Mondo

Brasile: Parmalat non c’è più, Avsi sì

La ong italiana sosterrà un centro nutrizionale di San Paolo che l’azienda italiana finanziava.

di Antonietta Nembri

Bambini che ridono. Tanti, dai sorrisi sdentati, dagli occhi grandi. Sono ragazzi, ma anche piccoli dell?asilo, accolti nei centri e nelle strutture brasiliane realizzate dall?Avsi, ong italiana, e dall?associazione Gol de Letra, fondata dai calciatori Leonardo e Rai. Le immagini scorrono sullo schermo: è una serata particolare per raccontare un?avventura di solidarietà in pieno svolgimento a Rio de Janeiro e a San Paolo, ma anche per lanciare una nuova campagna di sostegno a distanza. Perché se ai risparmiatori italiani il crack Parmalat ha bruciato i risparmi di una vita, in Brasile “il disastro si è aggiunto al disastro”, per usare le parole di Alberto Piatti, direttore di Avsi.
A San Paolo, 1.200 bambini e 500 famiglie sono seguite dal centro di recupero nutrizionale che era finanziato dall?Istituto non profit Parmalat. I finanziamenti non ci sono più e così Compagnia delle Opere e Avsi hanno deciso di farsi carico dei progetti a favore dei minori. L?appello è rivolto a privati e aziende: ai primi si chiede di sostenere a distanza 240 bambini per un triennio con 312 euro l?anno. Le imprese invece sono invitate a sostenere le attività sociali dell?istituto non profit Parmalat e il progetto Alimentando o futuro in Pernambuco: necessari 90mila euro. Tra i progetti sostenuti dall?Avsi rientra l?aiuto all?associazione di Leonardo e Rai. L?ex giocatore rossonero e segretario della Fondazione Milan non lascia spazio alla nostalgia: “Da cinque anni seguiamo 600 bambini dai 6 ai 14 anni”, racconta dettagliando i corsi realizzati, il sostegno scolastico e parlando dei 50 stipendiati dell?associazione e della ventina di volontari. E non dimentica i partner, le aziende, ma anche i tanti singoli: “L?Italia è un Paese molto sensibile”, afferma. “Dall?Avsi, tramite i suoi sostenitori, riceviamo 6mila euro al mese. È un grosso contributo, se pensiamo che il costo delle nostre attività in Brasile è di 750mila euro all?anno”. Dopo anni di lavoro i risultati ci sono: l?80% dei ragazzini assistiti legge e scrive correttamente, il 60% sa usare un computer.

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