civile. È nell?interesse di lungo periodo di tutti gli uomini di potere nelle imprese, che le persone che non hanno voce e voto possano difendere i propri interessi, che ai bambini di tutti i Paesi sia permesso imparare la democrazia, che razze e religioni non siano ragione di discriminazioni, che le donne possano difendere nel lavoro e nella vita gli interessi propri e delle loro famiglie. (…) È la società civile che ci chiede di interressarci all?educazione dei nostri figli, che ci chiede di non lasciare soli gli anziani, che ci ricorda che l?assistenza sanitaria di base e per tutti è un diritto. Noi politici non possiamo non far nostre queste istanze, io non posso rimanere indifferente di fronte al fatto che un bambino che nasce a Shanghai ha più possibilità di sopravvivere fino ai cinque anni di uno nato a New York. Noi politici dobbiamo far nostre queste istanze, questi bisogni, ma lo devono fare anche i manager d?impresa se non vogliono che i loro profitti siano destinati a essere effimeri e a rischio». Complimenti Hillary. Certo suo marito…


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