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Brasile. Dopo la vittoria di Lula la società civile ad una svolta

In anteprima l'intervista al consigliere per la comunicazione del neo presidente, Carlos Tibúrcio. Il testo completo su Vita in edicola

di Paolo Manzo

Sei milioni di famiglie senza una casa, 53 milioni di esseri umani che vivono in stato di povertà con meno di due dollari al giorno. E ancora. Un fisco che prevede 44 (!) aliquote differenti, un sistema previdenziale allo sfascio, una riforma agraria mai attuata, una crescita del Pil che in pochi anni è scesa di un terzo, un salario minimo garantito di 200 miseri real (pari a 50 euro).

Numeri da Day after
Il 20% degli abitanti di San Paolo vive in favelas (nel 1970 era l’1%…), il 28% a Rio, il 33% a Salvador e il 50% (!) a Belém. 50mila giovani uccisi ogni anno da colpi d’arma da fuoco. Ecco i numeri da Day after che si troverà di fronte il neo presidente del Brasile che, quasi sicuramente, sarà Luiz Inácio Lula da Silva.
(…) Quanti dei 53 milioni di miserabili brasiliani riuscirà a riscattarsi da una vita infame? “Saranno tanti”, assicura Carlos Tibúrcio, giornalista ascoltato nel Brasile che conta (e cioè San Paolo), scrittore e coordinatore di una ong, l’Instituto Lidas, che da sempre si dedica alla difesa dei diritti umani. Già, perché il dotor Tibúrcio i diritti umani li ha visti violati sulla propria pelle, essendosi fatto tre anni di carcere dal 1973 al 1975 ed essendo stato torturato dai militari della giunta perché “testa pensante e difficilmente controllabile”. Membro di Attac Brasile, Tibúrcio ha fondato l’Osservatorio globale della stampa brasiliana ed è il consigliere della comunicazione di Lula. È stato lui a fargli sostituire le giubbe sport e mettergli addosso giacca e cravatta e, su don Inácio, Tibúrcio non ha dubbi: “Lula ha un impegno di fondo sulle attività sociali. Ce l’ha coi milioni di brasiliani che soffrono la fame, coi pensionati che vivono in condizioni subumane, coi portatori di handicap, con la popolazione nera e gli indios. Con la stragrande maggioranza della popolazione che non ha avuto nessun miglioramento negli standard di vita nelle ultime decadi di politiche neoliberiste”. A Lula però, precisa Tibúrcio, non bisogna metter troppa fretta perché “dovrà affrontare tante difficoltà e non potrà fare in otto giorni quello che non è stato fatto in otto anni. Ma lui ce la farà, perché da anni lavora a progetti sociali di case popolari, per la lotta alla fame, la sicurezza pubblica, la scienza, la tecnologia, la cultura”.

Progetto Fome Zero
Quali le priorità sociali di Lula presidente? “Il progetto Fome zero, che prevede che alla fine dei suoi quattro anni di mandato nessun essere umano in Brasile vada a dormire la sera senza aver mangiato tre volte. È questa la priorità assoluta: assicurare a tutti un degno accesso al cibo”. Lula ha promesso a tutti che chiamerà nel suo governo la società civile e la Chiesa, come mai accaduto nella storia passata del Brasile, e lo farà “per dibattere e contribuire alla soluzione dei secolari problemi del Paese”. L’invito alla Chiesa è importante affinché Lula possa implementare le sue politiche sociali in Brasile, tenuto conto che oltre 120 milioni di brasiliani sono cattolici.

(…)
Il testo completo dell’intervista esclusiva su Vita magazine inn edicola

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