Non profit

Brasile: la favela online

Da gennaio 2001 un' agenzia di stampa racconta tutto quello che succede nelle baraccopoli brasiliane

di Carlotta Jesi

Pericolose, inaccessibili, labirintiche e malsane. Prendete una qualunque guida turistica di Rio de Janeiro e questi sono gli aggettivi che troverete nel capitolo dedicato alle visite, sconsigliate, nelle baraccopoli di lamiera dove vive un quinto dei 5,6 milioni di abitanti della città. Eppure una porta d?accesso sicura alle favelas, c?è: su Internet, all?indirizzo www.anf.org.br, home page e sede virtuale della Favela news agency. L?agenzia di stampa che da gennaio 2001 racconta tutto quello che succede nelle baraccopoli brasiliane. In portoghese, spagnolo e inglese, le lingue con cui il direttore, André Fernandes, ha deciso di combattere digital divide ed esclusione sociale. Oltre a pubblicare online offerte di lavoro, formazione e iniziative culturali per gli abitanti delle favelas, Fernandes e i volontari che mandano avanti l?agenzia organizzano corsi di computer, giornalismo e fotografia per aspiranti reporter. Pc in Internet e macchine fotografiche sono a disposizione di chiunque voglia raccontare la vita nelle baraccopoli oppure vedere il mondo al di là della lamiere. I costi? Ridotti al minimo: server e sistemi operativi sono open source. E la maggior parte degli articoli sono scritti da volontari o regalati da firme di punta del giornalismo. Una formula che funziona, uno strumento di lavoro per il governo e per la società civile: cliccare per credere.

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